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notizia del 24/09/2010 - messa in rete alle ore 15:04:25
Cattura internazionale della polizia in Svizzera di un noto latitante gelese

Oggi, a conclusione di articolate investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica – Dda di Caltanissetta, (Procuratore della Repubblica dr. Sergio Lari, Proc. Agg. Dr. Domenico Gozzo, Sost. Proc. Dr. Santi Condorelli) personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Caltanissetta e di Bologna, in collaborazione con personale del Commissariato PS di Gela, e con l’ausilio della Polizia Svizzera, ha catturato, in territorio elvetico, il latitante Roberto Di Giacomo, nato a Gela il 23.08.1969, già collaboratore di giustizia, poi sottrattosi al programma di protezione.

A carico del Di Giacomo, ora a disposizione dell’A.G. di Berna, personaggio di spicco della criminalità mafiosa gelese, riconducibile alla stidda, nonché fratello di Di Giacomo Giuseppe, cl. 67, anch’egli collaboratore di giustizia, ucciso dalla sua stessa consorteria mafiosa nel 1992 dopo che lo stesso era fuggito dal luogo dove si trovava protetto, pendeva una pesante condanna penale scaturita a seguito di una sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Appello di Bologna il 19.12.2007, divenuta irrevocabile in data 04.5.2010.

Tale sentenza condannava il Di Giacomo Roberto all’espiazione di una pena detentiva in carcere pari ad anni sedici e mesi sei, per reati concernenti il traffico di sostanze stupefacenti e quello ben più grave di concorso in omicidio volontario, commesso in pregiudizio di Vincenzo Gumari, ucciso in Vignola l’11 agosto 1992, perché attinto da vari colpi di arma da fuoco.

Temendo l’esecuzione di tale sentenza, lo stesso Di Giacomo abbandonava per tempo l’Italia, andando a riparare dapprima in Bulgaria, paese natale della sua nuova moglie, assumendone per le leggi di quello Stato anche il cognome (Tschauschev).

Ritenendosi al sicuro da eventuali rintracci da parte della Polizia Italiana, con il nuovo cognome (manteneva comunque il nome di battesimo), da ultimo, si trasferiva con la sua famiglia in Svizzera, ove prendeva in affitto un appartamento a Lugano in località Savosa - via Sole.

La scelta della residenza svizzera scaturiva anche dalla possibilità di fare brevissime puntate in Italia, ove con il nuove cognome si riteneva abbastanza sicuro, al punto di registrarsi sul portale di un noto sito internet di comunicazione sociale, inserendo anche la sua foto e quella dei suoi familiari.

Le certosine investigazioni permettevano agli Organi investigativi di monitorare costantemente il latitante, in attesa delle autorizzazioni dell’autorità giudiziaria elvetica, che appena intervenuta ha consentito, appunto, di bloccare in Svizzera, in tempo reale, Roberto Di Giacomo, con la collaborazione di quelle Autorità.

Le investigazioni che hanno permesso tale brillante risultato per la Polizia italiana, e stato raggiunto grazie agli innumerevoli servizi tradizionali, compendiati dalla indispensabile attività tecnica, esperiti sia in territorio nazionale che in quello della Comunità Europea, con diversi servizi di osservazione transfrontaliera.
(Fonte: 1° Dirigente squadra Mobile Questura di Bologna, dr. Fabio Bernardi e Dirigente squadra mobile Questura di Caltanissetta, dr. Giovanni Giudice).
 
Autore: Redazione Corriere di Gela
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