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Corriere di Gela | Il sindaco Fasulo: chi rallenta l’azione amministrativa fa un danno alla città
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notizia del 10/11/2012 messa in rete alle 23:51:15
Il sindaco Fasulo: chi rallenta l’azione amministrativa fa un danno alla città

Prima di scendere nel vivo della nostra conversazione, una battuta: «La stanno mettendo in difficoltà, con i ritardi che si accumulano nell’approvazione degli atti, col far mancare il numero legale, con le continue richieste di rimpasto in giunta...».

Il nostro interlocutore è il sindaco Angelo Fasulo, cui il Corriere ha chiesto il punto della situazione politico-amministrativa.

Fasulo tronca il nostro discorso lasciandoci intendere e sottolineando che non è lui il penalizzato, ma la città intera.

Il clima che si respira non è tra i migliori. All’aggravarsi della crisi economica ed alle difficoltà conseguenti ai tagli operati dalla Regione e dallo Stato, si è aggiunto anche il malcontento dei consiglieri comunali, aggravatosi soprattutto dopo le recenti elezioni. Sono venuti meno certi equilibri che mandano in fibrillazione i due gruppi politici che sostengono Fasulo.

Da una parte il gruppo ex Mpa ora Pds (Partito dei siciliani) che da tempo lancia messaggi diretti e indiretti al sindaco ed al suo leader Pino Federico, ma senza che si muova foglia. Al sindaco chiedono un rimpasto in giunta in quanto dopo le elezioni regionali il quadro politico – anche se di poco – è notevolmente cambiato. Per Fasulo il “levati tu che mi ci metto io” fa parte di una politica ormai vecchia e superata. A chiare lettere dice che si tratta della vecchia logica dei partiti, sicuramente da condannare. Solo se ricorrono delle condizioni obiettive alla luce di un ragionamento sensato, allora potrebbe decidere di ritornare sui suoi passi. E’ irremovibile su questo. A suo dire, pur tra le tante difficoltà, l’amministrazione si è sempre mossa in piena legalità, sta procedendo bene e non c’è alcun motivo per sostituire qualche assessore. In casa Pds, i quadri dirigenti e i consiglieri (si fanno i nomi di Di Stefano e Napolitano) pretendono dal leader Pino Federico un’analisi del voto e trarre quindi le conclusioni per il vistoso calo di consensi ottenuto dall’elettorato. Per questi fatti il sindaco non si scompone di un millimetro. Riconosce che il bilancio verrà discusso con notevole ritardo, ma non è colpa sua.

«Il bilancio era pronto ad agosto – ha detto il sindaco – poi i tagli che ci sono stati imposti dalla Regione e dallo Stato ci hanno indotto ad intervenire nuovamente per portare in equilibrio i conti. Purtroppo i tagli e i mancati trasferimenti hanno determinato ritardi che spero verranno superati. L’ultimo taglio è avvenuto la settimana scorsa. Si tratta di 5-7 milioni di euro che noi cercheremo di recuperarli attraverso un grosso emendamento portando i conti in equilibrio. Io lancio un appello. Se qualcuno è in grado di migliorare il bilancio che abbiamo fatto noi, lo faccia pure. Noi siamo pronti a recepire qualsiasi suggerimento. In Sicilia siamo tutti nelle stesse condizioni».

– Perché non mettere in atto quanto viene richiesto da più parti (Di Dio, Di Stefano, Siragusa ed altri) per equilibrare i sacrifici? Cioè decurtare del 30% gli stipendi a partire dal sindaco, dal direttore generale e il resto a cascata?

«Questo puro populismo, frutto del clima del momento. Quando mi sono insediato lo scopo che mi sono posto era quello di salvare questo comune e migliorarlo. La perdita economica è documentalmente dimostrabile. Io, percependo 2.800 euro non riesco neanche a coprire le spese, tenuto conto che il sindaco è anche presidente dell’Srr, che ho azzerato le spese di rappresentanza, che non ho neppure le spese minime per le attività quotidiane. Con grande senso di responsabilità sono anche pronto a parlare di questo. Chi propone simili richieste, non ha proposte per la città né guarda al futuro della città, ma cerca soltanto il discorso da bar, del populismo del momento. Io voglio amministrare questa città nel migliore dei modi, mi assumo le mie responsabilità e vado avanti. Il momento è difficile, ma abbiamo le capacità per superarlo».

E’ fortemente risentito il sindaco nei riguardi di chi ricorre a queste proposte improponibili, e che vengono messe in ballo in sedi improprie. Avrebbe voluto rispondere per le rime al momento in cui vennero pronunciate. Fu il presidente del consiglio Fava molto opportunamente a troncare il discorso negando una replica al sindaco adducendo a pretesto un articolo del regolamento che non consente al sindaco di intervenire per una seconda volta sullo stesso argomento. E Fasulo apprezza la sensibilità di Fava che in quel frangente ha voluto evitare ulteriori polemiche su argomenti che esulano dal consiglio comunale.

«Non accetto lezioni da nessuno – continua riferendosi a coloro che chiedono la decurtazione drastica del suo stipendio – faccio politica fin da piccolo e penso di essere l’unico consigliere provinciale e comunale che non ha mai speso né sprecato una lira. Non ho mai utilizzato fondi di nessuno, né lo sto facendo ora. Non ho né esperti né consulenti. Dico semplicemente che per l’informa-zione istituzionale che è obbligatoria, il budget mi consente una spesa di 1.600-1800 euro lorde. Poi dispongo di un docente universitario che per poche centinaia di euro, ogni sei mesi rendiconta sull’operato. Non è un consulente in quanto si tratta di un contratto a progetto. Tutto qui. Voglio concludere dicendo che nessuno può permettersi di avanzare simili considerazioni, come è successo in passato per molti enti pubblici e per molti consiglieri, si è ricorso all’utilizzo di notevoli somme, tutte documentate».

– C’è chi insinua che lei in dissenso con le direttive di Crocetta, avrebbe fatto votare Donegani anziché Arancio?

«Chi dice questo dice solo il falso per nascondere interessi personali».

Volevamo che si facesse il punto della situazione politico-amministrativa. In parte così è stato, ma dal quadro generale emerge con grande evidenza una situazione che cozza con quella che dovrebbe essere una serena conduzione della cosa pubblica. Ma c’è dell’altro: Fasulo, Gulizzi e qualche altro consigliere, in fatto di primarie nel Pd sono col sindaco di Firenze Renzi, mentre tutti gli altri compreso Crocetta sono per Bersani. Si tratta di scelte politiche autonome, che comunque incidono sull’andazzo generale e sulla impossibilità di cambiare mentalità e realizzare quel cambiamento che tanto potrebbe giovare a far cambiare il modo di far politica.


Autore : Nello Lombardo

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