Corriere di Gela | Con Demetrico si è spenta una voce libera

Con Demetrico si è spenta una voce libera

Venerdì 28 novembre, si è spento il cav. Antonino Demetrico (nella foto). Aveva 65 anni anni ed era nato a Leonforte. Dipendente Eni, giornalista e sindacalista. Lascia la moglie, Sig.ra Angela, e i figli Elia e Gianluca, ai quali vanno le condoglianze del direttore e della redazione del Corriere di Gela.
Abbiamo affidato al collega Elio Cultraro il compito di ricordare il comune amico e collega.
Se n’è andato in punta di piedi, quasi in silenzio, dopo una vita di battaglie civili, politiche e sindacali. Se n’è andato dopo avere sopportato con cristiana rassegnazione una lunga malattia che lo aveva reso anche fisicamente inabile (costretto, per la sua deambulazione, a ricorrere all’ausilio di un bastone), ma che non aveva affatto compromesso la sua mente pensante ed il suo temperamento battagliero.
Fino all’ultimo è stato un protagonista, sposando cause che altri snobbavano, per non avere rogne, per conservare, “incontaminato”, tutto il loro egoismo personale!
Lo avevo visto, qualche tempo fa in via Giacomo Navarra Bresmes, nei pressi di piazza Umberto, mentre in compagnia della sua... solitudine, osservava la caotica circolazione stradale e le decine di persone che dissertavano sulle vicende calcistiche.
Gli sono passato accanto, ma non mi ha riconosciuto ed ho deciso, istintivamente, di proseguire il mio cammino, senza rivolgergli quel saluto che, pur essendo doveroso, mi avrebbe mi avrebbe fatto riconoscere (non ci vedevamo da tantissimi anni, nel corso dei quali lui era rimasto lo stesso, mentre le mie caratteristiche somatiche avevano subìto un certo cambiamento, in negativo, purtroppo), con la prevedibile quanto scontata conseguenza di acuire la sua tristezza e suscitare, nel contempo, in me una insopportabile profonda emozione.
Ci eravamo conosciuti nel 1970, quando lui svolgeva attività politica, con la costituzione della sezione del Psiup (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) ed io ero Corrispondente da Gela del quotidiano pomeridiano “L’Ora” di Palermo. Dopo alcuni anni, Antonio decise di lasciare l’attività politica, per dedicarsi a quella sindacale (prima nella Cgil, come Segretario della Camera del Lavoro e poi nella Cisal) e, qualche anno dopo, al giornalismo, collaborando con il “Giornale di Sicilia”, per poi fondare il “Giornale di Gela”, una testata settimanale, che ebbe, purtroppo, poca vita.
Sul piano personale, è stato un uomo di sani principi e di specchiata onestà intellettuale e morale; parenti, amici, colleghi e conoscenti non possono che ricordare, assieme al suo temperamento fumino – tipico delle persone che credono fortemente in quel che fanno – le tante battaglie civili che ha condotto fino all’ultimo contro gli sprechi, le iniquità e i disservizi nella pubblica amministrazione, la cronica mancanza d’acqua, l’inadeguatezza del sistema sanitario a livello locale e, dovendone tutti i giorni pagare le conseguenze, a causa delle sue intervenute difficoltà di deambulazione, contro il mancato abbattimento delle barriere architettoniche negli uffici pubblici. Antonio, se potesse leggere queste mie note, avrebbe certamente la sua solita reazione emotiva ed il suo viso diventerebbe di color rosso porpora, tipico delle persone sanguigne, passionali e genuine. Ciao, Antonio. La terra Ti sia lieve!

Autore : Elio Cultraro

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