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Corriere di Gela | Storie di pentiti nel libro di Giovanna Montanaro
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notizia del 19/12/2005 messa in rete alle 23:26:20

Storie di pentiti nel libro di Giovanna Montanaro

Attualità 11 Storie di pentiti nel libro di Giovanna Montanaro “Dalla Mafia allo Stato. I pentiti: analisi e storie” è questo il titolo del libro edito dal Gruppo Abele e scritto dalla sociologa Giovanna Montanaro (foto); collaboratrice parlamentare, ricercatrice del gruppo fondato da don Luigi Ciotti che scrive dal 1995 per il mensile Narcomafie. Il volume é stato presentato in città, lunedì 12 dicembre presso l’auditorium del Liceo Classico Eschilo, alla presenza delle classi terze dello stesso Istituto e del Liceo Socio Psico Pedagogico. Gli studenti hanno avviato da settembre un progetto voluto dagli insegnanti e dal Dirigente scolastico Corrado Ferro, su legalità e giustizia.
Giancarlo Caselli nella sua prefazione definisce il libro come “Un insostituibile strumento di conoscenza per chiunque voglia affrontare il complesso tema dei pentiti con rigore scientifico”; ed effettivamente le pagine riescono a offrire al lettore un quadro chiarissimo del fenomeno del pentitismo, grazie alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, del racconto sul loro contesto socio-familiare e sul loro livello di reinserimento nella collettività dopo la disgiunzione dalle cosche di appartenenza; senza trascurare le stragi di Capaci e via D’Amelio e l’importanza del servizio di protezione.
La presentazione del libro che analizza la questione mafiosa, è stata una nuova occasione per riflettere su un tema che attanaglia da tempo la società, continuando ad assumere notevole centralità nel dibattito su i percorsi sociali.
Presenti al convegno l’autrice del libro, la quale ha tessuto le fila su l’importanza del significato dei termini quali: testimoni, pentiti, confidenti… che hanno bisogno di analisi puntigliose prima del loro uso, poiché nel tempo hanno assunto spesso significati intercambiabili. Al tavolo anche il Sindaco Rosario Crocetta; il primo cittadino ha evidenziato il tragitto avviato attraverso il progetto “PON Sicurezza” finanziato dal Ministero degli Interni per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia. “Questi sono percorsi che possono non essere condivisi – ha detto Crocetta – ma io, da pubblico ufficiale ho l’obbligo della denuncia, per dovere civico e legale, ma per me soprattutto etico. Di strade e di piazze non vo-gliamo intestarne più a nessuno – ha continuato – vorremmo che la gente che fa il proprio dovere abbia il diritto di operare e di dire la propria opinione senza essere parte di un tiraggio pubblico”. Tra gli intervenuti anche il capo dei gip di Caltanissetta Ottavio Sferlazza, contro cui la ma-fia pare aveva intenzione di attuare un attentato. Nel corso del suo intervento il magistrato ha affermato che “il valore più grande è quello della legalità, che deve diventare lo stile di vita di ognuno per la formazione di una coscienza collettiva, da assimilare sin dall’infanzia”.
Lirio Conti, Gip presso il Tribunale di Gela, ha invece evidenziato come il pentitismo assume una duplice rilevanza; oltre ad essere diventato un argomento di interesse comune negli ultimi vent’anni, è anche un sistema importante per la lotta alla mafia insieme alle intercettazioni telefoniche contro il circolo vizioso dell’omertà.
Dario Montana, fratello del commissario di Polizia Beppe Montana, ucciso venti anni fa a Palermo dalla mafia, è stato invitato a partecipare per dare testimonianza della grande personalità di quanti, svolgendo il loro dovere hanno perso la vita per la giustizia. “Mio fratello fu uno dei primi che con Chinnici nell’82 andava in giro per le scuole. Oggi noi, preferiamo incontrare i pentiti che hanno ucciso i nostri cari per le strade, se questo ha un senso, se questa diventa per noi la legge che abbatte l’omertà”. Don Marcello, nel suo intervento ha osservato che: “bisognerebbe entrare nella vita di ognuno di questi signori, e saper cogliere in loro un aspetto molto complesso: il confine tra falso e vero”; il sacerdote ha poi evidenziato l’aspetto pregnante dell’incontro, quello che deve portare dall’onnipotenza del mafioso alla potenza della collaborazione con lo Stato.


Autore : Lorena Scimé

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