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Corriere di Gela | ll Muos americano va avanti, Crocetta si rivolge ai giudici
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notizia del 01/02/2013 messa in rete alle 23:10:16

ll Muos americano va avanti, Crocetta si rivolge ai giudici

Il governo siciliano si rivolgerà ai magistrati per chiedere, con un provvedimento d’urgenza, la sospensione immediata dei lavori del Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitari della marina militare statunitense in costruzione a Niscemi. Questo è ciò che ha annunciato il presidente Rosario Crocetta in considerazione del fatto che nonostante la giunta avesse ordinato alla Marina Militare degli Stati Uniti la sospensione dei lavori in c.da Ulmo, la costruzione del sistema satellitare procede a pieno ritmo.

L’esecutivo siciliano aveva avviato un procedimento di revoca dei nulla osta ambientali, concessi da Lombardo nel 2011, poiché secondo quanto accertato dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, la documentazione presentata dalle autorità militari americane, risultante da uno studio ingegneristico, non includeva studi sanitari di impatto sulla salute pubblica, né gli effetti delle onde elettromagnetiche sulla navigazione aerea.

Quindi ci sarebbero tutte le condizioni per chiedere l’applicazione dell’ art. 700 c.p.c. al Tribunale di Caltagirone, lo stesso che aveva emesso nello scorso ottobre l’ordine di sequestro preventivo dell’impianto, poi annullato dal Tribunale di riesame di Catania.

Continua così la lunga e controversa storia del Muos. Il programma di lavoro nella base militare di c.da Ulmo non è stato intaccato nonostante il precedente annuncio del 13 gennaio scorso del presidente Crocetta, arrivato dopo gli scontri tra le forze dell’ordine e gli attivisti no-Muos. Mentre i ministri Cancellieri e Di Paola evidenziano e sostengono il governo americano sulla necessità strategica di dover accogliere la stazione satellitare, il Consiglio provinciale ha votato una mozione per coinvolgere il Parlamento europeo e il Consiglio dei Ministri sulla problematica Muos, e la Commissione ambientale dell’Ars, riunitasi a Niscemi, ha promesso di fermarne i lavori. Intanto, alla base americana continuano ad arrivare camion che trasportano materiali per la sua ultimazione e gli attivisti no-Muos stanno ancora lottando per impedire il passaggio dei mezzi. Il sindaco di Niscemi La Rosa si mostra fiducioso dopo la recente dichiarazione del presidente Crocetta, ma dichiara di non arrendersi fino a quando i lavori non saranno bloccati.

Il governo siciliano si rivolgerà al Tribunale di Caltagirone per chiedere, con un provvedimento d’urgenza, la sospensione immediata dei lavori del Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitari della marina militare statunitense in costruzione nella riserva naturale Sughereta di Niscemi. Questo è quanto annunciato dal presidente Rosario Crocetta, il 30 gennaio scorso, in considerazione del fatto che nonostante la giunta avesse ordinato alla marina militare Usa la sospensione dei lavori in c.da Ulmo, si è accertati che la costruzione del sistema satellitare procede a pieno ritmo. Continua così la storia lunga e controversa del Muos, che ha avuto l’autorizzazione dal governo nazionale e regionale nell’estate 2011 nonostante il dissenso manifestato dai comitati no Muos, nati nel 2009 a Niscemi e proliferati in seguito in tutta l’area di Caltanissetta, Catania, Palermo e Ragusa.

In questi anni sono stati presentate decine e decine di interrogazioni parlamentari, firmate petizioni e appelli per la revoca delle autorizzazioni ai lavori. Ci sono stati dibattiti, marce, digiuni, sit-in e presidi alla base di morte di contrada Ulmo. Ma finora tutto inutile. Alla base di ciò la preoccupazione per la salute dettata scientificamente da uno studio del politecnico di Torino fatto dai professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu che hanno evidenziato come il flusso elettromagnetico dei trasmettitori fino a un raggio di 100 chilometri da Niscemi potrebbe provocare danni gravi e permanenti, come leucemie e tumori.

Oltre alla salute sembra serpeggiare tra i manifestanti la negazione verso un insediamento militare in terra di Sicilia. Ma per il governo nazionale i lavori devono andare avanti e il Muos deve essere completato, anche se questo significa manganellare i cittadini, così come già avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, quando il diritto inviolabile dei niscemesi di salvaguardare la loro salute, quella della città e di tutta la Sicilia è stata calpestato dalle forze dell’ordine che hanno fronteggiato con metodi poco pacifisti i blocchi dei manifestanti di c.da Vituso, lungo la S.P. Niscemi-Caltagirone, permettendo il passaggio dei camion con le parabole da istallare. Qualche giorno prima l’attuale ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri con una nota formale inviata al presidente della Regione Rosario Crocetta aveva dichiarato come Niscemi fosse “un sito di interesse strategico per la difesa militare della nostra nazione e dei nostri alleati”, intimando al governo siciliano e ai cittadini di non ostacolare per nessun motivo i lavori. Di «asset strategico per l’Alleanza Atlantica», ha parlato anche il ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola durante un incontro con il segretario della Difesa Usa Leon Panetta e dopo la dichiarazione sul Manifesto del 13 gennaio da parte del presidente Rosario Crocetta di sospensione di tutela dei lavori che, nonostante tutto, continuano ad andare avanti ad oltranza.

«La dichiarazione del presidente Crocetta – ha sostenuto Manuel Zafarana, delegato della Lipu di Niscemi – non è mai stata seguita da un atto formale, per cui i lavori non si sono mai arrestati. L’impianto è già istallato e le gru che sono passate con la forza l’11 gennaio scorso, sono in piena attività. I comitati no Muos continuano la loro battaglia con presidi permanenti»

Secondo quanto affermato da Antonio Mazzeo, giornalista pacifista tra i primi ad occuparsi della questione Muos, la Regione Sicilia sarebbe stata accusata di violazione degli accordi internazionali. Ma da un'osservazione attenta degli atti, da parte dell'assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana diretto da Mariella Lo Bello, emerge che il governo italiano non poteva autorizzare la Marina militare degli Usa a realizzare il progetto Muos senza l’autorizzazione ambientale della Regione Sicilia, in virtù dello Statuto e della Carta Costituzionale dell’isola. Il governo di Lombardo però nel 2011 espresse parere ambientale favorevole solo sulla base della valutazione di impatto sulla salute presentata dalle autorità militari americane, risultante da uno studio ingegneristico, che non includeva gli effetti delle onde elettromagnetiche nei confronti della navigazione aerea. Per assenza di specifici studi sanitari sul rischio elettromagnetico e per l’accertata violazione delle normative paesaggistiche ed ambientali, accertata da parte della Procura di Caltagirone che aveva emesso a ottobre l’ordine di sequestro preventivo, annullato dopo 20 giorni dal Tribunale di riesame di Catania, l’attuale governo regionale ha chiesto agli Usa di presentare uno studio autorizzato da un organismo pubblico sanitario competente, come l'Organizzazione mondiale della sanità, sul rischio elettromagnetico dell’impianto. La stessa Commissione Ambientale dell’Ars riunitasi il 22 gennaio scorso a Niscemi alla presenza dei comitati No Muos, e di alcuni rappresentanti dell Arpa, di Legambiente e del Wwf regionale, nonché del prof. Massimo Coraddu, ha promesso di fermare la costruzione del Muos.

«L’assessore regionale Lo Bello – ha dichiarato Francesco La Rosa, sindaco di Niscemi – ha preso un preciso impegno con la nostra città e con i comitati no Muos, ma fino adesso non è stato emesso nessun provvedimento, anche perché devono ancora arrivare le valutazioni sul rischio elettromagnetico. Come amministrazione abbiamo più volte sollecitato il Consiglio provinciale e il presidente delle Regione, che intanto dovevano bloccare i lavori in via preventiva. La recente dichiarazione del presidente Crocetta mi dà un po’ di fiducia, ma non ci fermeremo fino a quando i lavori non saranno bloccati».

Intanto il 25 gennaio il Consiglio provinciale di Caltanissetta in una seduta urgente, al termine di un articolato dibattito, ha approvato all’unanimità una mozione per dire “no al Muos”, i cui punti riguardano il coinvolgimento del Parlamento europeo e la richiesta al presidente Crocetta, sulle basi delle prerogative dello Statuto siciliano, di riunire il Consiglio dei ministri per conoscere la vera volontà del governo nazionale sulla questione Muos, oltre che la sospensione sine die dei provvedimenti autorizzativi sul Muos, in attesa della valutazione dell’Oms sulla salubrità del campo.

«La costruzione del Muos è in fase avanzata – ha dichiarato Massimiliano Ficicchia, assessore al Territorio e Ambiente del comune di Niscemi – e lo stesso assessore Lo Bello, ha constatato che le rilevazione dell’Arpa sono state insufficienti, e adesso è tardi per chiedere un’istruttoria integrativa sulle emissioni elettromagnetiche, così come stabilito durante la recente riunione del Consiglio provinciale, quindi bisogna bloccare i lavori in attesa di una relazione da parte dell’Oms, e far valere lo Statuto, per una questione così speciale in cui viene meno la salute dei cittadini».

Ancora una volta lo Stato gira le spalle ai siciliani e la salute diventa un problema secondario rispetto alle strategie militari. Il rischio per la salute è alto. Ed è facile crederci dato che tre delle quattro aree scelte per le antenne sono zone desertiche. Qui invece sono state costruite a due passi da un centro abitato, stando pure attenti a non far trapelare la notizia.

«L’operazione Muos è cominciata nel 2001 con il governo Berlusconi per continuare con quello Prodi – ha asserito il sindaco di Niscemi – ma i niscemesi hanno saputo delle antenne solo nel 2008 perché era stato chiesto al comune il parere sull’impatto. Tra l’altro il protocollo firmato nel 2011 parlava solo di benefici per il territorio»

Solo negli ultimi mesi, grazie alle mobilitazioni e alle denunce dei comitati no Muos, il problema è stato portato dal piano strettamente siciliano a quello nazionale. «Abbiamo sempre partecipato alle manifestazioni contro l’istallazione del Muos – ha detto Luigi Casisi, sindaco di Butera – comitati no Muos stanno nascendo anche nella nostra città». Uno dei diritti sanciti dalla nostra costituzione è quello alla salute, alla vita, che in questo caso viene calpestato per le logiche militari. Non si capisce perché sia stato scelto il comune nisseno, già compromesso dal punto di vista ambientale per i fumi e le polveri dell’Eni. Tra l’altro il sistema di antenne non porterà nessun vantaggio economico alla città dove l’agricoltura, fonte di sussistenza di intere famiglie, è sempre più in ginocchio. Si spera solo che le dichiarazioni del presidente Crocetta e dell’assessore Lo Bello non siano parole buttate al vento.


Autore : Filippa Antinoro

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