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Corriere di Gela | Gela Provincia, il futuro dei giovani
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notizia del 22/10/2003 messa in rete alle 22:48:11
Gela Provincia, il futuro dei giovani

Il problema di creare Gela capoluogo di provincia, è veramente vitale per la nostra città. Non si tratta – è bene chiarirlo – di sganciarci da Caltanissetta, perché provincia “matrigna e oppressiva”. Niente affatto. Io amo Caltanissetta, perché mia moglie era nissena e anche i miei figli sono nati in quella città.
Il problema è un altro e deve essere capito in profondità, non soltanto dai cittadini, ma da chi amministra la nostra città e dai nostri parlamentari. Gela ha 80 mila abitanti e tante scuole di ogni ordine e grado (manca soltanto l’università). Ebbene, la scuola con l’alfabetizzazione di massa sostenuta dallo Stato crea ogni anno tanti diplomati e (per chi frequenta poi l’università) anche laureati.
“Oggi chi non ha una laurea ci perde di decoro, e non si trova un asino nemmeno a peso d’oro”. Questa gioventù studiosa troverà posto per vivere a Gela, o dovrà scappare nella Padania, dove sarà ricacciata indietro dai seguaci di Bossi? Creare Gela provincia – e la città ha veramente tutti i numeri – significa dare tanti posti alla nostra gioventù studiosa, perché in una sede di provincia, oltre al Tribunale, dovrà risiedere la Questura, la prefettura, il provveditorato agli studi, la Soprintendenza alle Antichità, gli uffici delle Tasse governative ed altro. E dunque occorrono uscieri, impiegati, addetti alle pulizie, ecc. Sono centinaia di posti che si aprirebbero in favore dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Il complesso petrolchimico gelese si è fortemente assottigliato, e col tempo, è condannato a sparire. Cosa resterà a Gela per vivere, o meglio sopravvivere?
Gela è la quinta città più popolosa della Sicilia ed è diventata stretta per poterci vivere tutti, perché non ci sono tanti sbocchi. E’ finita la vita misera di prima della guerra, quando la città era popolata di carri agricoli, di muli, cavalli e asini. Oggi viaggiamo tutti in auto, in aereo e in treno. Nessuno torna indietro, come dice il noto libro di Alba De Cespedese. Né si può vivere sulle glorie del passato.
E’ vero che nessuno pensa di abbandonare la campagna, ma la vocazione vera di Gela resterà sempre quella del turismo balneare. Il vero grande problema della nostra città, che vanta un numero considerevole di diplomati e laureati, è quello di dare un posto per vivere a questi giovani. E creando Gela capoluogo di provincia, molti di questi giovani troveranno un lavoro.
Ricordiamoci – ripeto – che il complesso petrolchimico non tarderà molto a sparire. I parlamentari gelesi, nazionali e regionali, l’amministrazione comunale, i cittadini tutti devono saper giocare questa carta: Gela provincia.
Se ciò non sarà possibile (in politica tutto è falso e tutto è ipocrisia), penso ai versi che mio padre mi recitava ottanta anni fa, con rassegnazione: “Sopra la cupola di Terranova c’è una pivula che cova l’ova; e se la cacci, subito dice: và fatti futtiri terra infelice!”


Autore : Gino Alabiso

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