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Corriere di Gela | La squadra antimafia
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notizia del 20/11/2005 messa in rete alle 21:49:08

La squadra antimafia

Riportiamo, come promesso, la traduzione del servizio dedicato alla squadra del Gela pubblicato sul settimanale sportivo argentino “El Grafico” nel numero andato in edicola in questo mese di novembre. E’ stato lo stesso autore del servizio, Martin Mazur a farci la gentilezza di inviarci la traduzione in italiano.

Non sono armati e non si credono gli intoccabili. L'unico ricorso che hanno a disposizione in realtà sono maglie personalizzate. E nonostante questo, potrebbero raggiungere obiettivi che nemmeno le più aggressive campagne governative sono riuscite ad ottenere.
Nel cuore della Sicilia, là dove la sacra legge dell'omertà ha resistito durante secoli al di sopra di ogni altra norma, i giocatori del Gela, una squadra da poco arrivata alla Serie C1, si sono calati nella impossibile missione di sconfiggere un fantasma che ha da sempre segnato l'isola: la mafia.
Oggi nominare il Gela equivale a pensare alla prima squadra antimafia, una notizia che si é diffusa così rapidamente come l'influenza aviaria e che ha generato una grande corrente di simpatia, non solo nell'isolata Sicilia ma anche nel resto d'Italia. A differenza delle maglie delle altre squadre che pubblicizzano marche di pasta, cellulari o biscotti, lo sponsor del Gela é la F.A.I., la Federazione Antiracket Italiana, che lotta contro il mondo della illegalità e del crimine. Che uno stadio completo festeggi questa avversione al pizzo é una grandissima vittoria, sostiene Rosario Crocetta, il sindaco della città, colui che ha dato il via a questa e altre iniziative che hanno contribuito alla sua fama di paladino antimafia. Ma il fatto più importante consiste nell’aumento delle denunce di estorsione degli ultimi anni. Stiamo riuscendo a far partecipare e a far parlare la gente ogni volta di più.
Il valore simbolico della campagna antimafia della squadra di Gela é Altissimo. L’iniziativa non nasce da Milano, Venezia o Genova, ma da una città che 15 anni fa é stata il centro delle sanguinose battaglie quotidiane fra la tradizionale Cosa Nostra e una nuova mafia siciliana, la Stidda, che ha lottato per aggiungere Gela al suo territorio.
In questo complesso sfondo, si potrebbe facilmente pensare che i calciatori siano segnati semplicemente dal fatto di indossare le maglie di “Io non pago”. No, non é così, chiarifica il portiere Giovanni Indiveri, ex compagno di Sebastian Cejas nell’Ascoli – Io non sono siciliano, e quando ho ricevuto questa offerta, in molti mi hanno avvisato che esiste la mafia, ma uno qui non la vede nella stessa maniera che da fuori. Questa é una bellissima città, con uno splendido mare, sole tutto l’anno, non é solo terra di mafiosi. Abbiamo avuto una riunione con il sindaco, che ci ha spiegato l’importanza di questa iniziativa, e siamo stati molto contenti di poter aiutare in questo obiettivo, mostrare a tutta Italia che con la mafia non si può andare avanti.
Mentre il Napoli e altri club forti hanno a disposizione giocatori di molta esperienza, lo schieramento del Gela é stato creato in due settimane, con maggioranza di giocatori liberi. Si allenano in un campo che non é all’altezza delle circostanze e a causa dei problemi con la distribuzione dell’acqua con cui la Sicilia convive, a volte devono usare la doccia di casa loro. Ma non per questo si sentono da meno.
Gli abitanti di Gela lo sanno, e venerano questi giocatori tanto come Santa Rosalia. Il calore che da la gente é incredibile – analizza Indiveri –. Quando andiamo a mangiare nei ristoranti ci vengono incontro, nei negozi abbiamo un prezzo speciale, tutti sanno che la società sta passando attraverso problemi economici, ed é la loro maniera di darci una mano. Siamo i loro idoli.
Se i tifosi si comportassero male, la nostra campagna di diffusione non servirebbe a molto. Ma noi abbiamo il pubblico più corretto di tutta Italia, e riceviamo molto appoggio. Nei due anni che ho trascorso qui non abbiamo mai avuto incidenti, nessun caso di proiettili, invasioni di campo o attacchi alla tifoseria rivale. Addirittura, durante le finali della C2, i tifosi hanno intrattenuto e divertito i rivali, che alla nostra vincita ci hanno applaudito ancora più dei nostri, nonostante la normale amarezza. Mai visto niente di simile, spiega Nicola Ferrante, direttore sportivo. Dobbiamo fare tutto quello che ciò possibile per permettere al Gela di rimanere in questa serie, dopo tutta lo sforzo che é stato fatto per arrivarci. Facendo questo tipo di propaganda, lottando contro tutto e tutti, non possiamo non renderci conto che persino le cose più complicate si possono ottenere con sacrificio, enfatizza il portiere.
E mentre il calcio attraversa un altro inizio campionato caratterizzato da problemi di doping, mazzette, vincite combinate e falsi bilanci dalle grandi città del nord, dal sud più profondo, dove tutti sono segnati dalla cattiva fama, una squadra di calcio invita a rispettare le regole.
Paradossale. Non ha paura, carismatico, comunista e dichiaratamente gay l’intendente Crocetta é un personaggio molto particolare, che nel momento di mettersi contro la mafia non ha dubbi. Oltre l’iniziativa calcistica, ha promosso l’ingresso dei carabinieri alle sessioni ordinarie della assemblea comunale per garantire l’assenza di pressioni esterne nelle prese di decisione. Da poco, ha bloccato la costruzione di una chiesa. E non perché non sia cattolico, aveva scoperto che i fondi venivano da denaro sporco.
Da quando ho intrapreso questa politica, le minacce si sono fatte sentire. Sono diventate pane quotidiano. Mi hanno obbligato a vivere con una protezione di 24 ore, sette giorni su sette. Non posso neanche andare a prendere un gelato, dichiara il sindaco, che non risponde a chiamate che non provengano da numeri non presenti nella sua agenda, per prevenzione. Credo che sarei molto meno libero se mi arrendessi alla mia propria coscienza finisce, chi vede tutte le partite del Gela dalla curva insieme ai tifosi e prepara la sua candidatura per trasformarsi in sindaco della regione Sicilia. E c’é chi già lo vede come una futura alternativa alla destra di Berlusconi.
Martin Mazur
El Grafico (Argentina)


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