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Corriere di Gela | Intervista al nuovo capogruppo consiliare dei Democratici, Enrico Vella
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notizia del 30/11/2012 messa in rete alle 21:43:42

Intervista al nuovo capogruppo consiliare dei Democratici, Enrico Vella

Quarantadue anni compiuti a luglio, dottore in scienze biologiche e consulente, Enrico Vella (nella foto) è stato il più votato nella lista del Partito Democratico alle ultime elezioni amministrative cittadine. Già assessore per tre anni nella Giunta Crocetta, è da poco il capogruppo Pd al Consiglio comunale di Gela, in sostituzione di Giuseppe Arancio, dimessosi da tale carica non appena eletto al parlamento isolano. Enrico Vella è stato assessore all’ecologia nell’ultima giunta Crocetta.

In settimana, Vella ci ha concesso una breve intervista, rispondendo a 5 domande che di seguito riportiamo.

– Il rapporto tra esecutivo cittadino e maggioranza consiliare in questa prima metà del mandato è sembrato per certi versi apparentemente incomprensibile, sovente alquanto complicato ed a tratti condito da aspra polemica. Nella dialettica, non si può dire che lei si sia tirato indietro, anzi. Nel momento in cui subentra al neo deputato regionale Giuseppe Arancio nel ruolo di Capogruppo Pd al Consiglio Comunale, come intende muoversi?

«Il gruppo consiliare del Pd è formato da 10 consiglieri provenienti da esperienze politiche differenti e molti come il sottoscritto sono alla prima vera esperienza in consiglio. Ad oggi, ritengo di non aver mai generato alcuna polemica, anzi attraverso le mie interrogazioni ho cercato di focalizzare alcuni problemi: vedi l'ufficio postale di via Verga, il Puc (piano urbanistico commerciale), la mozione sul porto isola, il liceo musicale, il porticciolo turistico e via di seguito. Come capogruppo spero di poter favorire e rafforzare il rapporto tra consiglieri e amministrazione, affinché i problemi della città non debbano essere segnalati con le interrogazioni, ma risolverli magari direttamente»

– Nonostante la giovane età, non si può affermare che lei sia un novello della politica locale. Forte anche della sua esperienza amministrativa maturata sul campo durante la sindacatura di Crocetta, ci potrebbe chiarire perché, a suo giudizio, Gela sembra una città dannatamente condannata a rincorrere le emergenze ed a tappare i buchi, come se fosse una regola cogente da osservare, laddove programmare e pianificare diventa una singolare eccezione? «Purtroppo, i ritardi del passato non li recuperiamo con la bacchetta magica, ma solo con una classe dirigente davvero consapevole di quello che è successo, in modo da non ripetere gli stessi errori. Mi riferisco, principalmente, allo scempio urbanistico della nostra città. Solo adesso si comincia ad intravedere un modo nuovo di concepire l'habitat cittadino, pensando alle nuove costruzioni con accanto piazze, chiese e luoghi dove possano giocare i bambini» – A proposito: come vede l'elezione a presidente della Regione del gelese Rosario Crocetta, sia per la Sicilia che per questo?

«L'elezione di Crocetta rappresenta per questa classe dirigente – e non mi rivolgo solo ai partiti politici ed ai consiglieri comunali, ma anche alle associazioni del territorio ed ai cittadini che si interessano alla cosa pubblica - l’occasione per programmare e vedere realizzati tutti quei progetti bloccati per anni nelle stanze della Regione Siciliana, mentre altri sono arrivati sempre prima di noi: l'esempio calzante è quello sugli investimenti concernenti la rete idrica ed il porto, ma il mio discorso si allarga anche alla gestione dei rifiuti, al difficile connubio tra Siciliacque e Caltaqua, al sempre più problematico rapporto la Raffineria e il territorio, con la vicenda dell‘ILVA di Taranto ad ammonirci una volta di più»

– Come commenta il primo turno delle Primarie di coalizione e cosa si aspetta dal ballottaggio di domenica prossima?

«Con grande soddisfazione, perché il numero dei votanti dimostra che questa classe dirigente locale ha ancora credito nei nostri concittadini. Il che ci responsabilizza a fare sempre meglio se vogliamo continuare ad essere validi rappresentanti nelle istituzioni locali. Per il ballottaggio mi aspetto che si rispetti quello che si è detto: che vinca Renzi o Bersani, l’importante è che si operi un rinnovamento ed un ricambio con gente valida e scelta dagli elettori, cioè quello che vuole la gente e non quello che vogliono i cosiddetti addetti ai lavori» – In clima di spending review, vale a dire di revisione della spesa al fine di eliminare alcuni sprechi individuati, o presunti tali, a livello nazionale si è deciso di accorpare diverse province, facendo comunque un torto alla democrazia giacché in determinati territori verranno a mancare cariche elettive votate dai cittadini come quelle di presidenti e consiglieri provinciali. Cosa ne pensa al riguardo?

«Per quando riguarda l’accorpamento di alcuni Enti, comprese le Province, ho la sensazione che questa manovra serva a ridurre - come da lei osservato - la democrazia e la partecipazione della gente, la quale ultima si esprime attraverso il voto e non certo attraverso la nomina dall'alto. Più in generale, rispetto al taglio delle spese in politica la mia idea è che i nostri parlamentari avrebbero dovuto semplicemente copiare la legge che hanno fatto per gli enti locali ed estenderla anche a livello centrale: credo proprio che avremmo risparmiato parecchi soldi»


Autore : Nello Lombardo

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