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Corriere di Gela | Terra di talenti
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notizia del 15/07/2004 messa in rete alle 21:38:45

Terra di talenti

Docente, Pardo, Tilaro, Zuppardo e Tandurella: cinque giovani realtà del calcio gelese, cinque talenti che nelle seguenti dichiarazioni mostrano di coltivare sogni e ambizioni di successo con la consapevolezza di dover faticare non poco per raggiungere certi traguardi. Alcuni di questi sono già affermati (Docente e Tilaro) ma devono mantenere la fama acquisita, altri (Pardo e Zuppardo) sono in procinto di conseguire una buona fetta di gloria nel mondo professionistico, mentre per il più giovane di tutti, Tandurella, bisogna aspettare ancora un paio d’anni.
Nell’augurare a questi ragazzi un roseo futuro, è doveroso evidenziare altri talenti prodotti dalla fantastica fucina quale ha dimostrato d’essere la nostra città, ulteriori promesse che hanno avuto il piacere di esordire tra i professionisti con formazioni diverse dal Gela .
Alessio Stamilla, nato il 16/02/1983 a Gela, attaccante, due stagioni con la Sanremese tra C2 e D (28 presenze, 5 gol) e tre con la Sangiovannese in C2, l’ultima culminata con la promozione in C1 (71 presenze complessive, 9 gol), anch’egli giovane di valore oramai divenuto un elemento importante della formazione toscana;

Nunzio Di Dio, nato il 7/8/1982, ottiene una presenza in B con il Crotone nel maggio 2002, per poi disputare tre stagioni tra i dilettanti, la prima con il Valle d’Aosta (9 presenze, 1 gol), le altre due con la Vibonese (48 presenze, 5 gol). Un ragazzo che ha ultimamente disatteso le aspettative, ma non è da escludere tra qualche anno un suo ritorno tra i professionisti.

Emilio Benito Docente, nato l’11/12/1983, attaccante, è cresciuto ed esploso nel Gela (39 presenze e 13 gol in C2 nell’arco di tre campionati), poi nel gennaio 2003 è passato al Messina in B (7 presenze, 1 rete). In questa stagione ha recitato un ruolo da protagonista nel Rimini in C1 (è sceso in campo in 31 gare, siglando sette reti, cui bisogna aggiungere un gol nei play-off contro il Cesena).
– Dopo il tuo exploit con il Gela e l’esperienza di Messina, nell’ultima stagione sei stato il punto di riferimento offensivo del Rimini in C1, insieme all’altra punta Floccari. Com’è andata?
"Devo ritenermi più che soddisfatto, perché ho collezionato molte presenze, giocando da titolare per due terzi di stagione, ho segnato qualche gol importante, e soprattutto sono in procinto di completare la mia maturazione tattica. Sono consapevole della mia discontinuità, ma ho ancora venti anni e pertanto non manca il tempo per poter conseguire la definitiva consacrazione".
– In questi giorni impazza il calcio-mercato, e tu sei al centro di numerose trattative. Quale futuro si prospetta per te?
"Innanzitutto è stata rinnovata la comproprietà tra Messina e Ri-mini, dopodiché sto valutando alcune offerte per la prossima stagione, tra cui quella del Crotone (società satellite della Juve) in B, e della Reggiana e dello Spezia in C1. Potrei anche rimanere a Rimini, in quanto il mio club vuole allestire un organico in grado di garantire il gran salto tra i cadetti. Comunque sia, a me importa soprattutto militare in una società che mi garantisca il posto da titolare o che quantomeno mi permetta di giocare con una certa continuità".
– Per molti rimane un mistero in che modo la Juventus ti ha legato a sé: puoi fornirci delle delucidazioni?
"In pratica fui acquistato, per settecentomila euro all’incirca, solo dal Messina, mentre adesso, come ho già detto, il mio cartellino è in comproprietà tra i peloritani e il Rimini. Qualora decidano di vendermi la Juve vanta, però, un diritto di prelazione nei miei confronti, per cui prima devono attendere la sua decisione, e in caso di rifiuto d’acquisto, cedermi al miglior offerente".
– Hai seguito il Gela?
"Sì, mi ha fatto molto piacere che la squadra abbia raggiunto la salvezza.
Ha compensato il dolore che ho provato in occasione della retrocessione patita esattamente un anno fa, dopo la mia partenza. Mi auguro che con il cambio di proprietà ottenga risultati migliori in futuro".
– Come ci si sente nell’essere considerato il maggior talento calcistico della città?
"Previamente devo ammettere che mi ritengo molto fortunato, in quanto altri ragazzi di talento non hanno usufruito del medesimo aiuto da parte della dea bendata. E ovviamente sono molto soddisfatto, poiché alcuni anni fa in pochi credevano in me, poi grazie al Gela ho coronato il sogno di diventare un calciatore professionista di buon livello, e mi auguro di continuare su questa strada".

Graziano Tilaro, nato il 18/01/1985, terzo portiere della Reggina in serie A da un paio di stagioni, con qualche ap-parizione in panchina.
– Un commento sulla tua stagione a Reggio Calabria in prima squadra.
"E’ stata un annata molto importante, avendo respirato l’aria della serie A mediante uno stabile contatto con grandi giocatori da cui acquisire consigli utili per il futuro. Le stagioni trascorse da titolare della Primavera amaranto agli ordini d’Orlandi (poi condottiero del Vittoria in C1) e Terzulli mi hanno forgiato ulteriormente, e adesso mi ritengo pronto per un esperienza importante, andando in prestito in qualsiasi serie inferiore professionistica".
– A Reggio hai avuto come preparatore dei portieri Sergio Buso, un passato glorioso in A negli anni ’60 e ’70: con il suo aiuto non puoi che diventare un gran numero 1.
"Effettivamente Buso, ex allenatore di Bologna e Taranto, mi ha aiutato enormemente a crescere, insegnandomi i trucchi del mestiere. La scuola fino ad ora è stata di buon livello, in seguito spero di mettere a frutto le indicazioni ricevute in questi anni".
– Sei andato in panchina contro la Juve e il Milan e hai ricevuto la convocazione per l’Italia under 19. Emozioni forti per un giovane alle prime armi
"Non nego che sia stato molto emozionante per me andare in panchina a soli 17 anni, peraltro in frangenti talmente importanti, e naturalmente mi auguro che in futuro si ripresenti una tale possibilità. Anche lo stage con l’under 19 mi ha arricchito interiormente e costituisce un ricordo molto importante".
– C’è qualche portiere nazionale o internazionale che stimi fortemente?
"Mah, se proprio devo dire un nome, penso Frey del Parma".
– Hai seguito il Gela? Ti piacerebbe vestirne la maglia?
"L’ho seguito poco. In caso d’interesse accetterei volentieri un eventuale prestito, purchè possa concorrere per la maglia da titolare con l’altro portiere".

Simone Pardo, nato il 12/09/1984, attaccante della Trinacria, ad un passo dal trasferimento in C.
– Simone, una stagione straordinaria per te con la maglia della Trinacria in Eccellenza ti ha aperto le porte del mondo professionistico. Potresti riviverla con parole tue?
"E’ stata una stagione divertente, e con la Trinacria io e gli altri ragazzi abbiamo ottenuto delle soddisfazioni non indifferenti. Personalmente il bottino di 19 reti siglate senza tirare calci di rigore m’inorgoglisce molto. De-sidero ringraziare la dirigenza e soprattutto mister Scerra per la fiducia che mi hanno concesso nell’arco della stagione".
– Te l’aspettavi alla vigilia della stagione questo tuo exploit?
"Sinceramente no, sebbene abbia sempre mantenuto una certa convinzione nei miei mezzi. Peraltro all’inizio della stagione, sotto la guida di Fisci, ero stato accantonato, infatti a gennaio avrei dovuto lasciare il club dopo aver collezionato poche presenze nel girone d’andata. Poi, con l’arrivo di Scerra, si è verificata l’inversione di tendenza, e ho iniziato a segnare gol a grappoli grazie al sostegno in campo dell’intera squadra e, in special modo, di Fausciana e Di Natale, due elementi di grande spessore tecnico che mi hanno fornito numerosi assist".
– In questi giorni si è parlato con insistenza di un tuo passaggio all’Aglianese in C2. A che punto è la trattativa?
"Per ora siamo in una fase di stallo, perché oltre all’Aglianese ci sono tre squadre di C e numerosi club di serie D blasonati che desiderano acquistarmi. Per il momento sto valutando".
– Nel caso in cui dovessi accasarti in una società del nord o centro-Italia, hai paura di incontrare difficoltà nell’ambientamento?
"Problemi del genere non me li creo, anche perché ho già avuto un esperienza con la primavera della Pistoiese per sei mesi nel 2002, e lì mi sono trovato benissimo. Peraltro, se andassi ad Agliana, in Toscana, mi sentirei vicino a casa e potrei ritrovare i vecchi amici".
– Nel maggio del 2003 hai esordito in C2 con la maglia del Gela. Dopo quella singola apparizione, la società di Fraglica non ha creduto in te permettendo il tuo passaggio alla Trinacria. Hai rimorsi o nutri dell’astio nei confronti della società madre che ti ha sedotto ed abbandonato?
"No, anzi ho accettato con serenità la decisione della dirigenza, non mi sarei mai permesso di contestarla. Non solo, il mio desiderio consiste nell’indossare la maglia del Gela, sputare sangue in campo per la squadra della mia città. Qualora la nuova dirigenza mi offrisse una nuova possibilità, non esiterei a firmare perché mi sento molto legato ai colori giallorossi".

Liborio Zuppardo (nella foto), nato il 19/01/1985, attaccante, ha giocato nella Primavera dell’Ancona e dal gennaio 2004 in prestito in serie D al Morro d’Oro, formazione abruzzese neo promossa in C2.
– Ricostruiamo la tua breve carriera giovanile.
"Sono cresciuto nella Don Scuderi e grazie all’intermediazione di Angelo Mezzasalma (vero e proprio factotum, avendo scoperto, allevato e lanciato, con grande abilità, numerose promesse del calcio gelese, tra cui Graziano Tilaro e Carrubba) ho effettuato con esito positivo un provino per il Perugia, ma l’allora responsabile del settore giovanile Spinelli nel 2000 si trasferì ad Ancona portandomi con se".
– Giunto ad Ancona, nella Primavera ti sei distinto a suon di gol e la Gazzetta dello Sport ti elogiò in un numero uscito nel marzo 2003, prospettando un tuo possibile esordio a fine campionato in B. Come hai vissuto quel momento?
"L’elogio sicuramente mi ha fatto molto piacere, e costituiva il frutto di una mia piena integrazione nella società marchigiana. Ho aspettato con tranquillità la possibilità di esordire nelle ultime giornate, poi però la squadra di Simoni ha conquistato la promozione all’ultima giornata per cui, purtroppo, non è stato possibile debuttare".
– Anche nell’ultimo campionato sei andato vicino all’esordio con l’Ancona, questa volta nella massima serie. Ma a gennaio i dorici ti hanno prestato al Morro d’Oro. Hai dei rimpianti?
"No, perché era molto importante per me cominciare a fare un pò di esperienza, e in Abruzzo mi son trovato molto bene. Certo, sono consapevole dell’occasione che ho perduto, considerato che l’Ancona ha lanciato tanti ragazzi nel finale di stagione, ma in compenso mi tranquillizza maggiormente la fiducia che la società di Pieroni ha mostrato nei miei confronti in questi anni. Magari il prossimo anno andrò in prestito in C, forse nuovamente al Morro d’Oro, ma non escludo una mia permanenza ad Ancona".
– Hai seguito il Gela? Cosa pensi?
"Si, lo seguo sempre, ma mi preme sottolineare quanto poco spazio la società giallorossa abbia dato ai giovani del luogo negli ultimi anni, eccezion fatta per Docente. A mio avviso dovrebbe puntare con più continuità sui ragazzi di Gela e dare meno spazio ad acquisti provenienti da fuori".
– Se il Gela volesse acquistarti, accetteresti volentieri?
"Dipende, se mi garantiscono un minimo di spazio che consenta di mettermi in vetrina, in tal caso intavolerei tranquillamente una trattativa. Ma senza le adeguate garanzie, preferisco giocare altrove".

Luigi Tandurella
Nato il 27/02/1987, attaccante della formazione Primavera della Reggina.
– A quindici anni, quindi in giovanissima età, hai compiuto il gran salto da Gela a Reggio. In che modo si è concretizzata la trattativa relativa al tuo passaggio in maglia amaranto?
"Ho disputato un campionato Esordienti e due tornei Giovanissimi con la maglia del Gela, conquistando la convocazione per la rappresentativa regionale e mettendomi ulteriormente in mostra. In seguito, hanno cominciato a fioccare le richieste nei miei confronti provenienti da molti club professionistici, che mi of-frivano la possibilità di scegliere senza effettuare alcun provino".
– Perché hai scelto Reggio?
"Ho valutato con attenzione i pro e i contro insieme alla mia famiglia, e abbiamo optato per la Calabria in quanto è più vicina per cui non mi sarei allontanato più di tanto dalla famiglia. Inoltre con la Reggina era già tesserato Graziano Tilaro, il quale avrebbe facilitato, come del resto ha poi fatto, il mio inserimento nel nuovo club".
– Quindi, nonostante i tuoi quindici anni, non hai avuto nostalgia di casa.
"Le preoccupazioni iniziali sono scomparse dopo pochi giorni il mio arrivo a Reggio. Mi sono ambientato con facilità, anche se sono consapevole che non tutti i ragazzi che lasciano il “nido” si trovano a loro agio lontano da casa".
– Come giudichi la tua esperienza nel campionato Primavera sinora?
"Un’esperienza entusiasmante. Il primo anno sono sceso in campo con la formazione Allievi, e sinceramente non mi aspettavo molto all’inizio, ma strada facendo mi sono integrato benissimo conquistando il titolo di capocannoniere del campionato e meritando la partecipazione al torneo di Viareggio, dove peraltro ero il più piccolo. In quest’ultima stagione, sebbene in teoria avrei dovuto far parte della formazione Allievi, ho tuttavia partecipato al campionato Primavera da titolare, disputando inoltre un nuovo torneo di Viareggio. Mi ha gratificato molto giocare con ragazzi più grandi di me, è un aspetto che mi aiuta a crescere ancora di più".
– Che rapporto hai con il Gela?
"Da tempo ormai non sento più nessuno dei dirigenti, eccezion fatta per il mio allenatore delle giovanili Salvatore Guastella. L’ultimo contatto con i dirigenti gelesi è stato al tempo della trattativa con il Reggina, poi ci siamo persi di vista. D’altro canto al passato penso poco e per il momento il mio obiettivo consiste nel proseguire il lavoro iniziato con la maglia della formazione calabrese, sperando in una veloce maturazione da parte mia".


Autore : Paolo Cordaro

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