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Corriere di Gela | Sugli altari, il Papa della sofferenza
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notizia del 30/04/2011 messa in rete alle 20:42:04

Sugli altari, il Papa della sofferenza

E' stato un papa che abbiamo amato tutti, credenti e atei, uomini e donne, vecchi e giovani, perchè è stato un papa vicino alla gente. Forte, vigoroso, ironico, sanguigno, fortemente ancorato alla missione che la Chiesa di Cristo e la storia gli avevano affidato, ma sempre e comunque vicino alla gente. Sì, Karol Wojtyla, il papa polacco ha saputo farsi amare perchè anch'egli veniva da una vita difficile e travagliata, ed essendo stato egli stesso un operaio sapeva cosa significasse guadagnarsi il pane con il sudore della fronte. Questa sofferenza Wojtyla non l'ha mai dimenticata, l'ha portato con sè sino sul soglio di Pietro. E da papa ha vissuto altro immenso dolore. L'attentato a Piazza San Pietro che avrebbe potuto ucciderlo, e poi il cancro, gli interventi, e poi ancora il Parkinson, lo avevano profondamente provato e lo hanno accompagnato per tutto il suo pontificato. Egli però passerà alla storia come il grande comunicatore, il novello San Paolo, il papa che ha viaggiato più di tutti. Il papa che ha sconfitto il comunismo; egli che da giovane aveva dovuto subire le brutture della guerra e combattere il nazismo. Ebbene, Giovanni Paolo II ora sarà beato. Il 1° maggio in quella piazza che lo vide protagonista per tutto il suo lungo magistero, Benedetto XVI, suo successore, lo annovererà fra i santi della Chiesa universale. Per questo appuntamento una folla oceanica di fedeli verrà da ogni angolo d'Europa, quest 'Europa che tanto afflisse Wojtyla, avendone egli colto prima di tutti profeticamente il declino culturale e religioso, prima ancora che politico. E l' Europa farebbe bene oggi a guardare all'eredità lasciata da questo straordinario uomo di Dio, che seppe leggere i segni della storia, ed indicò quale unica via di salvezza per il mondo il dialogo, la pace, la solidarietà, il rispetto reciproco fra i popoli. Non a caso questo papa seppe anche chiedere scusa mostrandoci una chiesa più umana e meno infallibile, un altro motivo per cui la gente lo amò e gli stette vicino con filiale devozione sino all'ora del trapasso, sino al suo ultimo respiro.

Autore : Gianni Virgadaula

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