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Corriere di Gela | Alle origini del femminicidio
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notizia del 20/10/2013 messa in rete alle 20:04:54

Alle origini del femminicidio

Approfittando del fatto che ormai in Italia c’è una legge sul femminicidio , mi permetto di scrivere una nota, dal mio punto di vista personale, sulle cause e sulle motivazioni lontane e vicine che producono il fenomeno. Possiamo seguire alcuni approcci come quello psicologico-analitico. Il maschio è tutto da inventare dopo la nascita, deve costruirsi in alternativa alla femmina che invece è lì, natura, carne, con un destino preciso di donna e madre. Il maschio deve differenziarsi dalla donna-madre e trovarsi una sua precisa identità, cosa non sempre facile.

La femmina è natura essa stessa, e rimane legata alla natura attraverso il corpo ed i suoi appuntamenti.

Il maschio è uno strappo alla natura, è lacerazione di un tessuto socio-psicologico, impresa che si sta dimostrando sempre più difficile, per diversi motivi.

I movimenti femministi della fine degli ani '60 hanno provocato un cambiamento del ruolo della donna in relazione ai maschi, i quali però fondamentalmente sono cambiati poco, e molti non sono cambiati affatto, senza accettare il cambiamento imposto dai movimenti femministi. Si sentono quindi disadattati e frustrati. Questo succede in maschi normali psicologicamente, ma figuratevi che succede nella mente di maschi fragili, senza una forte identità, e sempre a rischio di essere risucchiati psichicamente dalla donna-madre. Ci sono maschi insicuri, anche molto, schizoidi, paranoici, sociopatici, etc. e questi non sanno che farsene di leggi che inaspriscono le pene, tanto è vero che dopo l’omicidio si consegnano spontaneamente, o addirittura a volte si uccidono essi stessi. Da questo punto di vista la legge sul femminicidio non serve a nulla.

La legge può servire per iniziare un discorso serio sulle cause più o meno remote che hanno indotto il fenomeno sino al punto attuale, ma ci vogliono professionisti seri, preparati, motivati, agenzie, associazioni di volontariato che abbiano nello statuto finalità come protezione e tutela delle fragilità, e delle donne vittime di tentativo di femminicidio, o di violenze fisiche e psichiche in genere.

Attenzione però, a questo punto bisogna pur aggiungere per onestà morale ed intellettuale che anche certe donne procurano danni psichici ai maschi, e sono a volte grossi danni psicologici, che nessuno sino ad oggi vuole riconoscere, e semplicemente vengono scartati, repressi, rimossi. Tantomeno si pensa a poterli perseguire con una legge, cosi come si è fatto con la legge sul femminicidio. Io direi infatti che una legge sul maschicidio psicologico non è affatto una esagerazione, ma un notevole segno di civiltà.

Ci sono, seppure rare, donne che per punire, uccidere i compagni o i mariti assoldano altre persone, amanti o amici di amici. Le donne poi, alcune donne sanno mentire molto bene, sanno creare menzogne, e recitarle come fosse pura e santa verità, ed attraverso le menzogne sanno fare danni psicologici enormi.

Io sono convinto che tenendo conto della difficoltà filosofica-ontologica del maschio a diventare tale durante gli anni della crescita, è possibile tentare di capire il fenomeno. Per fare questo è necessario attivare in Italia tutta una serie di associazioni onlus, composte da persone competenti fra cui: psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori, pedagogisti, che abbiano a cuore i problemi della fragilità, sopratutto quella legata al disturbo psichico, alla malattia mentale vera e propria, allo svantaggio, etc., per fare formazione, prevenzione e nei casi specifici anche terapia, intesa come psicoterapia.

Ma è chiaro che nessuna agenzia o associazione può risolvere nulla, se non operiamo un cambiamento epocale nei rapporti maschi-femmine, e penso ad un cambiamento culturale nei ruoli e nelle relazioni, oltre che nelle identità, smettendola di pensare che tutta la colpa è dei maschi, e che le femmine sono solo le vittime designate. Le cose non stanno cosi.

Noi operatori che lavoriamo neidipartimento di salute mentale lo sappiamo. (1 – Continua)


Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

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