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notizia del 01/09/2013 messa in rete alle 19:59:03

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Don Giuseppe Costa al Salone del libro con le ultime edizioni del Vaticano
La recente presenza a Gela di Don Giuseppe Costa (nella foto), in occasione della presentazione del libro di Gianni Virgadaula Vita da set ha offerto a Nello Lombardo l’opportunità di intervistarlo per questo Corriere. Le dichiarazioni rilasciate da Don Costa hanno soprattutto riguardato la situazione socio-politica-culturale in cui versa la nostra città nel contesto regionale e nazionale. Una città che bisogna riqualificare attraverso tutte le strutture educative, perché «i vecchi schemi non reggono più alla globalizzazione».
Ritorniamo a parlare di Don Costa perché dall’8 al 12 maggio del prossimo anno, unitamente al cardinale Gianfranco Ravasi, rappresenterà la santa Sede al Salone del Libro che si terrà a Torino, come è già stato comunicato alla stampa nazionale dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano.
Don Giuseppe Costa, da oggi in poi, possiamo anche riconoscerlo ed indicarlo come “Ambasciatore Vaticano”; perché già diffusore del messaggio cristiano sotto i pontificati di Benedetto XVI, ed a seguire quello di Papa Francesco.
La bibliografia di Don Costa è corposa e significativa per la poliedricità dei temi che tratta, tutti centrati prepotentemente sulla cultura nazionale, attraverso i suoi saggi, le cronache e le provocazioni dettategli da quest’epoca nostrana più che malferma.
La Comunicazione è la sua materia prediletta: come giornalista e come osservatore dell’etica, nel senso più ampio, e delle Parole attorno ai media.
E’ questo è il titolo di un libro di Don Costa, edito da Sciascia nel 2002, del quale dovremmo leggerne i contenuti nelle oltre 260 pagine, dove i percorsi formatici ci offrono una mappatura ed una strategia per individuare le problematiche della carta stampata e della cultura ad ampio raggio.
La sua esperienza in questo campo è anche maturata per la presenza e partecipazione attiva alla Buchmesse (Fiera del Libro) di Francoforte, la più importante a livello internazionale e, quindi, moltiplicatrice formidabile di idee e di progetti.
Senza di questi l’evoluzione umana risulta asfittica: sia sotto il profilo religioso che laico.
Il libro Parole attorno ai media, edito a Caltanissetta nel 2002, con la prefazione di Angelo Paoluzzi, comprende una diversificata ed appassionata serie di articoli che Don Costa ha, prevalentemente; pubblicato su Orientamenti Pedagogici, Itinerarium, L’osservatore Romano e le collaborazioni su Avvenire, Il Popolo; senza tralasciare la funzione di direttore del Bollettino Salesiano.
Michael J. Sandel, professore di filosofia politica e teoria del governo alla Harvard University, ha recentemente scritto che trattare le problematiche religiose o laiche come merci è una insopportabile mancanza di rispetto verso il prossimo.
I concetti di Don Costa sono, di contro, rivolti ad una partecipativa e disinteressata diffusione del Verbo, anche sotto gli innesti di portata, necessariamente, anche laica.
In questa ottica – ne siamo certi – opererà e si prodigherà quando il prossimo anno si recherà a Torino: un posto adeguato per accostarsi, ad un vasto pubblico di lettori: con la sperimentata predisposizione mentale e spirituale da intellettuale di quest’epoca.
Attraverso le sue esperienze sui media, senza soluzioni di luoghi, che gli hanno consentito di svolgere una cronaca moderna, che parte da lontano e dai suoi studi umanistici.
Questo ci induce ad ipotizzare che i suoi studi e le sue attitudini lo abbiano indotto a realizzare se stesso: per meglio intendere il lavoro culturale, i sommovimenti dell’anima come vocazione, come preghiera, come liberazione e partecipazione democratica.
Tali esaltanti e meritevoli peculiarità lo collocano nella migliore tradizione della letteratura meridionale e meridionalista.
Basti soffermarsi, al riguardo, sul capitolo ottavo del libro (Una presenza attiva in ogni parte dell’isola), che slarga dalla narrativa alla saggistica, alle collane dedicate alla cultura locale, alle iniziative a Caltanissetta.
Uno scrittore che, pur vivendo all’ombra della cupola di San Pietro in Roma, guarda sempre alla sua terra di origine con attenzione e benevolenza.
Si sofferma su Leonardo Sciascia, ricorda Gesualdo Bufalino, ricorda il fenomeno Camilleri, attinge agli scrittori siciliani dell’Ottocento; esamina l’editoria in generale e quella, in particolare di Salvatore Sciascia a Caltanissetta e della Sellerio a Palermo.
Nel 1996 Don Costa, allora direttore della Società Editrice Internazionale (Sei) di Torino, collabora alla pubblicazione di una piccola raccolta di poesie di alcuni gelesi: Giuseppe Corrao, Maria Anto-nietta Coniglione, Sandro Cappa, Carmelo di Paola, Emanuele Gagliano, ed ancora: Guglielmino, Iozza, Lo Piano, Raniolo, Tagliarino, Scicolone, Trainito, Vacca.
Una poesia “paesana” ma in un continuo gioco dei contrasti a forti tinte: tale è la terra natia di Don Costa.
Il gelese Don Giuseppe, il nuovo bibliotecario del Papa, continua ad alimentare il mosaico del nostro essere, della nostra esistenzialità: pur se nelle parentesi dell’umano, assegnate a ciascun di noi. Tutto nell’alternarsi delle stagioni, dei puntuali pleniluni di sempre, degli arcobaleni, delle virate dei gabbiani sul mare che lambiscono queste nostre coste.
Autore : Federico Hoefer
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