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Corriere di Gela | Il degrado sociale e ambientale di Macchitella
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notizia del 18/10/2009 messa in rete alle 18:43:49

Il degrado sociale e ambientale di Macchitella

Dopo l’acquisizione del Comune di Gela da Eni (seconda metà degli anni 90), Il quartiere Macchitella ha subito una serie di mutamenti che hanno innescato un suo rapido degrado sociale e ambientale. Non voglio elencare tutte le problematiche che oggi incombono sul quartiere, ma porre l’accento sull’aspetto che più riflette il livello di attenzione adottato dall’Amministrazione Comunale in tutti questi anni verso questo pezzo di città: la gestione del grande patrimonio di verde pubblico che il Comune di Gela ha acquisito dall’Eni. A tal proposito mi pare opportuno citare un passaggio che ho trovato leggendo la premessa della tesi di laurea “Strategie e interventi per la riqualificazione del Quartiere Macchitella a Gela” di Cannizzaro e Tebala: “Analisi del verde. Stato di fatto. Prima del passaggio del quartiere al Comune di Gela la Snam progetti, incaricata dall’Eni, si adoperava per la manutenzione di tutta la vegetazione, curando irrigazione e potatura. Nel 2000 le cose cambiarono, l’Amministrazione comunale si trovò a gestire una quantità di verde che nessun quartiere della città possedeva.
Se sommiamo inoltre i problemi idrici che investirono l’intero territorio comunale, il verde di Macchitella non era e non sarà una priorità per il Comune.” La quantità di verde di Macchitella, come su citato, risulta essere composta da due tipologie di vegetazione: vegetazione pre-esistente composta da arbusti a basso fusto (macchia mediterranea) e alberi come ulivi, palme, pini; vegetazione piantumata successivamente alla realizzazione del progetto Nizzoli composta da piante ornamentali e alberi come gli eucalipti posti nella fascia tra spiaggia e abitato (il progetto Nizzoli prende il nome dell’architetto milanese cui Mattei nel 1961 affidò lo studio definitivo per la realizzazione del quartiere).
Trattasi di una dotazione di verde che dà ragione delle due peculiarità che fanno la differenza con la tradizionale composizione architettonico-urbanistica degli altri quartieri della città di Gela: aree attrezzate a verde e spazi disponibili per la fruizione del tempo libero all’aria aperta. Queste specificità, inusuali rispetto alla concezione tradizionale del modo di vivere nei quartieri di Gela (e nelle altre realtà urbane dell’isola), hanno rappresentato una discontinuità nel modo tradizionale di gestire le dotazioni urbane da parte dell’Amministrazione Comunale gelese e sono state da sempre e ancor di più nella realtà odierna un richiamo per giovani e famiglie, che scelgono di trascorrere il loro tempo libero all’aria aperta prevalentemente nel Quartiere Macchitella, proprio per la disponibilità di spazi e di strutture più adeguate rispetto ad altri luoghi della città. Questa preferenza di massa si manifesterebbe, quindi, come naturale stato di necessità dei cittadini, in conseguenza del fatto che la città di Gela soffre di una carenza strutturale di luoghi d’incontro specificamente attrezzati. La supplenza spontanea offerta dal Quartiere Macchitella contro la carenza nella città di altri luoghi a simile vocazione e l’inadeguata gestione, in rapporto ai nuovi bisogni, offerta dalle A. C. che si sono succedute dopo la cessione di Eni hanno innescato un inesorabile processo di degrado ambientale (e non solo) del Quartiere, evidenziato dallo stato in cui oggi versa il patrimonio di verde passato in carico alla responsabilità dell’istituzione locale. Infatti lo stato di abbandono delle grandi aree a verde, delle siepi ornamentali poste ai margini delle strade e delle piante d’alto fusto come pini e palme, che altre realtà ci invidiano, testimoniano lo scarso livello di attenzione che gli Amministratori hanno avuto per la loro cura e la loro conservazione. Questo degrado di Macchitella innescatosi dopo la presa in carico da parte del comune, a mio parere trae le sue origini da due ordini di problemi: uno di tipo culturale , connesso al modo atavico delle nostre popolazioni di concepire il verde pubblico come un bene marginale in rapporto a tutte le altre dotazioni urbanistiche, l’altro, di tipo politico-amministrativo, comunque non disgiunto culturalmente dal primo, che insorge ciclicamente come un cerbero quando giunte e consigli comunali, nella fase di stesura dei bilanci accennano ad inserire anche piccole quote di risorse finanziarie destinate ad ampliare o, quanto meno, a meglio attenzionare gli spazi adibiti a verde. Oggi sono evidenti i danni quasi irreversibili e comunque costosissimi da riparare, causati verosimilmente da questi due problemi non risolti soprattutto in seno al massimo consesso politico della città:
- la fascia costiera del quartiere, un tempo caratterizzata da filari di pini che costituivano uno sbarramento naturale contro l’avanzamento delle dune di sabbia è quasi inesistente, con la conseguenza che avanza la formazione delle dune verso l’abitato;
- le aiuole ornamentali piantumate ai margini di quasi tutta la rete viaria sono ormai in fase di desertificazione per mancanza d’ irrigazione nella stagione calda (dalle nostre parti oltremodo lunga e torrida); i grandi spazi verdi fra i corpi di fabbrica si ricoprono di un brillante tappeto verde solo al sopraggiungere delle prime piogge autunnali, ma quando arriva la primavera, già a maggio inoltrato, quell’erba diventa paglia e per tutta l’estate rappresenta lo scenario di una vegetazione boccheggiante per penuria d’acqua;
se gli alberi resistono alla mancanza d’acqua, non sfuggono ai danni causati da potature carenti e inesperte. I comitati di quartiere che si sono avvicendati fin dal momento del passaggio dal privato al pubblico hanno sempre posto in primo piano il problema della gestione del verde di Macchitella, dialogando costruttivamente con gli Amministratori della città, nella consapevolezza della negativa contingenza finanzaria delle casse comunali. Nei loro approcci con sindaci, assessori e funzionari hanno sempre proposto di stanziare in bilancio quel minimo che basterebbe a garantire una conservazione dignitosa dell’attuale, attraverso la messa in atto di programmi e di seri interventi sistematici che soli possono assicurare il raggiungimento degli obiettivi proposti. Ma nulla di questo minimo desiderato si è verificato, anzi noto con grande dispiacere che spesso viene sprecato denaro pubblico con piantumazioni primaverili alle quali poi non seguono adeguati piani di irrigazione. E con il sopraggiungere del caldo le pianticelle, senz’acqua, muoiono (chiunque può constatare con i propri occhi in Viale Cortemaggiore).
Allora, il grande sforzo che si richiede agli Amministratori di questa città è il superamento di quel default culturale di cui sono vittime che forse li potrebbe convincere del fatto che bloccare il degrado del quartiere Macchitella significherebbe recuperare una grande risorsa da utilizzare al meglio come occasione di sviluppo e di progresso civile e sociale. E vorrei azzardare che l’avanzare del degrado di questo Quartiere, proprio perché nucleo urbano caratterizzato strutturalmente da una elevata vocazione a stimolare progetti finalizzati al miglioramento della qualità della vita di tutta la collettività, potrebbe riassumersi irrimediabilmente nella metafora del declino di tutta la città. Diversamente, la cura, la conservazione e l’implementazione di eventuali progetti di riqualificazione del verde di Macchitella, senza tralasciare le altre incombenze che gravano sull’amministrazione generale del territorio, potrebbero rappresentare, oltre l’avvio di una cultura dell’estetica in una città che su questo ha molto da riflettere, anche nuove opportunità di sviluppo e di lavoro per molti giovani. Penso all’affidamento in toto del verde di tutto il quartiere che si potrebbe dare ad una cooperativa di giovani specializzata nel settore. Penso alla necessità irrinunciabile di ripristinare la vasta e funzionale rete di irrigazione del quartiere, preesistente ed esercita al momento della cessione, a suo tempo pensata e realizzata dall’Eni proprio per dare acqua alle grandi aree inserite fra i corpi di fabbrica e nelle zone periferiche del quartiere.
Senz’acqua non era e ancor oggi non è pensabile, specie dalle nostre parti, la gestione di grandi aree di verde pubblico. Su questa problematica i C.d. Q. han fatto diverse proposte, hanno avuto diversi incontri anche con autorevoli rappresentanti della politica locale, ma oltre le roboanti promesse non c’è risposta organica ed operativa.E in merito colgo l’occasione per inserire in questo discorso una semplice osservazione che può essere un’idea da sviluppare per uscire dall ‘inghippo: chi a suo tempo ha gestito la sostanza del contratto con Caltaqua (il gestore della distribuzione idrica pro tempore) non ha pensato che forse si poteva inserire una postilla in calce che avrebbe dovuto convincere il gestore a destinare una quota del profitto che avrebbe incamerato da un busines costruito su un bene pubblico, finalizzata a garantire l’irrigazione del verde pubblico di Macchitella, comprese le spese di rispristino e di manutenzione della rete. Si sarebbe trattato di cooptare una società per azioni nella cura e nella tutela di un bene pubblico.
D’altronde questa metodologia ha radici nei rapporti del territorio con L’Eni (vedi fontana all’ingresso est della città). Chi ha responsabilità in seno all’Ato idrico di Caltanissetta, pensa che si possa intraprendere una strada di questo tipo per bloccare il processo di desertificazione cui oggi è sottoposto il verde di Macchitella, ovvero la gran parte del patrimonio verde della città ? Il Comitato di Quartiere in carica è disponibile a dare tutti gli appoggi del caso, perché i cittadini si aspettano delle risposte serie ed operative in merito. Resta il fatto che ad oggi il degrado del verde pubblico a Macchitella è sotto gli occhi di tutti e segue inesorabilmente il corso del degrado socio-ambientale di tutta la città, perché le scelte politiche ( se scelte ci sono mai state) hanno voluto che anche le cose belle di Gela si adeguassero ad un declino che forse è scritto nel Dna che la storia ha cinicamente assegnato a questa città.

Giuseppe Guglielmo - Componente Comitato di Quartiere Macchitella


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