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Corriere di Gela | EtnoMusicFestival, olimpiade del cattivo gusto
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notizia del 02/09/2004 messa in rete alle 18:38:37

EtnoMusicFestival, olimpiade del cattivo gusto

Se ne è parlato tanto. Si è scritto tantissimo. Alla fine il risultato è stato quello che era facile prevedere. Una manifestazione negazione della cultura e del buon gusto. Stiamo parlando naturalmente dell’Etno Music Festival, una sorta di Babele del vizio e dell’indecenza. Altro che kermesse musicale!
Oggi, quello che rimane di questa infelice “esperienza di aggregazione giovanile” durata cinque giorni, è una fogna a cielo aperto; un campo minato da preservativi (si vendevano alle bancherelle come gadget o i souvenir), siringhe (non utilizzate certo per curarsi la lombalgia), rifiuti, scritti e disegni osceni, che hanno dissacrato una zona, Montelungo, tradizionalmente usata dai fedeli per la via Crucis e le processioni devozionali, promosse in tutti questi anni dalla Parrocchia San Giovanni Evangelista, in attesa che venga collocata la grande croce che verrà appunto innalzata sul Monte, perchè faccia da faro “spirituale” a questa nostra Gela; una città che, nonostante le minacce di un nuovo paganesimo, continua a conservare intatti i suoi valori religiosi. Anche per questo motivo le “contaminazioni” date da certe manifestazioni, spacciate per grandi eventi culturali, bisognerebbe evitarle.
Non fanno bene a nessuno: soprattutto ai giovani, che hanno bisogno di altro, e ai quali occorrerebbe inculcare modelli e valori diversi da quelli che queste iniziative invece danno. Bisognerebbe ad esempio guardare a Rimini, dove in questi giorni si svolge il Meeting dell’Amicizia organizzato da Comunione e Liberazione, al quale partecipano decine di migliaia di giovani, e dove il papa, nel suo intervento di domenica 22, ha detto: “Cristo è fattore di vero progresso ed esige il rispetto per ogni essere umano”. Quel rispetto che invece risulta essere inesistente, laddove si promuovono, incoraggiano e sostengono (anche con congrui contributi), “eventi” che vengono a legittimare comportamenti di digrado morale, lesivi della dignità umana. D’altronde, cosa è stato l’Etno Music Festival? Ci verrebbe da dire – per rifarci alla memoria biblica – una nuova “Sodoma e Gomorra”, o forse molto più semplicemente una Olimpiade della volgarità e del cattivo gusto.
Ora magari, qualcuno si sentirà in dovere di fare il “controcanto”, parlerà di bigottismo. Altri faranno gli “gnorri”, altri ancora diranno che non potevano immaginare quel che sarebbe successo. Io dico semplicemente che anche da un’esperienza negativa si può trarre insegnamento.
Il consiglio quindi agli enti pubblici e agli assessori che, certo in buona fede, hanno sciorinato entusiasticamente cifre e numeri per avvalorare il successo del festival, è di vigilare, di non farsi cogliere impreparati.
Di non consentire più che la nostra città – ove fra l’altro quest’estate non sono mancati avvenimenti di ben altro spessore – ospiti simili manifestazioni, che non portano alcun beneficio all’immagine della stessa. D’altronde, non è con queste e altre simili iniziative che si rende credibile il nuovo Rinascimento di Gela.


Autore : Gianni Virgadaula

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I Vostri commenti
A Gianni Virgaduala (se avete il buon senso di pubblicare anche le critiche negative a ciò che andate scrivendo, purche' non contengano volgarita' ed insulti, cosa lontana dalle mie intenzioni) voglio soltanto controbbattere che l'oscenità di Gela e del suo festival e' nella sola logica di mercato che lo ha animato (cosa non sono oscena ma anticristiana a sto punto). L'organizzazione del festival si e' limitata unicamente ad incassare i soldi del biglietto senza offrire quei servizi essenziali all'umana decenza. Seguo la scena reggae italiana da piu' di un decennio e devo ammettere che e' l'unica cultura che si batte ancora (con le attività e i buoni messaggi) al dilagare dell'abuso di droghe (trovo pretestuso da parte sua parlare di mucchi di siringhe abbandonati qua e la', non mi e' mai capitato in tanti anni di festival in giro per la penisola); seconda ipocrisia che contiene il suo messaggio: i preservativi sono un mezzo per rispettare la vita (se non altro quella che tale si può definire, vedi la proibizione della contraccezione, pena castigo eterno di Dio, che il Papa ancora va predicando in Africa (guarda caso chi in Africa lavora e combatte per la vita, anche i religiosi, hanno un altro parere rispetto la nostro stralodato pontefice che non e' riuscito neanche a tirare le orecchie a Bush nel suo personalissimo incontro con questo signore della morte il 4 giugno a Roma, unico tra i capi di Stato che ha avuto il coraggio di incontrarsi con questo straordinario signore della guerra, e dunque del rispetto della vita dignitosa). Mi stupisco che bisogna prendere ad esempio di civiltà il raduno di Rimini dove leader in doppio petto non sono riusciti neanche a chiedere uno scusa formale all'associazionismo cattolico che negli anni del fascismo ha avuto i suoi bravi problemi a mettersi daccordo col potere...

Autore: francesca 
data: 06/09/2004
Gentile signor Virgadaula, ho letto con vivo interesse l'articolo da Lei pubblicato sull'EtnoMusicFestival. Non avendo avuto in passato il piacere di conoscerLa personalmente, per capire

Autore: Francesco Vitale
data: 14/09/2004
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