1 2 3 4 5
Corriere di Gela | L’arcana strategia Eni a Gela
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 13/11/2008 messa in rete alle 18:16:37
L’arcana strategia Eni a Gela

E' solo un caso, ma subito dopo la fuga di gas che secondo la nota dell'ufficio stampa Eni era invece una perdita di idrocarburi, ad aumentare l'affidabilità della Raffineria di Gela dovrebbero bastare 22 milioni di dollari: questo è l'ammontare del contratto tra Eni e l'aggiudicatario ABB. Oggetto del contratto: «fornitura chiavi in mano di una nuova sottostazione in alta tensione, dei sistemi integrati di automazione e di distribuzione elettrica e dei relativi servizi di ingegneria, installazione e messa in servizio». Consegna prevista: fine luglio 2009. Sicché, la multinazionale ABB, presente in oltre 100 paesi e con circa 120 mila dipendenti a regime, s'impegna ad insediare nella Raffineria di Gela, la ABB GIS (Gas Insulated Switchgear), ossia una nuova sottostazione isolata in gas che sarà collegata alla centrale termoelettrica preesistente. Sulla versione italiana del sito aziendale, www.abb.it, si legge tutto l'orgoglio del responsabile per la divisione «Power Systems», Peter Leupp, nel "contribuire alla modernizzazione e allo sviluppo della raffineria di Gela", che potrà "migliorare l’efficienza e l’affidabilità senza interrompere la produzione".
Gli fa eco il responsabile per la divisione «Process Automation» Veli-Matti Reinikkala: “integrando i sistemi elettrici e di automazione in una singola piattaforma, aiutiamo i nostri clienti a ridurre i costi dell’intero ciclo di vita, raggiungendo nel contempo i loro obiettivi di maggiore produttività ed efficienza energetica”.
Attraverso un'altra tecnologia esclusiva, l’interruttore compatto GIS ABB, si punta ad una "ottimizzazione dello spazio" ed a semplificare "l’installazione di nuove linee di alimentazione previste per l’impianto". In definitiva, attraverso "il sistema integrato ABB di automazione e distribuzione elettrica" viene consentita "la completa supervisione e il controllo della distribuzione elettrica della raffineria, garantendo inoltre la massima disponibilità di informazioni in tempo reale". Ora, è più che ragionevole asserire che tra la situazione allarmistica doverosamente riportata dalle redazioni giornalistiche locali ed il contratto stipulato con tanto d'investimento stra-miliardario secondo il vecchio conio, non ci sia alcun nesso di causalità: trattasi, tutt'al più, di mera contestualità. Ciò che risulta curioso, piuttosto, per non dire estraneo al recinto cognitivo di chi scrive, è il perché sfide tecnologiche prioritarie targate «casa madre», cioè tecnologie esclusive Eni, continuino a sfuggire a Gela.
Premesso che esiste un velo d'ignoranza sull'argomento che ne offusca ed impedisce una consapevole padronanza da parte del sottoscritto, con uno sforzo intellettivo non indifferente posso arrivare ad intuire le ragioni per le quali si scelga Sannazzaro come impianto pilota della tecnologia GTL (Gas to Liquid) che permette la conversione del gas naturale in prodotti liquidi. Ma non riesco proprio a cogliere i criteri che spiegano, nel quadro sinottico della politica strategica aziendale, la scelta dapprima della Raffineria di Taranto nell'ospitare l'impianto dimostrativo CDP (Commercial Demonstration Plant) e, successivamente, ancora di Sannazzaro nell'inaugurare il primo impianto produttivo EST (Eni Slurry Technology): vale a dire una tecnologia altamente innovativa di conversione di greggi e residui pesanti in prodotti leggeri, chiaramente eco-compatibile perché, secondo quanto si legge sullo stesso sito web del «cane a sei zampe», "non produce Pet Coke o olio combustibile, eliminando così le possibili emissioni di CO2 prodotte dal loro uso per la generazione di energia elettrica", mentre invece si ignora al riguardo la Raffineria di Gela, che ha la sua croce e non delizia, com'è ampiamente risaputo, proprio nel Pet-coke tanto da dover sopravvivere, a tutt'oggi, solo in ragione di un decreto-legge tempestivamente emanato dall'allora Governo Berlusconi, poi opportunamente convertito in legge nazionale «ad hoc». Ciò che mi preme ricordare, infatti, è che secondo la nostra Costituzione, verso la quale posso vantare un differente senno, per innovare sulla materia basta una diversa volontà politica traducibile, dal punto di vista numerico, in una tutt'altro che impossibile maggioranza semplice, specie qualora dovesse intervenire una risolutiva decisione comunitaria che costringa l'Italia ad intervenire o, più probabile, un regolamento comunitario obbligatoriamente applicabile all'interno degli ordinamenti giuridici di tutti gli Stati Membri senza margini discrezionali consentiti. Su quanto Gela sia effettivamente lontana da Bruxelles preferirei glissare, per non allargare ulteriormente l'ambito focalizzato, ma sostenere che lo sia più di Sannazzaro de' Burgondi, non foss'altro per una questione puramente geografica, non teme smentita alcuna e, soprattutto, rischia seriamente di pesare oltremodo.


Autore : Filippo Guzzardi

» Altri articoli di Filippo Guzzardi
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2024 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120