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Corriere di Gela | Gela, vietato rassegnarsi
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notizia del 12/04/2008 messa in rete alle 18:14:57

Gela, vietato rassegnarsi

Rimediate cinque sconfitte nelle precedenti sette gare, contro l’Andria serviva una boccata d’ossigeno, un successo in grado di rilanciare le quotazioni del Gela. Che i tre punti siano poi arrivati al termine di una prestazione apatica e irritante assume poca importanza. Di certo l’«animus pugnandi» annunciato con tono pomposo da Berti e compagni è rimasto negli spogliatoi, con alcuni elementi scesi in campo troppo contratti e poco volenterosi.
Una sfida, cui ha contribuito l’atteggiamento guardingo dell’Andria, assolutamente noiosa, forse l’incontro più scialbo dell’ultimo lustro. In fin dei conti ha avuto ragione chi è rimasto a casa per riposarsi o chi ha approfittato dell’arrivo della primavera per godersi una giornata di sole. Il presidente Angelo Tuccio ha redarguito la tifoseria per la scarsa affluenza allo stadio e, in particolar modo, la curva per il mancato apporto fornito alla squadra nell’arco dei novanta minuti.
Se da una parte è comprensibile la delusione del presidente per un finale di stagione virtualmente privo d’obiettivi, con un Gela situato nel limbo della classifica, dall’altra parte non sembra possibile biasimare il comportamento dei tifosi. In tribuna l’affluenza, tutto sommato, è apparsa discreta, mentre la curva, semivuota, ha inscenato una giusta forma di protesta (magari fosse sempre così negli stadi italiani!) astenendosi dall’incitare un gruppo di giocatori che nelle ultime settimane ha fatto obiettivamente poco per meritarsi il calore dei supporters. E’ bene ribadirlo, non si punta l’indice contro le cinque sconfitte in sé, ma contro le modalità che hanno determinato le battute d’arresto. Va bene perdere, ma solo dopo aver lottato. Un particolare trascurato dai ragazzi di Sanderra, rei d’aver omesso l’esecuzione del proprio dovere, motivo per cui gli ultras hanno deciso di ripagare con la medesima moneta. Al di là di quest’ultimo aspetto conflittuale, l’esistenza di un traguardo da raggiungere in campionato alletta i tifosi e induce loro a recarsi allo stadio, altrimenti preferiscono rinunciare ad uno spettacolo, se così vogliamo definirlo, mortificante come quello di domenica. E ciò riguarda tutte le tifoserie italiane, nessun’esclusa.
Il Gela può ancora riportare allo stadio i propri sostenitori, ma non lanciando appelli e proclami fini a se stessi, bensì con l’ausilio di un successo esterno, da conquistare a Roma contro la Cisco. Mantenere in vita la speranza in una partecipazione ai play-off potrebbe garantire una discreta affluenza in vista della successiva gara interna contro il Catanzaro, e nel caso in cui Marinucci e compagni dovessero fallire, nella capitale, l’ennesima prova esterna, contro i calabresi gli spalti del Presti saranno in prevalenza deserti. Il quinto posto dista sei lunghezze, e mancano quattro turni per la conclusione del torneo, ma quattro vittorie potrebbero anche non bastare ai biancazzurri. L’imperativo è crederci, ma non a parole, bensì con i fatti. Contro l’Andria in pochi, tra i giocatori, sembravano nutrire speranze nel quinto posto: chi ha mostrato maggiore convinzione è stato Franciel, subentrato nella ripresa al posto dell’ape senza pungiglione Omolade, e il brasiliano, con la consueta grinta, ha battezzato il suo rientro a distanza di sei settimane attraverso un’incursione in area culminata con un intervento regolare del difensore De Santis ma giudicato falloso dall’arbitro. Dal dischetto Ciofani ha realizzato la quinta rete con la maglia del Gela, la terza su rigore. L’atteggiamento rinunciatario dell’Andria e la gran calura non hanno favorito i padroni di casa, ma se i pugliesi di Palumbo avessero osato di più sarebbero potuti rientrare a casa con i tre punti nel carniere.
Almeno a Roma il team di Sanderra dovrà offrire una prestazione con il coltello tra i denti, mostrando finalmente una personalità convincente. Putroppo mancheranno i due squalificati Berti e Ambrosecchia, tra gli elementi più forti sotto l’aspetto caratteriale. Al loro posto dovrebbero giocare rispettivamente Parlagreco e Lo Piccolo.
La Cisco Roma ha cinque punti di vantaggio sulla quint’ultima in classica, pertanto lotta ancora per la salvezza, e ha ottenuto in casa ventisette dei trentotto punti complessivi sin qui conquistati. Ha cambiato allenatore un paio di mesi addietro, sostituendo Gagliardi con Lopez, mentre Paolo Di Canio ha appeso le scarpe al chiodo. L’organico dei laziali incute paura nel leggere i vari nomi da cui è composto, ma il progetto tattico è sempre stato, sin dall’inizio del torneo, approssimativo, e ciò ha reso la Cisco abbastanza vulnerabile.
La gara, causa indisponibilità del Flaminio, sarà disputata al Centro Sportivo Francesca Gianni.


Autore : Paolo Cordaro

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