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Corriere di Gela | Il giallo siciliano rivisitato da Daniela Privitera
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notizia del 26/06/2010 messa in rete alle 17:58:02

Il giallo siciliano rivisitato da Daniela Privitera

Si è parlato di autori di libri gialli, giovedì 17 giugno scorso, nel quadro della rassegna di incontri ed eventi artistico-culturali dedicata a Letizia Laccisaglia. L'occasione è stata data dalla presentazione del libro “Il giallo siciliano, da Sciascia a Camilleri”, della saggista catanese Daniela Privitera e pubblicato dalla Kronomedia, per la collana “Nuovi autori siciliani” curata da Rocco Cerro.

La manifestazione si è svolta sulla terrazza a mare del Tropicomed, organizzata dall'associazione “perletizia”, con la collaborazione del Corriere di Gela.

Il tema di grande attualità è stato dibattuto dall'autrice del libro insieme agli intellettuali gelesi Salvatore Parlagreco, giornalista e scrittore, e Marco Trainito, docente di filosofia e saggista. Davanti ad una cornice di pubblico attento e competente, la discussione si è sviluppata attorno alle figure-chiave di due dei più grandi autori contemporanei della letteratura siciliana, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.

Ha aperro la discussione Marco Trainito, il quale ha messo in evidenza gli aspetti filosofici del genere giallo, per poi soffermarsi proprio sull'opera di Sciascia e Cammilleri; Salvatore Parlagreco, poi, ha messo in evidenza la controversa posizione di alcuni grandi della letteratura italiana, primo fra tutti Italo Calvino, secondo cui non può esistere un giallo siciliano.

Sollecitata a chiarire alcuni aspetti della sua ricerca, l'autrice del libro ha contribuito a creare una discussione effervescente e di ottimo livello culturale, con interventi tra il pubblico di Antonio Catalano, Rosario Cauchi, Enzo Castellana e di Federico Hoefer, che di Andrea Camilleri è stato amico di scorribande giovanili. E Hoefer, empedoclino come l'amico Andrea, ha offerto al pubblico una chicca letteraria. Camilleri cominciò ad occuparsi di giallo a seguito della misteriosa scomparsa della gatta dello scrittore. “Stavamo giocando a ping pong - ha raccontato Hoefer - nei piani superiori dell'abitazione di Camilleri. Ad un tratto, la pallina con cui stavamo giocando saltò fuori dalla finestra e la gatta, che ci stava seguendo nel gioco, andò appresso alla pallina di plastica precipitando giù per la strada, dove però non ci fu traccia della gatta. Ci fu una ricerca nella zona anche con l'ausilio di un vigile urbano, ma il felino, cui Camilleri era molto affezionato, non fu trovato, nè vivo nè morto. Da qui, l'interesse del mio amico Andrea per la letteratura giallista”. Tornando al saggio di Daniela Privitera - 123 pagine da leggere in un fiato - più che tracciare la storia del giallo siciliano, penetra con forte impeto intellettuale le tematiche poste dai “giallisti siculi”. Nel suo libro, l'autrice si sofferma su vari aspetti del genere: dal giallo-denuncia di Leonardo Sciascia (esempio di poliziesco engagé e illuminante spaccato della società mafiosa degli anni sessanta), al giallo per scherzo di Bufalino, dove lo scrittore comisano si cimenta in un poliziesco d'autore raccontando di un mistero, la morte di un editore, nella quale vengono coinvolte tutti gli ospiti della sua casa di vacanze, sulla falsa riga dell'omicidio sull'Oriente Express. La casistica del giallo siciliano - sostiene la Privitera - è varia perché “si passa dal giallo d'inchiesta de il giorno della civetta all'inganno torbido dei rapporti tra mafia e politica, al giallo ideologico fortemente polemico nei confronti delle istituzioni e dei corrotti reticolati del potere (todo modo, il contesto)”.

Nel bel libro di Daniela Privitera, possiamo apprezzare, ancora, una attenta carrellata di giallisti siciliani meno conosciuti ma non per questo meno bravi: Silvana La Spina, Santo Piazzese, Franco Cannarozzo (noto come Franco Enna), accomunati dal filo rosso della sicilianità.

Di Franco Enna, in gioventù, divenne amico Andrea Cammilleri che lo incontrò nel suo soggiorno a Calascibetta. Quella del padre del commissario Montalbano è la figura che completa l'opera di Daniela Privitera che, nell'ultima parte del suo libro, parla del giallo che diventa “cinema” (si pensi ai film tratti da Sciascia), ma soprattutto “televisione” con la nota serie del Commissario Montalbano e del suo grande successo di pubblico che ha rilanciato le storie pubblicate prima della proiezione Tv e garantito una vendita notevole a quelle successive.

Insomma, con questa pubblicazione, la studiosa catanese mostra di possedere un retroterra culturale di natura umanistica molto possente, trattando di un genere che, come ricorda lei stessa nella premessa, pur ritenuto dalla critica militante e accademica un sottoprodotto della letteratura alta, si è imposto non solo dal punto di vista commerciale, ma ha coinvolto il gotha della nostra letteratura.


Autore : Emanuele Antonuzzo

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