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Corriere di Gela | La sentenza del Cga, una bomba ad orologeria
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notizia del 31/01/2005 messa in rete alle 17:06:53

La sentenza del Cga, una bomba ad orologeria

Si vivono ore di trepidante attesa negli ambienti politico-amministrativi della nostra città, in relazione al contro-ricorso che Giovanni Scaglione, esponente di Forza Italia, ha avanzato al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo (organo omologo, almeno nella nostra regione, del Consiglio di Stato), contro la sentenza emessa dal Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del capoluogo siciliano, che nel marzo del 2003 aveva ritenuto fondato, e perciò accolto, il ricorso proposto da Rosario Crocetta, comunista, candidato della coalizione di centro-sinistra, proclamandolo sindaco di Gela.
La vexata questio fu originata, come si ricorderà, da una serie di errori commessi dai presidenti di molte sezioni elettorali, i quali avevano ignorato le disposizioni emanate dalla Regione e contenute in apposita Legge, tendenti ad impedire la riconoscibilità del voto e, quindi, un possibile controllo della volontà popolare. In particolare, era successo che, in numerosissime sezioni (44 per l’esattezza), gli elettori non si erano limitati ad apporre il segno X su uno dei simboli dei partiti che sostenevano il candidato del centro destra o a fianco del nominativo di quest’ultimo, già stampati sulla scheda elettorale, ma avevano riportato delle ulteriori annotazioni come: dott. Giovanni Scaglione, Giovanni Scaglione, G. Scaglione, Scaglione Giovanni, dott. Scaglione, eccetera. Si era venuta a determinare, cioè, la violazione della norma generale che vieta la riconoscibilità del voto e, quindi, il suo possibile illegittimo controllo.
Il Tar, seguendo un orientamento già affermato in precedenti casi analoghi, aveva annullato l’elezione a sindaco di Giovanni Scaglione, proclamando eletto proprio Crocetta. Il quale, da quasi due anni, guida con grande impegno ed altrettanta concretezza la cosa pubblica gelese. Ed i frutti si vedono. Basta fare una passeggiata in città, per rendersi conto dei tanti piccoli ma importanti cambiamenti che si sono avuti in questi due anni di amministrazione di centro-sinistra. In attesa della sentenza del Cga, che dovrebbe mettere fine al braccio di ferro fra i due contendenti, nei giorni scorsi, ho raggiunto telefonicamente il Sindaco. Ne è venuta fuori una lunga intervista, nel corso della quale Saro ha risposto, con la schiettezza che gli è propria, alle mie domande.
– Si sa che tra breve il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo depositerà la sentenza relativa alla causa intentata dal tuo concorrente, Giovanni Scaglione, dopo che il Tar aveva accolto il tuo ricorso, riconoscendoti il diritto di espletare la difficile ma esaltante funzione di primo cittadino della quinta città della Sicilia. Come stai vivendo quest’attesa?
«Devo dire – risponde Crocetta – che sono tranquillo e sereno, perché ho fiducia nella Giustizia e nella Magistratura, ma anche perché le ragioni che mi hanno fatto vincere il primo round al Tar sono essenzialmente finalizzate ad impedire il controllo del voto in Sicilia, grazie ad una legislazione chiara e netta, ma anche sulla base di una consolidata giurisprudenza, sia dei tribunali amministrativi di Palermo e Catania, sia dello stesso Consiglio di giustizia amministrativa».
– L’attuale situazione, indubbiamente sui generis, che riflessi ha sulla tua azione amministrativa?
«Alcuno, poiché io amo operare come se ogni giorno fosse il primo e l’ultimo, non solo per quanto riguarda la mia attività amministrativa, ma proprio per il mio rapporto con la vita, basato su un’idea religiosa di essa e, quindi, sul fatto che per ognuno di noi c'è un inizio ed una fine».

«Con grande entusiasmo, poiché io non penso mai male e non penso mai al fatto di dover guardare ciò che hanno fatto gli altri in negativo. L’eredità del passato mi interessa per il positivo, per ciò che di buono hanno fatto i miei predecessori. Il negativo preferisco osservarlo nel presente, ponendomi il problema serio di affrontarlo, impostando progetti per un reale ed effettivo cambiamento». – L’entusiasmo, la passione, la totale dedizione con cui hai espletato ed espleti giornalmente le tue funzioni di Sindaco hanno subito un seppur involontario contraccolpo od appannamento?
«No, anzi questa vicenda ha rafforzato le mie attività. Primo perché io per carattere amo la sfida, per cui quando ritengo corretta una battaglia vado fino in fondo. Secondo perché ritengo che questa battaglia andava e va oltre la mia persona. E’ una lotta per la città! La necessità di continuare il lavoro intrapreso: nel 2004 abbiamo messo in campo interventi per circa 60 milioni di Euro ed altrettanti ci prepariamo a cantierare nel 2005. Questo è un fatto di portata storica, che trova precedenti solo nell’era Aldisio. Terzo, perché è nata in città la voglia di riscatto, di rinascita. Gela sta cambiando, anche attraverso la collaborazione tra Istituzioni diverse. E poi c’è da difendere un principio democratico, quello che il voto deve essere libero e segreto. Qualsiasi sarà l’esito, si troverà in me una persona serena e pronta a continuare l'azione intrapresa, con maggiore vigore, forza ed entusiasmo».
– Stai attualmente lavorando a qualcosa di specifico e con quali possibilità di riuscita?
«So lavorando su grandi ed importanti progetti. Prima di tutto la riqualificazione urbana, oltre ai progetti che sono stati già avviati che non starò ad elencare. Ma ce ne sono altri: la piscina comunale, l’appalto per Piazza Salandra, la Chiesa di Santa Lucia, Piazza Roma ed i progetti che riguardano Corso Vittorio Emanuele, Caposoprano, Via Europa, la chiesa Regina Pacis nel fondo Iozza; il quartiere Settefarine, con un progetto di un architetto di fama mondiale, il prof. Enzo Mari; il quartiere San Sebastiano, Piazza Umberto, Piazza Sant'Antonio, Via Cairoli, Piazza San Francesco, Piazza San Giacomo, Via Niscemi, Via Tevere, Via Settefarine, il giardino di Francesco Redi. Stiamo lavorando per la realizzazione di un mercato rionale in via Venezia; la riqualificazione del Lungomare; stiamo pensando alla realizzazione delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione nel quartiere Marchitello e per la sede definitiva del mercato settimanale. Ma puntiamo anche alla riqualificazione di alcuni importati quartieri: Macchitella, Manfria, il Borgo (ovvero il famoso “Buvuru” – ndr), Sant’Ippolito. In pratica stiamo operando per far diventare Gela un immenso cantiere, per la riqualificazione urbana, come hanno fatto e stanno facendo molte città del Nord Italia. In parte per riparare ad errori del passato, ripristinando, ad esempio, le basole del centro storico ed in parte recuperando parti della città cresciute male ed introducendo elementi di novità nelle nuove aree.
Accanto a tutto questo – prosegue Crocetta – stiamo cercando di razionalizzare l’utilizzo del patrimonio comunale esistente. Ma stiamo lavorando anche per l’apertura, entro quest’anno, di un centro sociale destinato ai ragazzi ed ai giovani. Così come stiamo pensando di istituire una carta dei servizi nel campo sociale, al completamento del Piano Regolatore Generale, al finanziamento di tutte le 800 domande presentante per il cosiddetto “piano colore”, per una maggiore efficienza del Corpo della Polizia municipale, per la riorganizzazione del traffico cittadino, per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Abbiamo avviato – prosegue Crocetta, parlando come un fiume in piena – il monitoraggio di tutto il sistema degli appalti, per impedire infiltrazioni mafiose e malavitose. Ma lavoriamo anche per il rilancio delle attività culturali e dell'immagine di Gela, per recuperare i flussi turistici di un tempo e migliorare la qualità della vita dei cittadini».
– E per quanto riguarda la situazione economica ed occupazionale, che rimane il grande vulnus di Gela, cosa stai facendo o pensi di fare?
«Abbiamo intrapreso un’azione più complessiva, per il rilancio delle grandi questioni economiche che, a mio modo di vedere, non possono e non devono essere disgiunte dalle problematiche connesse alla realizzazione di interventi sulle infrastrutture esistenti che debbono essere potenziate e/o migliorate. Penso, per esempio, al porto commerciale, alla definizione delle aree destinate ad insediamenti industriali, così come va ripensato il rapporto con il petrolchimico, rimasto, purtroppo, “cattedrale nel deserto”, come lo definirono due grandi sociologi che operarono a Gela alla fine degli anni Sessanta. Vorrei attivare tutti quei meccanismi che consentano di alimentare la speranza di rinnovamento e cambiamento, capace di far sognare, ma mantenendo i piedi saldati fermamente per terra. A me piace essere concreto. E’ vero sono un grande idealista, ma che guarda alla realtà con gli occhi che non si concedono illusioni. Mi piace lavorare per le cose che si possono fare, non mi piace la politica degli inutili proclami. Per esempio, mi piacerebbe dare un nuovo assetto alle strutture sportive esistenti ed in questo senso sto lavorando in più direzioni, sulla base di oggettive priorità. Oltre al miglioramento del campo sportivo esistente, oltre a seguire con particolare attenzione i lavori per la realizzazione dei due palazzetti dello sport, sto lavorando concretamente alla possibilità di avviare quanto prima i lavori di costruzione del nuovo stadio, superando il contenzioso in atto con il progettista.
Un’attenzione notevole credo vada rivolta anche alle politiche agricole, nel cui ambito – prosegue il Sindaco – andrebbero sempre più sviluppati i meccanismi della cooperazione e potenziate le infrastrutture, con particolare riferimento alla viabilità rurale. Ma attenzioni meritano il rilancio delle attività marinare e la riorganizzazione del commercio. Ed in questo senso è mia intenzione intensificare i rapporti con gli operatori economici, anche perché penso sia stata sfatata, nell’ultimo periodo, la leggenda di uno scontro con l’imprenditoria locale. Oggi fra i commercianti e gli imprenditori della città è diffusa, con estrema chiarezza, la consapevolezza che io sto dalla loro parte. Ed anche per questo che io sono così nettamente contro la mafia. Il mio proposito è quello di liberare l’economia ed aiutare gli imprenditori onesti, quelli che fanno impresa, che lavorano e producono. Voglio dare speranza ai giovani, agli anziani, alle donne, agli intellettuali, ai professionisti, agli imprenditori, artigiani, agricoltori, commercianti. Voglio restituire ai cittadini di Gela l’orgoglio di essere gelesi! Mi piace dirlo: Gela è la città più bella del mondo, sarà esagerato, ma io amo questa città sopra ogni cosa. Avevo un bellissimo lavoro all'estero che mi permetteva di guadagnare tanti soldi, ma ho preferito tornare a Gela, per battermi per il suo Rinascimento»!
– Se lo ritieni opportuno, aggiungi le tue personali riflessioni o considerazioni sull’esperienza, sicuramente esaltante, che hai vissuto e stai tuttora vivendo, evidenziando gli eventuali aspetti negativi di questa tua avventura amministrativa e le difficoltà incontrate a vario livello.
«Una riflessione importante credo vada fatta ed è quella che le Istituzioni di Gela sono mature per un nuovo confronto, al di là delle appartenenze. Spero di avviare un confronto che coinvolga tutte le forze politiche di governo e di opposizione, il Consiglio comunale prima di tutti, i parlamentari, i comitati di quartiere, il mondo del volontariato, le associazioni, le imprese, le scuole, i giovani, le donne, la burocrazia comunale, per creare un meccanismo virtuoso di collaborazione che metta al primo posto gli interessi di Gela. Credo che ci riusciremo».
Saro Crocetta, dunque, conferma se stesso e soprattutto la sua personale peculiarità, quella di essere un inguaribile, testardo ottimista.


Autore : Elio Cultraro

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