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Corriere di Gela | Il Gela prende quota
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notizia del 29/11/2004 messa in rete alle 16:47:50

Il Gela prende quota

Semplicemente straordinari. Al cospetto della capolista, la tanto temuta Juve Stabia, il Gela sfodera la migliore prestazione stagionale surclassando i rivali senza lasciar spazio ad eventuali recriminazioni. E’ vero che la formazione campana si è presentata al Presti priva di pedine fondamentali quali Ruggiero, Castaldo, Avallone e Ambrosi, ma ciò non può sminuire la valenza della prestazione offerta da Berti e compagni, osannati dalla tifoseria al termine del match.
Determinati e grintosi, i giallo-rossi non hanno concesso spazi agli avversari, smorzando sul nascere qualsiasi tentativo degli ospiti nel creare un azione di gioco efficace, ed è ovvio che senza la volontà e l’unità d’intenti mostrata dai giocatori difficilmente il Gela avrebbe festeggiato un successo talmente prestigioso.
Ma una buona fetta di merito per i tre punti conquistati va attribuita proprio all’allenatore Manuele Domenicali (foto): la modifica tattica attuata durante l’incontro ha totalmente spiazzato il suo antagonista Di Costanzo, il quale si aspettava il solito Gela disposto in campo con il 4-4-2. A sorpresa, invece, Carboni è stato spostato a centrocampo sulla destra (fuori Catalucci e Unniemi dunque) e in mezzo al campo sono stati schierati contemporaneamente Berti, Giardina e Cuffa, anche questa una soluzione inedita. Morale della favola: Carboni è stato l’uomo-partita ridicolizzando il dirimpettaio Guarro, mentre a centrocampo la Juve Stabia ha costantemente lasciato l’iniziativa agli avversari, non per scelta ma per costrizione altrui. Superlativo anche l’argentino Cuffa, il quale, giunto un po’ in sordina, ha gradualmente riscosso consensi da parte dell’ambiente rivelandosi fondamentale nella sfida contro la capolista. Con il suo continuo movimento, infatti, Cuffa ha disorientato gli avversari svolgendo saltuariamente il ruolo di trequartista con il compito prioritario di sfruttare i lunghi lanci dalle retrovie per smistare di testa il pallone in favore di Carboni o qualche altro compagno inseritosi in attacco.
A parte i due elementi citati, tutta la squadra ha comunque disputato una gran partita: da Berti, autore di un bel gol realizzato d’esterno, all’imprescindibile Giardina, dall’insuperabile Montalbano all’irriconoscibile (in termini positivi) Scopelliti, mai così continuo. Un Gela gladiatorio, che però ha suscitato un quesito al termine della gara: se la formazione gelese è in grado di offrire prestazioni del genere, al di là delle particolari motivazioni che ha generato l’incontro con la prima della classe, perché nelle cinque gare precedenti non si è vista una squadra così combattiva e concreta? Frutto di un calo fisico? Conseguenza del mutamento tattico adottato da Domenicali? O Morro d’Oro, Taranto ed Igea Virtus, essendo squadre povere tecnicamente che vendono cara la pelle rinunziando a giocare a viso aperto, rappresentano ostacoli ben più difficili da sormontare rispetto alla prima in classifica? In verità si cerca sempre di trovare una sola ragione, veritiera o meno, per giustificare determinate situazioni, ma nella maggior parte dei casi è un concorso di fattori a provocare una fase positiva o negativa vissuta dalla squadra.
Il Gela è tornato in palla dal punto di vista fisico, ha inoltre assunto un nuovo volto tattico in campo, profondendo infine quel pizzico di grinta e cinismo in più che si richiede alle compagini bramose di prestigiosi piazzamenti. Peccato che al termine dell’incontro con la Juve Stabia, ci sia stato poco tempo per appurare tali miglioramenti palesati dalla squadra: il presidente Romano e il direttore generale Cammarata hanno rassegnato le dimissioni, non irrevocabili, in segno di protesta nei confronti dell’amministrazione comunale, la quale avrebbe in più frangenti promesso al club del denaro che tarda invece ad elargire. Sia Romano che Cammarata sicuramente non intendono abbandonare la baracca, ma ovviamente qualora vengano forzati dalle prese in giro attuate dal sindaco e dall’assessore Donegani potrebbero adottare decisioni clamorose. E’ probabile che questa polemica si concluda positivamente, considerato che il Gela costituisce un patrimonio dell’intera città e nei confronti di esso l’amministrazione comunale non può assumere un atteggiamento d’indifferenza. E’ la seconda volta che la dirigenza giallo-rossa entra in conflitto con Crocetta e Donegani: un terzo dissidio potrebbe incrinare il bel giocatolo sin qui costruito, e ci auguriamo che ciò non accada poiché in molti rischierebbero di perdere una buona fetta di credibilità pubblica. In settimana il Gela ha disputato al Presti il ritorno di Coppa Italia contro i cugini del Vittoria, militanti in serie C1: l’undici di Domenicali ha vinto per due a uno con reti di Lo Coco e Catalucci, ma rimane il rammarico per non aver creduto più di tanto in una qualificazione che avrebbe permesso ulteriori sfide con club di categoria superiore. Il tecnico gelese ha preferito schierare numerose riserve, e a parte Alderuccio in difesa, il quale convince sempre meno a causa della smisurata lentezza, i vari Zito, Marzocchi, Castelli e Pardo hanno offerto una prestazione nel complesso soddisfacente. Archiviato l’incontro di Coppa, c’è grand’attesa in vista della trasferta di Castel di Sangro, dove il Gela può tranquillamente vincere qualora scenda in campo con la medesima concentrazione ammirata nell’ultimo turno di campionato.
Gli abruzzesi, retrocessi nella passata stagione e poi ripescati, hanno una formazione assolutamente modesta e il penultimo posto in classifica rispecchia i limiti tecnici. Riesce a mantenere una certa dignità grazie al buon gioco espresso dagli uomini di Capuzzo, il quale sfrutta la freschezza atletica dei numerosi giovani a sua disposizione. In seno al Gela non dovrebbero esserci defezioni, per cui si va verso la conferma del 4-5-1 che tanto ha entusiasmato nel turno precedente.


Autore : Paolo Cordaro

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