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Corriere di Gela | Galateo anche per i sacerdoti
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notizia del 02/09/2007 messa in rete alle 16:29:07
Galateo anche per i sacerdoti

Con Antonio Corsello siamo sempre stati su posizioni lontane, ma gli sono amico e ammiro la sua intelligenza e il suo coraggio. Mi è quindi dispaciuto leggere del fatto occorsogli qualche giorno fa, sebbene l'episodio di cui è stato protagonista non mi abbia sorpreso.
Ogni uomo, a prescindere dalla sua fede religiosa e dal suo credo politico, merita rispetto. E lo merita ancor di più quando trattasi di persona matura (mi perdonerà Antonio...non gli sto dando del vecchio). Quindi è assolutamente ingiustificabile il comportamento di chi non saluta il prossimo, ed è ancor più grave se è un sacerdote a negare il saluto ad una persona, anche se questi è un prete...spretato. Un vecchio detto popolare recita "Il saluto l'ha lasciato Dio", ed ancora si dice "salutare è segno di educazione".
Quindi Corsello ha tutta la mia solidarietà, anche perchè purtroppo, bisogna dirlo, sono diversi i sacerdoti che non danno buoni esempi , anche nelle cose solo apparentemente piccole. Molti prelati e monsignori non solo non salutano, ma non sanno neppure sorridere, spendere una parola buona per chi è in difficoltà, guardare con occhi pietosi le miserie del mondo. Questi hanno dimenticato la freschezza della loro vocazione giovanile. Musoni, arroganti, spesso presuntuosi, hanno smarrito Gesù Cristo...per strada e si sono scordati dell'amore di Dio.
Eppure è lo stesso Joseph Ratzinger, nel suo primo libro da pontefice “Deus caritas est” ad indicare a tutti i battezzati lo sconfinato amore dell 'Onnipotente. Di conseguenza è amaro constatare come molti prelati chiamati anche "padri" non diano esempi edificanti, e non siano affatto dei buoni padri con il gregge che gli ha affidato il Signore. Sono piuttosti dediti ad attività che li distraggono dalla loro missione, e ancor peggio, al "carrierismo" (grave colpa condannata da papa Benedetto XVI). Ad ogni modo, quanto ora scrivo non vuole essere un "sermone" anticlericale. Ci mancherebbe. Ho una educazione francescana, e san Francesco d'Assisi aveva un grandissimo rispetto per i ministri di Dio, sino a dare loro la precedenza sugli angeli. Ma qualche pecorella smarrita c'è sempre. Allora che questi uomini in abito talare riflettessero sul fatto che Il volto triste e il cuore scontento di un prete non sono mai una buona testimonianza. Se poi gli risultasse proprio difficile sorridere, io consiglierei a questi sacerdoti un pò burberi di leggere lo spiritosissimo e graziosissimo libricino di don Mario Delpini (insegnante di Patrologia nel seminario di Milano) dal titolo "Reverendo che maniere! Piccolo galateo pastorale (Edizioni san Paolo). Lì si possono trovare tanti buoni consigli per presbiteri, religiosi e religiose; precetti e ammonizioni tratti da un antico manoscritto del 1768, che potrebbero anche essere attribuiti al grande S. Ambrogio, Arcivescovo di Milano. Ma chiunque ne sia stato l'autore, certo quei suggerimenti rimangono di attualità per tutti, anche per chi prete non è ma si professa buon cristiano.


Autore : Gianni Virgadaula

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