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Corriere di Gela | Le “vite speciali” dei personaggi di Gino Alabiso
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notizia del 16/12/2007 messa in rete alle 15:29:34
Le “vite speciali” dei personaggi di Gino Alabiso

Puntuale, come rondine sotto il tetto a primavera, il giornalista-scrittore gelese Gino Alabiso preleva dal suo archivio di ricordi una serie di personaggi che hanno caratterizzato la cultura nazionale e internazionale, e ce li presenta quasi come una sorta di strenna natalizia.
I personaggi di Alabiso quest’anno vanno sotto il titolo di “Vite Speciali”: si tratta di una raccolta in cui vengono presi in esame, anche se sinteticamente ma nelle linee essenziali, alcune figure che, secondo Alabiso ed attraverso il suo stile di ricerca e di scrittura, hanno fatto storia e cultura a largo respiro.Fra questi un certo Eròstrato che nel 356 a.C. incendiò in Grecia il tempio dedicato ad Artemide, che a quel tempo era considerato una delle sette meraviglie del mondo, sol perché desiderava che il suo nome rimanesse nella storia! Oppure una certa attrice svedese Ingrid Berman che sposò un certo Roberto Rossellini, il regista del neorealismo italiano, che ebbe come partner dei bravissimi attori a livello mondiale, che vinse ben tre Oscar: l’ultimo nel 1974 con il film “Orient-Express”. Ed anche un certo Hans Christian Andersen che dalla sua Olanda scrisse le più belle favole e farne un patrimonio per i giovani e meno giovani di tutto il mondo. Definì l’Italia “il paese della fiaba”. Di favole Andersen ne scrisse 156 e continuano a fare sognare come fatti realmente accaduti. In queste “Vite Speciali” si palesa il gusto di raccontare e di una forte pregnanza culturale della quale Gino Alabiso si è sempre nutrito.
Da quel di Pisa dove vive, assembla in 44 pagine scritti e figure anche a noi care: per cultura e predisposizione a riconsiderare posizioni letterarie, e ad accettare notizie inedite ma facenti parte della vita dei personaggi presi in esame. Nella raccolta di quest’anno Gino Alabiso non disdegna un innesto di natura etica. Infatti riprende “La Casta” con le vergogne che regnano nel nostro Paese, e fatto crescere l’insofferenza di milioni di cittadini nei confronti dei parlamentari di entrambi gli schieramenti.Nelle pagine iniziali racconta del giornalista Enrico Mattei, da non confondere con il primo presidente dell’Eni, nato a Roma nel 1902 e nell’ottobre 1922 inviato speciale a Napoli per conto del “Giornale di Roma” dove fece il primo scoop del giornalismo italiano.
Scrisse infatti che Mussolini preparava un colpo di stato e che avrebbe marciato su Roma; ed infatti il 28 ottobre di quell’anno avvenne quello che avvenne. Nelle sue notizie Alabiso si sofferma sulla vita di Giacomo Puccini e della sua passione per le belle donne e per quelle storie d’amore fra la Mimì di Tosca e la Butterfly di Turandot.
Un ricordo è dedicato al pisano Igino Benvenuto Supino: illustre letterato all’università di Bologna, insieme cultore della storia dell’arte e amico di Mario Rapisardi.Del professore catanese Concetto Marchesi, eccellente latinista e ardente combattente nelle lotte partigiane – ricorda Alabiso – che fu Palmiro Togliatti a commemorarlo a Roma, nel 1957, per la sua morte. Un curioso ricordo il giornalista gelese lo dedica a Filippo Mazzei, nato a Poggio a Cajano in Toscana nel 1730 e morto nel 1816, perché sulla sua tomba c’è scritto che “qui riposa l’avventuriero onorato”. Forse – secondo Alabiso – perché partecipò alla Rivoluzione Americana ed alla importante stesura introduttiva della Dichiarazione d’Indipendenza; cioè un protagonista del XVIII secolo, detto anche il secolo dei “Lumi”.Marcello Mastroianni è presentato come l’attore che ci rese dolce la vita; fu un latin lover ma anche un ambasciatore di cultura. Alabiso ci ricorda che lavorò con Luchino Visconti e con Federico Fellini e, con il film “la dolce vita”, fu conosciuto a livello mondiale; per il regista Gillo Pontecorvo fu un uomo che “semplificava le cose con un’autoironia sempre bonaria”. Alabiso ce lo ricorda anche con le più note attrici, soprattutto con Sofia Loren.
Nell’archivio dei ricordi di Gino Alabiso c’è anche posto, con dovizia di particolari, noti e meno noti, anche per l’attrice Isa Miranda, per la poetessa Renata Giambene Minghetti, amica di Gela e della cultura siciliana; e c’è anche posto per il grande regista Vittorio De Sica, per lo scrittore Emilio Salgari e per la scrittrice Grazia Deledda, Nobel per la letteratura nel 1926.
Nell’introduzione al volumetto Isabella Ghilarducci scrive che Gino Alabiso “trasmette al lettore la voglia di saperne di più, di visitare, vedere, insomma di dare più senso al proprio tempo con chiarezza espositiva e sapiente capacità critica”. Il piacere della scrittura, è, così, per l’amico Gino Alabiso un motivo per continuare a lavorare, come ai tempi del suo insegnamento nelle scuole per acculturare; per fare vivere le nuove e le generazioni più anziane in un contesto sempre dinamico e partecipativo.


Autore : Federico Hoefer

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