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Corriere di Gela | L’omaggio a Giuseppe Bonaviri, l’ultimo letterato vivente del Novecento siciliano che Gela premiò nel ‘69 con il “Sileno d’oro”
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notizia del 04/11/2007 messa in rete alle 15:23:16

L’omaggio a Giuseppe Bonaviri, l’ultimo letterato vivente del Novecento siciliano che Gela premiò nel ‘69 con il “Sileno d’oro”

Ospite d’onore alla seconda edizione del Premio Mediterraneo per la cultura di sabato scorso a Catania è stato lo scrittore-poeta siciliano Giuseppe Bonaviri (nella foto a Catania, tra la giornalista Cinzia Sciagura e Mario Andreose, direttore letterario della Rcs Libri, venuto a Gela tre anni fa per presentare il saggio di Marco Trainito su Horcynus Orca di Stefano d’Arrigo ,“Il mare immane del male”), che era stato premiato nella prima edizione della manifestazione. Nel corso della serata è stato presentato la traduzione spagnola de “Il fiume di Pietra”, uno tra i suoi romanzi più importanti, curata da Joaquin Espinosa Carbonell, ordinario di Filologia italiana nell’Università di Valencia. Infatti la seconda sezione del premio è dedicata ad un traduttore ed editore straniero per la promozione della cultura siciliana nel Mediterraneo.
Lo scrittore di Mineo, nonostante l’età avanzata, ha voluto partecipare alla festa della cultura. Non si è sottratto dal salire sul palco del teatro Sangiorgi, riscuotendo calorosi e sinceri applausi dal pubblico presente.
Disponibile, affabile, di una modestia inverosimile per un più volte candidato al Nobel per la letteratura, si è detto confuso e commosso nel constatare tanta ammirazione. In tanti se lo sono conteso, emozionati, chi per una foto, chi per uno scambio di opinioni sui problemi della nostra società, della cultura. Non capita tutti i giorni di avere l’occasione di poter avvicinare uno scrittore contemporaneo, che occupa un posto importante nel panorama letterario italiano e non solo, del quale si sono studiate tante grandi opere.
Lucido e sicuro di sé, ha parlato della sua prossima fatica letteraria, “un libretto” (così l’ha definita) di cento pagine, nel quale mette in evidenza la cosmocità e la terricità dell’uomo: parte dal primo viaggio dell’uomo sulla luna che simboleggia il viaggio dell’umanità oltre i confini della sua condizione umana, verso la spiritualità, la religiosità. Ha inoltre parlato molto dei suoi ricordi d’infanzia, dei quattordicianni di studi svolti a Catania, la miserie e la povertà di quel periodo. La nostra città ha avuto l’onore, nel lontano 1969 di conferirgli il premio “Sileno d’oro” per la narrativa. Fu premiato “per i suoi alti meriti professionali, per il riconosciuto valore di letterato e in particolare per l’opera La divina foresta”.


Autore : Cinzia Sciagura

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