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Corriere di Gela | Il Gela tenta di uscire dal tunnel
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notizia del 24/02/2008 messa in rete alle 14:58:52

Il Gela tenta di uscire dal tunnel

Da tempo s’è sparsa la voce tra i giocatori avversari. Insultalo, prendilo in giro per il colore della pelle, fallo sentire una nullità ed un diverso, ed otterrai l’effetto desiderato, vale a dire provocare nel suo stato d’animo un nervosismo crescente, magari accompagnato da un pizzico d’umiliazione, tuttavia quest’ultimo aspetto non importa, trascuralo.
La vittima prescelta, Akeem Omolade, non ha mai digerito comportamenti talmente meschini. Salì alla ribalta nella Treviso leghista, guidata in quel periodo da un sindaco razzista, Gentilini, il quale si dilettava nello spruzzare il disinfettante sui sedili degli autobus, utilizzati un attimo prima dagli extracomunitari, per manifestare alle telecamere il loro parere sull’apertura alle gente di colore. E lui, Omolade, a soli diciotto anni, non capì per quale motivo, nel momento in cui debuttò in B, l’evento stava generando fischi nei suoi confronti provenienti dalla curva veneta. Poi i compagni glielo spiegarono, era dovuto al fatto che avesse la pelle nera, lui ne soffrì molto, ma la domenica successiva l’undici trevigiano, in solidarietà al giovane collega, scese in campo con la faccia pitturata di nero. Uno splendido gesto che suscitò clamore, tuttavia i deplorevoli insulti si sono ripetuti nel corso degli anni, proferiti non più dai tifosi bensì dai colleghi.
In questa stagione qualche avvisaglia ci fu a Catanzaro, dopo il fischio finale, con il nigeriano che si scagliò contro un avversario e fu espulso dal direttore di gara.
Al termine della gara interna con il Lamezia sempre Omolade protagonista, scagliatosi, ancora una volta dopo la conclusione dell’incontro, sul terzino ospite Petrassi, reo d’aver insultato lui ed il connazionale Ike. Infine giungiamo al triste epilogo di Celano, con i ganci sferrati da Omolade ai giocatori Barraco e Vurchio e ai danni di un dirigente abruzzese. La rissa finale, verificasi anche in questo caso dopo il triplice fischio, trova origine nel superamento della soglia di tolleranza posseduta dall’attaccante del Gela: non ha retto agli insulti, reiterati, del pubblico e degli avversari, reagendo in malo modo.
Ciascuno di noi replica in maniera diversa alle provocazioni che ci giungono dall’esterno, e probabilmente in molti, stanchi per le offese ricevute nel corso degli anni, avremmo agito con una modalità identica. Ciò giustifica in parte Omolade, il quale deve rendere conto ai compagni di squadra, al tecnico, alla dirigenza e ai tifosi dei danni che ha arrecato al club, poiché la sua reazione, seppur comprensibile, è apparsa di fatto spropositata.
Proprio un anno fa un dirigente di una società dilettantistica calabrese morì per separare alcuni atleti coinvolti in una rissa post-partita: i giocatori dovrebbero sempre rammentare tale episodio, onde evitare involontarie tragedie.
Il giudice sportivo è stato magnanimo con Omolade, infliggendogli solo tre giornate di squalifica, cui va aggiunto un ulteriore turno di sospensione per somma d’ammonizioni. In tutto quattro gare, ma non convince la squalifica di D’Aiello, appiedato per due turni (cui va aggiunta, anche in questo caso, un’ulteriore giornata per somma d’ammonizioni), poiché il difensore palermitano sembra pagare responsabilità eccessive per il coinvolgimento nella rissa. Sdegna soprattutto il fatto che il Celano ne sia uscito indenne, avendo il giudice sorvolato sul comportamento del pubblico e dei giocatori abruzzesi. Per il regolamento fa fede solo il referto arbitrale, un vincolo obsoleto che impedisce la crescita del pianeta della C, lontano da un reale senso di giustizia.
Oltre agli insulti subiti da Omolade, va registrato il pessimo arbitraggio, un fattore che ha innervosito gli uomini di Sanderra. Il Gela ha disputato una buona gara, Franciel oramai viene costantemente bloccato, ma ciò favorisce, come accaduto contro il Lamezia, l’apertura di spazi per i compagni di squadra, ed in effetti sia Ike che Ciòfani, quest’ultimo schierato dal primo minuto, hanno avuto occasioni importanti sventate dal portiere Vurchio.
Una gara meritevole del pari, vanificato dal nervosismo finale e dalla spaventosa incertezza mostrata dalla difesa in occasione del gol decisivo di Dionisi, maturato negli ultimi istanti. Da lodare la reazione del presidente Tuccio, il quale, a differenza delle dichiarazioni espresse dopo la gara di Andria, anch’essa manipolata dall’arbitro, in questo frangente ha assunto un comportamento molto misurato, senza mai sfociare nell’ineleganza e portando avanti, internamente, un’importante battaglia per la pulizia nel mondo calcistico, azione condivisa dai vertici della Lega.
Deluso dal vergognoso operato del direttore di gara e dall’omertà manifestata dai dirigenti abruzzesi, Tuccio intende adire le vie legali per tutelare l’onore del club, leso da comportamenti inqualificabili.
Intanto occorre pensare al prossimo appuntamento, in casa contro il Noicàttaro, e riscattare le due sconfitte consecutive. Dopo il grave infortunio di Fofana, la dirigenza ha tesserato Ciryl Gona (nella foto), esterno nigeriano, classe ’83. Cresciuto nel Brescia, ha giocato nelle ultime due stagioni con il Potenza, diventando un piccolo beniamino della tifoseria lucana. Predilige le fasce, ma può ricoprire più ruoli, essendo una sorta di jolly. L’unico dubbio riguarda la mancanza del ritmo-gara. Oltre ad Omolade e D’Aiello, Sanderra non potrà contare su Berti, anch’egli squalificato per un turno dal giudice. Saranno presumibilmente sostituiti da Ciofani, Palma e Parlagreco. Rientra Ambrosecchia. Il Noicattaro, da quando è allenato dal team-manager Bitetto (un passato da giocatore), ha ottenuto un ruolino importante, conquistando sette punti nelle ultime tre gare. Importanti gli innesti invernali Armenise, Coppola e Malagnino, i quali hanno innalzato il tasso tecnico e ringiovanito un gruppo che annovera gente d’esperienza come Sassanelli (bestia nera del Gela), Di Meo, Menolascina ed elementi temibili quali Moscelli e Zotti.
La società Gela Calcio, unita al dolore del dirigente Rosario Savasta per la perdita del nipote Gaspare, ha inoltrato alla lega di serie C il nulla osta affinchè venga osservato un minuto di raccoglimento prima dell’inizio della gara gela-Noicattaro.


Autore : Paolo Cordaro

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