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Corriere di Gela | Claudio Cavalli, Da Faenza in Sicilia circumnavigando l’Italia
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notizia del 30/06/2013 messa in rete alle 14:19:18
Claudio Cavalli, Da Faenza in Sicilia circumnavigando l’Italia

Claudio Cavalli, 60 anni, di Faenza, la città della ceramica e di professione vetraio è il canoista solitario che ha deciso di circumnavigare l’Italia in ottanta giorni. Naturalmente non consecutivamente ma con tappe specifiche scaglionate in più anni. Sommando i tempi effettivi, dice che ne sono bastati 76 di giorni. Lo incontriamo per caso domenica sera scorsa mentre sta caricando sul suo camper posteggiato nello spiazzo di Via Fontanarossa a Macchitella, una lunga canoa a due posti.

Gli chiediamo subito se accetta un’intervista. Non se lo fa ripetere due volte. Con la classica parlata romagnola ci confida che la sua è stata una scelta di vita ed un impegno verso un suo caro amico morto in un incidente assieme alla moglie. Gli aveva promesso che avrebbe circumnavigato la Penisola ed ora il rammarico che con la sua morte non è stato possibile la donazione dei suoi organi, come avrebbe voluto. E così ha iniziato la sua impresa nel 2004, partendo da Muggia in provincia di Trieste e facendo il periplo dell’Italia con l’attraversamento dello stretto di Messina, è giunto a Ventimiglia. «Dopo Muggia – ci riferisce Claudio Cavalli – nel 2005 sono arrivati a Sibari, nel 2007 a Ventimiglia. Poi fra il 2008 e il 2010 ho fatto tutti i laghi, il lago di Garda, d’Iseo, di Varese». Certamente questi viaggi non li percorre da solo. Lo segue un camper guidato da un suo grande amico pubblicitario, Marcello Amorati, anche lui di Faenza. Ha fatto anche il periplo dell’intera Sardegna dove è stato protagonista di una brutta avventura.

Nell’imperversare di un inatteso temporale, la furia delle onde abbattendosi sull’imbarcazione ne ha determinato il suo rovesciamento, mettendo a repentaglio la sua vita. Fortuna che sono arrivati in tempo gli uomini della capitaneria di porto ed i vigili del fuoco, che lo hanno tratto subito in salvo.

«Dicono che in Sicilia c’è la mafia – continua a dire aiutandosi con i gesti – ma non è così. In qualunque posto sono stato ho trovato tanto calore ed affetto. Posso affermare che tutte le persone che ho incontrato, sono delle persone solari. E poi il clima è splendido, si spende poco. Mi avevano parlato di una Sardegna incontaminata e molto bella. Qui in Sicilia ho trovato molte cose interessanti e se dovessi fare un paragone, direi che la Sicilia è molto più bella».

Cavalli conta di completare il suo viaggio in Sicilia in diciotto giorni percorrendola in senso orario. Partito da Messina è giunto a Gela sabato scorso. Dopo la brutta avventura in Sardegna, altra disavventura anche a Gela, anche qui conclusasi in bellezza.

Proveniente da Siracusa, giunto al Golfo di Gela procedendo da est ad ovest all’altezza della diga foranea, è stato subito bloccato da una imbarcazione, forse una motovedetta o altra imbarcazione militare. Era l’imbrunire e con poca visibilità. Gli uomini che lo hanno fermato indossavano comunque una divisa. Fattolo accostare alla plancia, gli hanno intimato di scendere con un fare modo molto energico.

«Mi hanno chiesto cosa stessi facendo in quella zona interdetta – continua nel racconto – e poi vedendo che l’alloggia-mento per il secondo canoista era coperto con un telo, mi hanno chiesto cosa vi fosse al suo interno. Sinceramente mi sono spaventato. Forse credevano che nascondessi droga o esplosivo, non saprei. Ho detto loro chi fossi e il tipo di impresa che stavo facendo. Chiarito tutto, poi mi hanno spiegato che di lì non avrei dovuto passare. Compresa la mia buona fede, alla fine mi hanno lasciato andare con tanto di scuse. Anzi mi hanno invitato a prendere un caffè non appena avessi toccato terra».

Lunedì scorso è partito da Gela salpando con la sua canoa dalla spiaggia di Macchitella e mantenendosi a circa 1 miglio dalla costa si è diretto attraverso tre tappe a Marsala passando da Martina di Palma e Selinunte. Mercoledì sera telefonandoci ci ha informati che era diretto a San Vito Lo Capo. Per portare a compimento questa impresa il “vetraio solitario” si autofinanzia contando solo per pochi spiccioli su uno sponsor suo amico.

Cavalli non ha nessuna fretta di arrivare e se la fa con comodo, potendo così gustare la bellezza delle città che tocca nel suo percorso. Il suo è quindi anche un turismo da diporto che gli arricchisce il suo bagaglio culturale. Ha visto i bronzi di Riace, il museo di Reggio Calabria e in Sicilia, Taormina. Altra cosa che lo esalta, ma che dice sottovoce : essere riuscito a raccogliere 14 mila euro da destinare in beneficenza all’ospedale della sua città. Il diciannovesimo giorno, soddisfatto e stanco, tornerà in camper alla sua Faenza.


Autore : Nello Lombardo

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