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Corriere di Gela | C’è il Prg, il Consiglio scappa dall’aula
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notizia del 23/09/2008 messa in rete alle 12:43:19
C’è il Prg, il Consiglio scappa dall’aula

Era nell’aria che la seduta consiliare aggiornata a giovedì 18 settembre in prosecuzione di quella della sera precedente sciolta per mancanza di numero legale, avrebbe fatto registrare un nulla di fatto. E così è stato. Nonostante le buone intenzioni di chi è rimasto in aula (Democrazia e socialismo, qualche centrista, Udc e Pdl) e che ha dichiarato il proprio voto favorevole sul terzo punto all’ordine del giorno e cioè la localizzazione e approvazione del programma costruttivo della ditta Tcnitalia spa, si è dovuta registrare ancora una volta la mancanza di numero legale. Erano presenti in aula solo 11 consiglieri. Quasi totalmente assente il Pd ad eccezione di Marchisciana e l’Mpa. Ad inizio di seduta era stato esitato favorevolmente l’adozione del piano di lottizzazione in zona C5 di Prg - società Edil Peretti Srl. Duro monito del presidente Di Dio che così si è espresso: “Non so per quali motivazioni c’è questo assenteismo. Sicuramente questo non è un modo di procedere. I punti all’ordine del giorno vanno trattati. Poi il Consiglio si esprime se approvarli o bocciarli. L’organo consiliare è organo deliberante e non può essere inadempiente rispetto agli atti deliberativi. Bisogna trovare le soluzioni per far lavorare al meglio il consiglio comunale. Non escludo di scrivere all’Assessore agli Enti locali per chiedere se il Consiglio è inadempiente e chiedere quindi lo scioglimento”.
Nella seduta precedente del 17 settembre, l’Amministrazione Crocetta scivola sulla classica buccia di banana. Già in apertura dei lavori si vede costretta a ritirare un atto inserito al punto 2 all’ordine del giorno per evitare complicazioni ed implicazioni giuridiche devastanti e consequenziali al voto che il Consiglio avrebbe espresso su proposta della giunta. Vediamo di cosa si tratta. La coop. edilizia “Città Futura” chiede all’organo comunale di potere realizzare un programma costruttivo di 17 alloggi in contrada Scavone allegando tutta la prescritta documentazione. La proposta viene inserita al secondo punto all’ordine del giorno della seduta consiliare per essere esitata e quindi approvata dal Consiglio comunale. Solo che i consiglieri si ritrovano una proposta della giunta firmata dall’assessore Nuara , controfirmata dagli ingg. Capizzello e Costa, con la quale viene proposto all’organo consiliare di non accogliere la proposta di programma costruttivo della Coop. “Città Futura” per una serie di considerazioni e motivazioni elencate nel contesto della proposta della giunta. Alcuni consiglieri sono decisi a dar battaglia perché rilevano alcune contraddizioni ed inesattezze
Mentre si afferma che il progetto non è munito del parere igienico sanitario rilasciato dal dirigente dell’Ausl2 di Caltanissetta, in effetti quel parere esiste, è favorevole ed è allegato col n.2, redatto il 23.2.05 con prot. 135 firmato dal Dott. Gaetano La Bella e trasmesso al sindaco del Comune di Gela ed alla Cooperativa. Inoltre si afferma che il progetto non è munito del parere e del visto del Genio civile di Caltanissetta. Invece quel parere era stato richiesto dalla Cooperativa all’Ufficio del Genio civile, cosa che avrebbe dovuto fare il Comune di Gela e che non ha fatto.
Il 15 settembre il Commissario ad acta Mario Megna scrive una lettera al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, al segretario generale, al dirigente del settore Urbanistica e per conoscenza alla Cooperativa, con la quale tra le altre cose dice di venire “a conoscenza che in vigenza dell’intervento sostitutivo (il commissario ad acta si era già insediato – ndr) il signor sindaco con nota ..del 26.08.2008 ha trasmesso al presidente del consiglio comunale la proposta n.2196 del 21.08.2008. Pur prendendo atto ed apprezzando lo spirito dell’azione sindacale tendente all’accelerazione e riduzione dei tempi amministrativi, tuttavia appare doveroso evidenziare quanto appresso: 1) Il sindaco in quanto organo sostituito.. non avrebbe potuto esperire alcun adempimento in ordine alla questione oggetto d’intervento sostituivo;
2) La proposta di deliberazione redatta in data 21.08.2008 dal Servizio Urbanistica risulta carente dei presupposti di completezza per potere essere inoltrata in Consiglio comunale. Infatti, avrebbe dovuto già l’Amministrazione comunale procedere all’acquisizione del parere.. dell’Ufficio del Genio civile di Caltanissetta. In ultimo, dal dossier trasmesso anche alle SS.LL. risulterebbe l’acquisizione del parere igienico sanitario rilasciato dall’Ausl 2 di Caltanissetta in data 23.02.2005, non citato nella proposta di deliberazione, né risulta attivata la richiesta per l’acquisizione del parere ex art.13 L.64/74 da parte dell’Ufficio comunale competente. Per tutto quanto precede… lo scrivente … rappresenta la necessità che preliminarmente alla trasmissione in Consiglio comunale, la proposta sia completa in ogni sua parte, di tutti i pareri e N.O. prescritti per legge e che sia attivata la procedura prescritta dall’anzidetta L.R. 10/91 laddove la proposta viene formulata per il diniego…” Di qui la decisione del vicesindaco di ritirare l’atto.
Delusione, rabbia, insoddisfazione, impotenza..e si potrebbe continuare ancora con altri attributi. Questi i sentimenti più o meno palesi che serpeggiano tra i consiglieri comunali di entrambi gli schieramenti. Nella seduta del 17 settembre si doveva procedere all’approvazione di numerosi piani di lottizzazione, piani costruttivi per la realizzazione di alloggi sociali, nonché alcune varianti al Prg, insomma atti di grande rilievo sociale che servono pur nel loro piccolo a mettere in moto un sistema di economia stagnante da tempo. Ma non se ne può fare una colpa ai consiglieri se alla fine di alcune battute è venuto a mancare il numero legale. Si arriva 24 ore prima tra i gruppi consiliari a concordare l’ordine del giorno, quand’ecco che ad inizio seduta si registrano le prime fughe in avanti. Tutti i consiglieri avevano concordato di inserire in una precisa seduta il Question time, le comunicazioni, le interrogazioni e le interpellanze, e invece già ad apertura di seduta il capogruppo di Sinistra Democratica Paolo Cafà rompe il fronte e chiede di poter fare una comunicazione alla quale in un primo momento si oppone il presidente Peppe Di Dio motivando il suo rifiuto col fatto che ad opporlo non deriva da una sua scelta personale, ma da una decisione condivisa da tutti i consiglieri e facente capo al regolamento consiliare. Di Dio potrebbe fare uno strappo, ma ricorda a Cafà che potrebbe essere messo in difficoltà da altri consiglieri che potrebbero chiedere la stessa cosa. E così accade. Infatti anche il consigliere Terenziano Di Stefano chiede di fare una comunicazione, stessa cosa dicasi per Lucio Greco. Di qui la necessità di sospendere la seduta in attesa di decidere il modo di procedere. Solo che sulla sospensione si è opposto Paolo Cafà che si è astenuto dal voto, dichiarando che esiste un ordine del giorno licenziato dalla conferenza dei capigruppo e che pertanto va rispettato. Anche lui si dice favorevole alla discussione sul problema dell’acqua, ma sostenendo anche che discuterne incidentalmente non si sarebbe comunque arrivati ad alcuna soluzione, bisognava evitare di stravolgere l’ordine del giorno in quanto una simile condotta sarebbe equivalso a boicottare i lavori. Parole pesanti come un macigno.
Ma cosa chiedevano Cafà, Di Stefano e Greco con le loro comunicazioni “vietate” perché in contrasto con l’ordine del giorno? Nulla di trascendentale ma solo delle dichiarazioni degne di nota e sicuramente destinate a determinare reazioni tra le più varie nell’ambito dell’assemblea civica. Il consigliere Paolo Cafà voleva comunicare la nascita di un nuovo gruppo consiliare “Democrazia e socialismo” in sostituzione del vecchio “Sinistra democratica” di cui era capogruppo. Superata la resistenza di Di Dio, ha preso la parola ed ha annunciato la nascita del nuovo raggruppamento di cui fanno parte il socialista Santino Giocolano, l’ex Pd Nicolò Gennuso e lui stesso nella qualità di capogruppo. Naturalmente Cafà non si è limitato al solo annuncio ma si è anche soffermato ad illustrarne le caratteristiche politiche , le finalità e la collocazione politica. “Siamo opposizione costruttiva – ha detto Cafà – pur richiamandoci al centro sinistra, ma soprattutto non siamo dei rivoluzionari di turno. Daremo anche vita ad una associazione politica della stessa denominazione. Vi potranno aderire i socialisti sparsi per via della diaspora negli altri partiti, i militanti nel Pd, insomma tutti coloro che si riconoscono nel socialismo e nella democrazia. Riteniamo di svolgere un ruolo da protagonisti per fare percorrere al centro sinistra nuove strategie”. Fin qui Paolo Cafà. Chi veramente ha messo in imbarazzo i consiglieri è stato Terenziano Di Stefano. “Visti i recenti sviluppi legati all’approvvigionamento idrico in città – ha detto Di Stefano – gli inutili sforzi e i vani tentativi di soluzione proposti da parte di questa amministrazione, intendo rendere pubblicala mia astensione da qualsiasi discussione e votazione che non sia inerente alla soluzione del problema idrico. A tal proposito propongo l’istituzione immediata di un tavolo tecnico con la presenza dei massimi esponenti di Sicilia Acque, Caltaqua, degli assessori competenti e di tutto il Consiglio comunale per la stesura di un piano risolutivo che preveda il rifacimento della rete idrica e la fogna cittadina, compreso la zona balneare di Manfria. Al signor sindaco vorrei dire che la problematica idrica non è seconda alla battaglia della legalità, né alla questione ambientale. Invito infine i colleghi ad astenersi dal discutere i vari punti all’ordine del giorno per concentrare il nostro lavoro a quanto è più urgente per la nostra amata città”. Chiaramente un intervento di quel tenopre ha spiazzato tutti. Quando Lucio Greco ha preso la parola e stava per cavalcare la tigre del problema idrico, l’alt del Presidente lo ha fatto desistere dal continuare e si è sentito in dovere di proporre una sospensione della seduta per trovare insieme in sede di capigruppo le vie da percorrere per andare avanti nei lavori. E così è stato. Solo che la sospensione è durata più di un’ora e alla fine al rientro dei consiglieri, la seduta è stata sospesa per mancanza di numero legale. Non si poteva continuare con 15 presenze e tutto è stato rinviato al giorno dopo, quando cìè stato l’ennesimo nulla di fatto per mancanza di numero legale.


Autore : Nello Lombardo

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