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Corriere di Gela | Rischio astensionismo? una sconfitta per tutti
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notizia del 15/10/2012 messa in rete alle 12:18:05

Rischio astensionismo? una sconfitta per tutti

La nostra Costituzione, nel sancire il diritto del cittadino ad esprimersi democraticamente attraverso il voto, postula – deducendolo “a contrario” – anche il diritto di non esercizio del voto, validamente inteso. L'astensionismo, che può esprimersi rimanendo a casa così come recandosi alle urne per consegnare scheda bianca o (intenzionalmente resa) nulla, comincia a fare breccia nell'elettorato alla fine degli anni '70. Da una prima versione «apatica», si tramuta nel tempo rafforzandosi in termini di «sfiducia» per poi arrivare ai nostri giorni in una vera e propria veste di «protesta». Un qualcosa che viene oramai salutato addirittura come “fisiologico”, laddove ciò dovrebbe essere solo associato a fattori demografici di decrescita. La legge fondamentale, invero, riconosce al voto anche lo status di «dovere». In occasione delle elezioni regionali che si terranno nell'isola domenica 28 ottobre, molti sondaggi danno tantissimi siciliani non sentirsi affatto in dovere di votare validamente. Qualora ciò fosse acclarato dai dati ufficiali, significherebbe - inconfutabilmente - che partiti e movimenti politici hanno, con tutta evidenza e franchezza, fallito. Se c'è una cosa, in linea di principio e di fatto, che l'astensionismo comporta ineluttabilmente è l'unire (una volta tanto anziché dividere) vecchia e nuova guardia. L'astensionismo, per dirla tutta, non fa differenze tra partiti tradizionali da un lato e, dall'altro, grillini, forconi, neo-comunisti, neo-sturziani e via discorrendo. Un massiccio astensionismo, insomma, sconfigge inesorabilmente tutti: è financo pacifico.

Soprattutto a Gela, un'alta percentuale di non votanti, unitamente a schede nulle e bianche, a fronte della circostanza – singolare, ad oggi unica – che vede la candidatura alla guida della Regione Siciliana di un gelese che ha rivestito e riveste ruoli istituzionali, attesterebbe indubitabilmente un livello politico cittadino, in un'ipotetica scala di misura, sotto lo zero. Un astensionismo rilevante da parte dei cittadini gelesi, indotto dall'assenza di un dibattito attorno una tale candidatura che non ha precedenti storici in città, esprimerebbe una vigliaccheria politica, parimenti, senza precedenti. Una vile abitudine, dettata da una vergognosa pratica a non esporsi, né a favore, né contro, coinvolgente tutti, nessuno escluso, specie i candidati all'Ars di qualunque lista e coalizione. Ne deriverebbe l'ennesima occasione persa per provare a definire e magari decretare, grazie all'ausilio delle urne, un giudizio storico in una comunità in minima parte costretta e condannata, per contro in larga parte scientemente disposta, a non voler invece avere memoria.


Autore : Filippo Guzzardi

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