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Corriere di Gela | Gela, giudizio sospeso
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notizia del 09/09/2007 messa in rete alle 11:47:12

Gela, giudizio sospeso

Domenica, al termine della gara interna contro la Scafatese, perduta con un secco due a zero dal Gela, in molti hanno abbandonato il Presti con una certezza: l’immaturità e l’autolesionismo continuano a imperversare tra i gelesi, sportivi e non. Innumerevoli episodi testimoniano una certa incapacità nel gestire le situazioni e i problemi con ragionevolezza, affidandosi all’istinto o semplicemente evitando la ricerca di una soluzione. Fornire una spiegazione a certe decisioni o a determinati comportamenti non è assolutamente agevole, e domenica, sugli spalti, sorgevano tanti quesiti. Qualcuno ad esempio potrebbe chiarire per quale motivo il presidente del Gela, l’ing. Angelo Tuccio, abbia rinvenuto l’esigenza di smantellare quel gruppo coeso di giocatori che ha raggiunto traguardi importanti nella passata stagione.
Perché rinunciare alle prestazioni del baluardo Fabbro, dei centrocampisti di qualità Corapi e D’Alessandro, o non prendere in considerazione i rinnovi dei grintosi Ceccarelli e Cirillo, attaccati alla maglia? Erano sufficienti tre-quattro innesti di categoria e oggi ci sarebbe grande entusiasmo attorno al club. Perché umiliare e cancellare vent’anni di storia del Gela, ossia Marco Comandatore, la bandiera di questa squadra, priva adesso di un’anima e del tradizionale spirito battagliero? E se nella passata stagione i fischi del pubblico si concentravano sull’assenza di qualità in mezzo al campo, perché anche nell’attuale torneo non è stato compiuto un piccolo sforzo per acquistare un regista bravo tecnicamente? E ancora: anziché puntare su giovani come D’Aiello e Di Franco, deboli caratterialmente, o affidarsi ai ragazzi del Catania solo per intascare un premio di valorizzazione, non sarebbe stato conveniente acquistare quattro-cinque giovani di valore provenienti dalla serie D, pertanto di proprietà del Gela e non in prestito? In caso di prestazioni superlative la società avrebbe potuto cederli a peso d’oro in favore di club di categoria superiore.
Tuccio ha voluto risparmiare denaro, ma se la squadra non dovesse mostrare miglioramenti soprattutto sul piano dei risultati, la dirigenza dovrà in seguito spendere soldi per ingaggiare nuovi elementi, nella speranza di non dover assumere anche un nuovo tecnico.
A dire il vero, Irrera sembra essere la figura con minor responsabilità per l’assenza di punti in classifica: la squadra ha un gioco, crea le occasioni da gol, ma non riesce a finalizzarle. Inoltre, la difesa fa acqua da tutte le parti e il centrocampo non riesce a sostenere il peso delle tre punte. Tutto dovuto ad un organico costruito in maniera inadeguata, e Irrera, felice e riconoscente per l’affidamento della prima panchina tra i professionisti, ha fatto buon viso a cattivo gioco non lamentandosi di alcune operazioni di mercato poco comprensibili. Oltre a Tuccio, altre figure agiscono in modo misterioso: è possibile che, pur navigando da più di dieci anni in serie C, l’amministrazione comunale non abbia avuto l’idea più semplice di questo mondo di realizzare un apposito corridoio per acquistare i biglietti al botteghino?
Ogni domenica si crea una calca impressionante, con i tifosi che si spintonano tra loro, con i soliti furbetti che s’inseriscono lateralmente in barba a chi tenta di abbozzare una coda o qualcosa di simile. Eh già, ai politici non è mai venuta in mente un idea del genere perché, non dovendo pagare il biglietto, non sono costretti ad affrontare i consueti problemi che affliggono la plebe nel momento in cui deve acquistare il tagliando. E non tocchiamo il tasto dolente dell’impianto d’illuminazione, poiché occorreva il diktat della Lega per smuovere le acque in tal senso, sempre che gli interventi vengano completati a dovere.
Ma domenica, a deludere maggiormente sono stati i tifosi della curva, per una serie di motivi: non hanno sostenuto la squadra nell’arco della gara, rimanendo in silenzio e tradendo il loro ruolo di tifosi; hanno contestato i sostenitori seduti in tribuna perché di fede giallorossa; e infine la protesta è stata dettata dalla mancata accettazione dell’inserimento sulla maglia di due striscette giallorosse. Analizzando il problema, poiché occorre un piccolo binocolo per accorgersi delle strisce dalla tribuna, a nostro avviso dovrebbero essere proprio i giallorossi a lamentarsi per un’integrazione nella maglia dei propri colori ai limiti del ridicolo. Il presidente Tuccio ha creato una nuova casacca che di fatto privilegia ancora una volta i biancazzurri, venendo incontro alle loro esigenze, per poi ricevere una reazione spropositata ed ingiustificata. Se non è questa l’immaturità… ma qui a Gela, è noto, da un giorno all’altro tutto può cambiare. Un esempio: nella passata stagione i tifosi della tribuna furono denigrati e insultati dagli ultras per aver contestato il Gela di Sorbello durante una gara casalinga e dunque per non aver incoraggiato la squadra in un momento difficile.
A distanza di pochi mesi, gli ultras si rifiutano d’incitare la compagine di Irrera nel giorno del debutto casalingo per protestare contro una presenza irrisoria dei colori giallorossi sulla maglia, e non a caso il Gela esce sconfitto in favore di una Scafatese, che ha tirato solo due volte nel corso dell’incontro. In questa città da anni non esiste più un tifo sano, disinteressato, e probabilmente anche per questo motivo il club calcistico è rimasto impantanato in serie C2 per tanti anni. In un clima sempre più difficile, Mancini e compagni dovranno riscattarsi sul campo della Sangiuseppese, affrontando quindi un’altra neopromossa, dopo Pescina e Scafatese. La gara si disputerà a San Giuseppe Vesuviano (Na) a porte chiuse. Per il Gela è la seconda trasferta che si disputa senza pubblico.
Pur essendo una neopromossa, la squadra avversaria vanta in rosa alcune pedine di grande esperienza: spiccano il centrocampista Marasco, 37 anni, in passato all’Avellino, al Savoia, al Palermo e al Modena, coinvolto due stagioni addietro nello scandalo del calcio-scommesse, subendo una lunga squalifica, e l’attaccante De Cesare, anch’egli trentasettenne, ex di Salernitana, Chievo, Como e Piacenza. Entrambi hanno disputato numerosi campionati di A e B. Vi sono altri elementi di grande affidabilità, tra i quali spicca l’ultimo arrivato, il difensore Cagnale, ex del Potenza, ingaggiato mercoledì e forse già in campo contro il Gela. Infine, nella rosa dei campani, allenati dal debuttante Mandragora e solitamente schierati con il 4-4-2, va segnalata la presenza di Peppe Misiti, per anni centrale della Juveterranova in C2, attualmente infortunato.
Per quanto riguarda il Gela, è quasi certo il debutto in campionato del brasiliano Franciel (nella foto a sinistra con Russiano) e probabilmente anche quello di Lo Piccolo. Ballottaggio tra Palma e D’Aiello per un posto nel cuore della retroguardia, al fianco del confermato Mancini. In settimana, al Presti, il Gela ha disputato la terza gara di Coppa battendo l’Igea per due reti a zero. I due tecnici hanno schierato le seconde linee: per il team di Irrera a segno Iannelli su rigore e Di Franco. Con cinque punti in tre gare il Gela può ancora sperare nella qualificazione, e l’ultimo impegno casalingo, il 12 contro la Vibonese, potrebbe regalargli, in caso di successo, il passaggio al secondo turno della Coppa di C.


Autore : Paolo Cordaro

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