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Corriere di Gela | Il Gela in zona grigia
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notizia del 12/04/2007 messa in rete alle 11:15:46

Il Gela in zona grigia

Al peggio non c’è mai fine. Apparentemente in ripresa dopo il pari conquistato a Marcianise, il Gela ripiomba nel tunnel rimediando una sonora scoppola a Monopoli, e adesso rischia di scivolare in zona play-out. In Puglia si è visto, o meglio intravisto, un Gela schierato male in campo, barricato in difesa, e con i giocatori imprecisi e non sempre grintosi.
Al termine della gara gli ultras biancazzurri recatisi a Monopoli hanno duramente contestato la squadra, e il gruppo “Vecchio stile 1987” ha annunciato che fino al termine della stagione non appoggerà e sosterrà il team di Sorbello, sdegnati dalle brutte figure rimediate negli ultimi mesi. Dodici punti nelle ultime tredici giornate di campionato, come dar torto ai tifosi? Ma il problema non è rappresentato soltanto dai giocatori, e rinunciare al sostegno potrebbe diventare un gesto autolesionista, perché al momento attuale la squadra ha bisogno dell’apporto dei tifosi per uscire dalla crisi. Giocatori nel mirino dunque, ma a Monopoli le colpe del tecnico Stefano Sanderra non sono da meno. Se Sorbello ha pagato sia per le scelte relative ai giocatori da schierare in campo sia per le decisioni concernenti la posizione degli stessi sul rettangolo di gioco, palesando inoltre una mentalità difensivista e rinunciataria, Sanderra appare ancora più remissivo rispetto al suo predecessore.
A Monopoli si disputava una gara cruciale per la stagione del Gela, e qualora avessero vinto i biancazzurri si ritroverebbero soltanto a due punti dal quinto posto, ma in Puglia Sanderra ha eretto un muro difensivo franato dopo dieci minuti. E una volta crollato il muro, in campo c’era un undici, schierato con il solo Cirillo (a destra)in attacco, incapace di creare pericoli all’avversario. Nella ripresa il tecnico, disperato, con i suoi sotto di due reti, inseriva Ceccarelli per Berger e il Gela creava immediatamente due palle-gol, per poi cedere definitivamente all’avversario nel finale.
In Italia, soprattutto in C, continua ad imperare il catenaccio, e se già a Lamezia l’esperimento ad una punta provato da Tommaso Napoli si era rivelato un fiasco, con la squadra sotto di due gol dopo un tempo, a Marcianise il primo tempo del Gela, schierato con il 4-4-2, è stato semplicemente stupendo ma nella ripresa Sanderra ha deciso di togliere un attaccante, Ceccarelli, per far posto ad un difensore, Grando, e il Gela ha smesso d’impensierire gli avversari e ha subìto il gol del pareggio. Due precedenti abbastanza importanti, ma non sono stati presi in considerazione manifestando di conseguenza una certa recidività nelle scelte. Ma perché una squadra barricata in difesa subisce due gol a Lamezia, uno a Marcianise e quattro a Monopoli? La risposta al quesito è semplice, una squadra eccessivamente schiacciata in difesa non riesce a reagire, non crea pericoli, e difficilmente resiste alla pressione avversaria.
Come un pugile che para i colpi e non tenta di rifilarne qualcuno all’antagonista, è inevitabile che prima o poi vada ko. Per questo motivo i giocatori non vanno colpevolizzati eccessivamente, le difficoltà della squadra in campo derivano da una disposizione tattica che impedisce loro di rendersi efficaci e positivi. Adesso si attende la reazione del Gela, il quale si trova a sei punti dai play-off e a sei dai play-out, ma al momento la preoccupazione maggiore riguarda la salvezza. E al Presti arriva il Rende, penultimo in classifica, ma reduce da tre vittorie consecutive e in gran spolvero. Sarà un banco di prova importante per i giocatori e per il tecnico, occorre aggredire l’avversario senza lasciarlo respirare, perché non sarà facile, salvo sorprese, superare il muro difensivo del Rende, il quale, a differenza del Gela, ha le sue ovvie ragioni per erigerlo in trasferta.
I calabresi solitamente scendono in campo con una difesa a cinque, e in attacco puntano sul loro leader, sull’asso nella manica, il figliol prodigo Alessio Galantucci. Diciotto reti per lui con il Rende nella passata stagione e finale play-off perduta con il Taranto, la scorsa estate la dirigenza lo cede alla Juve Stabia, in C1, per favorirne il grande salto e fare cassa, ma a Castellammare trova pochi spazi. A gennaio il Rende è ultimo in classifica, il tecnico Giugno prova a risollevarlo, e in Calabria torna Galantucci, il quale ci mette poco a prendere per mano la squadra e a trascinarla con prestazioni più che positive.
In parole povere, otto-nove undicesimi del Rende si difendono, e poi in avanti pregano e sperano che il bravo Galantucci e l’ex del Gela Occhiuzzi inventino qualcosa. Come superare il muro ospite? Con un modulo più offensivo, magari con D’Alessandro (a sinistra) dietro le due punte, ma siamo quasi certi che Sanderra mediti di schierare il solito 4-4-2 con D’Alessandro sulla fascia sinistra e Corapi su quella opposta. Importantissimo il rientro di Mancini in difesa e quello del redivivo Omolade in attacco, e il nigeriano, in campo a Monopoli dopo sei mesi d’assenza per infortunio, appare in ballottaggio con Ceccarelli per l’utilizzo dal primo minuto al fianco di Cirillo


Autore : Paolo Cordaro

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