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Corriere di Gela | Alle porte del paradiso
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notizia del 01/10/2007 messa in rete alle 10:04:54
Alle porte del paradiso

Per la prima volta nella storia Gela può vantare ben tre calciatori militanti nel torneo di serie B. Un vanto per la città, da anni fucina di numerosi talenti. Ma solo pochi di questi sono stati lanciati dal principale club calcistico locale: gli altri si son perduti strada facendo oppure, ed è il caso dei tre giocatori qui protagonisti, hanno cercato e reperito la fortuna altrove, lontano dalla propria terra d’origine.
I giovani gelesi attualmente impegnati nel torneo cadetto sono Alessio Stamilla, ala del Piacenza, Emilio Docente, punta del Rimini, e infine Emilio Dierna, difensore del Grosseto. I tre giocatori vivono momenti totalmente differenti tra loro. Ai primi di settembre, nell’incontro con il Modena, Stamilla ha subìto una distorsione al ginocchio sinistro con lesione del legamento crociato anteriore, e rimarrà lontano dai campi da gioco per ben sei mesi. Aggiungendo i tempi di recupero, il rientro dovrebbe verificarsi nelle ultimissime giornate di campionato. Purtroppo quasi un’intera annata buttata via. Stamilla, al terzo campionato consecutivo con la maglia del Piacenza, nell’attuale stagione era per la prima volta titolare ai nastri di partenza. Nonostante l’infortunio, pur amareggiato e scosso dal brutto colpo patìto, il giocatore ci ha regalato, con estrema cortesìa, alcune riflessioni sulla presenza di più gelesi in serie B. Evidenziamo con lui un aspetto importante: è coetaneo di Docente, essendo nati entrambi nel 1983. «Devo ammettere che quell’annata è stata fortunata – ,dichiara Alessio – e sia io che Emilio abbiamo avuto una carriera ricca di soddisfazioni». Ma tre gelesi nei cadetti rappresentano forse un caso isolato, un bagliore nella storia sportiva di una città tradizionalmente restìa a lanciare i propri giovani? «Non credo sia un evento sporadico e sono dell’idea che in un futuro non troppo lontano possa sorgere una nuova nidiata di giovani talenti. Occorre solo puntare e investire sui calciatori locali, in questi anni è mancato il coraggio». Dalla voce traspare la sofferenza e la delusione di Alessio per via dell’infortunio, e non possiamo che augurargli di superare con determinazione il momento critico e calcare al più presto il campo in erba.
Altro elemento che non necessità di presentazioni è Docente, il quale è stato confermato dal Rimini dopo aver girovagato in prestito ad Avellino, San Benedetto del Tronto e Ancona. Rientrato alla base, il tecnico Acori gli ha concesso fiducia come riserva del brasiliano Jeda. Per Docente le aspettative nel ritagliarsi uno spazio importante in Romagna sono elevate. «Dopo tanti anni in prestito finalmente ho la possibilità di giocarmela in B e ringrazio la società per l’occasione concessami. In questi anni sono cresciuto molto sia fisicamente che mentalmente, in passato ho mostrato le mie qualità ma non ero ancora pronto per la B. Adesso sono maturato, e voglio disputare un bel campionato».
Docente è stato l’unico dei tre calciatori in questione ad esser stato lanciato dal Gela. «In effetti sono stato uno dei pochi – sottolinea Emilio - ad aver avuto la fortuna di giocare con continuità indossando la maglia del club della mia città. E non è facile perché le responsabilità aumentano. Ma quando uno è bravo, gioca ovunque, a prescindere dalla società sportiva per la quale è tesserato. Trovo molto positiva la presenza di più gelesi tra i cadetti, questo conferma la qualità dei ragazzi che giocano a calcio nella mia città».
Se Stamilla è giù di morale, Emilio al contrario vive un periodo d’euforia per la nuova esperienza in serie B, dopo le fugaci apparizioni in questo torneo con Messina e Avellino. «E’ vero, ho gran voglia di far bene. E mi ha addolorato l’aver appreso l’infortunio di Alessio. Non gli tronca la carriera, ma sicuramente è un brutto colpo per lui, avendo giocato benissimo nelle ultime stagioni. Gli auguro con tutto il cuore di riprendersi, è un ragazzo forte, sicuramente ce la farà».
Chi invece per ora assiste al torneo di B nel ruolo di spettatore interessato è il giovanissimo (classe ’87) Emilio Dierna. Ma nel calcio, è risaputo, fortuna e sfortuna ci mettono un attimo nel far girare la ruota. E infatti alcuni ruoli si sono invertiti. Se da un lato Stamilla da titolare nel Piacenza viene catapultato in infermeria per l’intera stagione, dall’altro Dierna, a causa degli infortuni patiti da alcuni difensori del Grosseto che gerarchicamente lo precedono, ha potuto presenziare per tre volte in panchina in serie B con la squadra maremmana, senza mai entrare in campo. I toscani lo acquistarono nell’estate del 2004 proprio dal Gela, insieme a Domicoli, per poi girarlo in prestito a Cosenza e Montevarchi in serie D.
Dopo due stagioni da titolare con le squadre poc’anzi citate, anche per lui, al pari di Docente, è avvenuto in estate il rientro alla società d’appartenenza (mentre Domicoli è stato nuovamente ceduto in prestito, al Gavorrano, sempre tra i dilettanti). Per Dierna le aspettative iniziali erano basse, mentre adesso sono sensibilmente lievitate. “Sono molto felice. Milito in B, nel calcio che conta, e credo di potermela giocare, anche perché non ho appurato la presenza di grandi campioni in questa categoria. Non avrò molta esperienza, ma sono fortemente determinato.” Il caso di Dierna è emblematico: gioca in serie B, ma senza mai aver indossato la maglia del Gela.
Analogamente a Stamilla, ma quest’ultimo si trasferì con la famiglia in Liguria quand’era ancora tredicenne. Invece Dierna ha giocato con la Berretti del Gela, ed è stato in prima squadra nella rosa 2003-2004, sotto la conduzione di Picone prima e Ugolotti poi, senza mai debuttare. Ecco l’amaro commento del calciatore. “Ritengo che giocare lontano da Gela sia stata una fortuna per me. Adesso non sarei qui, nel calcio che conta. In Sicilia i ragazzi non vengono valorizzati, subito sono messi in disparte, e i gelesi, nella nostra città, vengono in particolar modo penalizzati. Ma sotto certi aspetti sono grato al Gela, mi ha cresciuto calcisticamente, sebbene mi aspettassi maggiore fiducia da parte della dirigenza. “ Lo sfogo di Dierna verte anche sul problema delle strutture sportive. “In Sicilia ci sono grandi potenzialità, ma mancano i centri sportivi. Si vive nella precarietà, e un calciatore non può crescere adeguatamente. Qui in Toscana – prosegue il difensore del Grosseto – ci sono centinaia di società sportive, tutte attrezzate, e la visibilità è maggiore. E’ un mondo totalmente diverso. A Gela non ci sono opportunità, e per sperare in una carriera di successo devi lasciare la città”.
Nell’augurio che gli amministratori comunali comprendano l’importanza e la gravità di tali affermazioni, provenienti da giovani ventenni, mettiamo ancora una volta in risalto l’orgoglio e la fierezza di una città che ha lanciato tre stelle nel firmamento calcistico. Ma il sogno di tutti i gelesi si racchiude nel vedere i nostri talenti indossare la maglia del Gela, e questo sogno adesso viene cullato ancor di più, dopo il forzato abbandono di Comandatore. Nessun gelese attualmente tra i titolari, qualche giovane (Calabrese, Camiolo, Tosto, Mezzasalma) tra le riserve. Rappresenteranno loro il futuro della Gela calcistica? Occorre solo credere nelle loro potenzialità, e mostrare finalmente coraggio.


Autore : Paolo Cordaro

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