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notizia del 03/06/2010 messa in rete alle 08:53:58
L’Omofobia, quel maledetto ed insano pregiudizio anche in città
Mi ha procurato un notevole dispiacere la frase sprezzante e credo, priva di significato, lanciatami in maniera decisa da un giovane di 19 anni, qualche giorno fa, durante una festa: “Non me la sento di abbracciarti, perché tu sei diverso dagli altri, anzi troppo diverso”. Da uno scambio di auguri e battute, questo “qualcuno”, mi ha ricordato la facciata più brutale di Gela, quella avvolta dal pregiudizio più insano.
Ammetto che quella è stata la notte più lunga della mia vita, nella quale ho dovuto assaporare lacrime molto amare e una sensazione di estremo disagio. Io, catalogato come diverso, e non so neppure “in cosa” e “per cosa”.
Forse è la solita giustificazione per affermare una virilità che cerca di imporsi su tutto, per ricordarci che un uomo non piange, non si commuove e non esterna sentimenti.
Per una volta avrei potuto fregarmene, ma dovevo fare i conti contro l’ostacolo più grande: me stesso. Inutile replicare, inutile anche domandarsi il perché di quella lacerante risposta.
Quello che invece voglio ancora chiedermi è se da qualche altra parte, troverò sostegno e solidarietà. Non mi meraviglio di fronte alla depressione di tanti ragazzi che si imbottiscono di farmaci. Non mi stupisce neanche la violenza dell’ultimo ragazzo pestato a sangue perché gay. Ormai viviamo nella società della prepotenza “gratuita”, e tutti si possono permettere di offendere l’altro.
Conosco la solitudine, e so che cosa significa essere messo da parte. Ma l’accettabile è ora diventato inaccettabile, sotto ogni aspetto. Viviamo attaccati dall’inquietudine, da un mostro chiamato omofobia, carnefice insaziabile e spaventoso. E’ l’eterna guerra contro l’altro, il più debole e disgraziato, incapace di lottare contro un destino che lo schiaccia da tutte le parti e in contrasto con la filosofia del celebre scrittore Svevo, che dimostrava come “la vera sanità consistesse più semplicemente nell’essere malati”.
Abbiamo un uomo che trasforma l’innocenza in colpa e la diversità in virus. Vorrei che ci fosse meno silenzio attorno al mio paese, che si iniziasse a parlare di più di tale problema.
Sogno anche uno striscione, scritto con un solo pennarello, con un unico e assordante slogan:”maledetto pregiudizio”.
Autore : Marco Di Dio
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I Vostri commenti
Purtroppo ancora la mentalità italiana, soprattutto quella siciliana è ancora molto arretrata.
Nel'era di internet, degli schermi piatti... la nostra mente è ferma a centinaia di anni fa...
Spero che le cose cambieranno presto
www.prestitoline.it
Autore: Valerio
data: 11/08/2010
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