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Corriere di Gela | Omofobia, un grido... silenzioso
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notizia del 27/09/2009 messa in rete alle 19:19:23
Omofobia, un grido... silenzioso

Le recenti manifestazioni di violenza nei confronti di alcuni giovani omosessuali residenti a Firenze hanno suscitato nell’opinione pubblica un senso di disagio e d’indignazione davvero evidente. Per la prima volta, nel tempio culturale della bellissima Toscana, si sono susseguiti due episodi molto sconcertanti: il pestaggio di una coppia gay e l’incendio di un locale. E se si guardano i fatti nella loro aberrante realtà, scopriamo che la Sicilia (e in particolar modo Gela) non fa eccezione.
L’omofobia è il nuovo virus dei nostri tempi, e la paura del “diverso” si concretizza in una società che non è disposta ad accettare a comprendere la sofferenza di chi vive già ai margini. La discriminazione e l’esclusione completano il quadro, con la messa in atto di comportamenti biasimevoli, quali insulti, minacce e percosse. Ma spesso si ignora il fatto che l’omosessualità non è più considerata dalla psicologia moderna una malattia, ma una semplice “variante” della sessualità. Tra l’altro, l’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1990 ha ribadito il carattere non patologico di tale condizione. Ed intanto, nonostante gli studi in campo psichiatrico e le rassicurazioni sociali, si continua a vedere in tali soggetti il carattere della “perversione”.

Nella nostra città, non poche sono state le testimonianza di ragazzi che rimangono isolati per il loro orientamento sessuale (ed io, per l’ esperienza di tecnico dei servizi sociali, ne so qualcosa), e da questo si evince l’assoluta mancanza di sensibilità nei riguardi di un fenomeno che è presente e si caratterizza spesso per la drammaticità dei suoi toni (depressione, fughe da casa, suicidio). Educare la gente a superare certi pregiudizi e una rigidità mentale oppressiva potrebbe essere comunque il primo passo utile per combattere la pressione omofobia, radicata in un insano razzismo socio-ambientale che porta con se i semi del disprezzo e dell’intolleranza. E anche la scuola, con opportuni interventi formativi, è chiamata a tale compito, con l’obiettivo primario di inculcare alle nuove generazioni il senso civico del rispetto e della solidarietà. Se davvero l’educazione è una scienza, se davvero vogliamo costruire una società migliore, non dobbiamo fare altro che aiutare gli uomini a sentirsi integrati e accolti, in una prospettiva di dialogo e comunicazione, per sconfiggere definitivamente l’odio omofono e tutte le sue componenti.


Autore : Marco Di Dio

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