 |
notizia del 18/10/2009 messa in rete alle 18:50:46
Bullismo a Gela una triste realtà
I bulli sono protagonisti anche a Gela. Infatti, non sono pochi i giovani del nostro paese che, girovagando tra i quartieri, si divertono a tormentare i più deboli, magari solo per noia.
Negli ultimi anni, poi, la situazione sembra essere peggiorata. Insulti, minacce e percosse diventano la prerogativa di coloro che, con gesti violenti e inutili, cercano di nascondere il proprio disagio interiore.
Attraverso la testimonianza di un mio caro amico d’infanzia, che ora ha 29 anni, è emersa una realtà drammatica: “Sono stato vittima di un gruppo di ragazzi adolescenti, ai tempi in cui frequentavo l’ultimo anno delle superiori. Quando li incontravo, sfuggivo ai loro sguardi pieni di disprezzo. Mi aspettavano all’uscita della scuola o anche sotto casa. Erano sempre pronti ad aggredirmi.
Lanciavano di tutto; dai sassi raccolti per strada alle lattine vuote o anche scatoloni. Mi rincorrevano con i loro motorini, e spesso le mie passeggiate si trasformavano in corse pazzesche per cercare aiuto. Nessuno, però, veniva in mio soccorso. Avevo paura persino di uscire.
Ora per fortuna, vivo con più tranquillità. Ma il mio errore più grande è stato quello di non farmi aiutare dalla mia famiglia, almeno in quel periodo. Tremavo al pensiero di possibili ricatti. E’ stata una sofferenza indescrivibile”.
Un tale racconto fa intravedere la complessità di un fenomeno come il bullismo, dove non esistono relazioni concrete e le possibilità di un dialogo con questi soggetti sono scarse. La diversità diventa un difetto da eliminare. E il pregiudizio, con il suo carico di ignoranza, completa lo scenario.
Un altro ragazzo di 17 anni, durante un colloquio effettuato con degli operatori sociali, ha detto: “Non capisco perché questi individui si divertano ad insultarmi. Ho tentato di farli smettere, ma è stato inutile. Io non sono affatto preoccupato dei loro giudizi.
Cerco solo di difendermi. A Gela non si può vivere in pace. Vieni preso di mira solo perché sei timido o sensibile. Non è giusto”.
Una dichiarazione che invita a far riflettere su un problema delicato, circondato da meccanismi viziosi.
La nostra città dovrebbe liberarsi dall’ostilità di chi non vuole aprirsi all’accoglienza e al rispetto, vere perle di una società che guarda con ottimismo al futuro.
Autore : Marco Di Dio
» Altri articoli di Marco Di Dio
|
|
 |
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |

|
|
|
|