 |
notizia del 08/11/2009 messa in rete alle 14:25:03
Quella “innocente” sigaretta di troppo…
A Gela i giovani fumano. E anche tanto. La sigaretta non risparmia nessuno, neppure i ragazzi di 14-15 anni che iniziano, magari per curiosità o per gioco ad imitare i più grandi. Un fenomeno che diventa sempre più preoccupante, e che preoccupa ancora di più dell’influenza. Con 3 o 4 euro i ragazzi non comprano più il panino o la pizzetta per la ricreazione, ma preferiscono avere a portata di mano il “consolante” pacchetto, e con la scusa di andare in bagno ci si sfoga al meglio, a volte anche in gruppo. Oppure, tra un discorso e l’altro, per scaricare nervosismi e tensioni di una giornata non “brillante”, i pacchetti consumati diventano anche due. Giusto? Sbagliato? Una città colpita dal tabagismo? Difficile da stabilire. Da un lato, i medici continuano a ricordarci che il fumo è dannoso per le numerose sostanze nocive che contiene (nicotina, catrame) e che provoca malattie gravi a carico dell’apparato cardiocircolatorio. Dall’altro c’è chi sostiene che la sigaretta è una “compagna” insostituibile e non se ne può fare a meno. Ad ogni modo, si tratta di una realtà sociale piuttosto complessa e diversificata, e i punti di vista non mancano.
Per inquadrare meglio la situazione e avere un opinione in merito alla questione, ho deciso di intervistare uno studente di 16 anni. Il ragazzo, per ovvie ragioni di privacy, verrà indicato con il nome di Paolo.
– Paolo, quando hai iniziato a fumare?
“Circa sei mesi fa. Volevo capire che cosa si provava, che sensazione poteva darmi la sigaretta in mano. Vedevo i miei compagni, e allora a quel punto ho deciso di cominciare anch’io”.
– Vedevi i tuoi compagni. Imitazione o semplice curiosità?
“Beh, ammetto che era curioso e anche particolare. Però, quando un tuo coetaneo ti spinge a fare una prova, pensi che non sarà una posizione definitiva e che tutto terminerà con qualche “boccata”.
– E a quanto pare, non è stato solo un episodio…
“Purtroppo, no! Ma non sono pentito. E’ un’abitudine come tante”.
– Quante sigarette fumi al giorno?
“Tre, quattro al massimo. Non esagero più di tanto. Alcune le offro ai miei amici”.
– Lo trovi giusto?
“Il punto non è capire se giusto o sbagliato. Io so soltanto che ormai fumano quasi tutti, anche gli insegnanti. E poi non la vedo una scelta così negativa”.
– Si, sicuramente alla base c’è una scelta. Ma la tua salute?
“Non sono un fumatore accanito. Come ho già detto, non vado oltre le quattro sigarette. Il pacchetto lo consumo solo a fine settimana. Alcuni miei coetanei lo finiscono in due giorni. E poi pratico anche dello sport. Gioco a calcio, quindi cerco di stare attento e di mantenerm”i.
– Dove fumi di solito?
“A casa mai, perché mio padre non me lo permette. Molte volte in cortile o fuori dai locali, come pub o pizzerie. Qualche volta in bagno”.
– Pensi di smettere?
“Spero di si, ma una volta preso il vizio, è molto difficile tornare indietro. Secondo me, ognuno deve essere libero di cominciare e di terminare quando vuole, senza troppe restrizioni. Non stiamo parlando di una forte dipendenza. Per me non equivale a drogarsi”.
Da tali esternazioni, si può evincere il senso pratico di un comportamento che abbraccia molte categorie di persone, e che può suscitare disagio o non suscitarlo affatto. In ogni caso, abituare i giovani a dire “no” al fumo può essere sicuramente positivo e doveroso, al fine di eliminare altri comportamenti ancora più dannosi, come l’uso di stupefacenti. Le scelte rimangono, ma la salute conta sempre di più.
Autore : Marco Di Dio
» Altri articoli di Marco Di Dio
|
|
 |
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |

|
|
|
|