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notizia del 05/05/2013 messa in rete alle 18:23:14

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I flussi migratori dei giovani in città
Gela, chi la ama e chi la odia, chi la critica aspramente ma non fa nulla per migliorarla, chi la vive appieno e chi, la città, non la vive ma la tollera. Contrastanti, soprattutto tra i medio giovani di età compresa tra i 25 e i 40 anni, le opinioni in materia di movida e svaghi serali.
Gli under 20 non soffrono delle mancanze della città essendo offerta a questa fascia di età, per natura senza grandi pretese, un ampio ventaglio di opportunità. L’affollata Macchitella nel periodo estivo, i lidi sul lungomare, locali e bar stracolmi di ragazzi, propongono a questo target un’apparente gamma di possibilità.
Stessa soddisfazione tutto sommato per la fascia di età che va dai quarant’anni in su e che, mediamente, ha lavoro e famiglia.
Una famiglia di ceto medio alto, non si lamenta della città che, sempre dal punto di vista “serale”, lascia l’imbarazzo della scelta, tra pizzerie, ristoranti, trattorie e rosticcerie.
Uscire nel week end, dopo una settimana lavorativa, è un diritto inviolabile per molti, e la pizza il sabato sera in città è quasi un rito.
«Non è vero – afferma Tiziana – che pur avendo casa e famiglia mi accontento dei servizi offerti dalla città. Noi mamme non abbiamo altro che il giardino dell’Auriga a Macchitella per far giocare i bambini e uscire a mangiare una pizza è diventato stressante. Un parco commerciale, dove esistono aree apposite per “parcheggiare” i bimbi mentre le mamme fanno la spesa, risolverebbe molti problemi. Sarebbe una valida alternativa al tipico sabato sera gelese che ti inchioda in un’affollata pizzeria. Spesso obbligo mio marito ad andare a Catania o Ragusa per passare una giornata diversa».
E’ lo sfogo che abbiamo raccolto da una residente nel quartiere Cantina Sociale.
Accese le lamentele degli studenti universitari e di chi, per svariate ragioni, ha vissuto lontano da Gela. Queste persone vivono come un profondo complesso la differenza con le altre città, in negativo s’intende.
«Prima tornavo a casa ogni fine settimana – racconta Anna, studentessa in Ingegneria a Catania – ma adesso vengo giusto un fine settimana al mese per vedere la famiglia. La città non offre nulla, mi annoio. Oltre ai locali del sabato sera, durante la settimana non c’è niente da fare».
Gravissima, a tal proposito, la mancanza di pub e birrerie.
Incredibile ma vero, a Gela non puoi bere una birra alla spina perché non la vende nessuno e, se sei a dieta ma vuoi comunque mangiare fuori casa, le uniche alternative che ti si mettono davanti sono a base di carboidrati. Pizzerie, paninerie, fast-food e un’unica kebaberia che ha regalato alla città un’apparenza multiculturale.
«Io e le mie amiche non sappiamo dove andare la sera – dice Enza, ventiseienne – e nei locali più in voga come il JO2 di via Francia o il PuntoZero di piazza Roma la gente arriva dopo la mezzanotte, ma c’è anche chi lavora! Noi giovani siamo desiderosi di un posto movimentato, ma dove poterci sederci, ordinare un’insalata, una focaccia e una bella bionda 0,4. A parte le pizzerie, non puoi sedere da nessun’altra parte. Le trattorie e i ristoranti non hanno prezzi accessibili e le rosticcerie non offrono la formula pub, che permette di accomodarti e stare a chiacchierare con gli amici anche tutta la sera».
Che poi di veri e propri pub a Gela non ne abbiamo mai avuti.
L’originale Pub (abbreviazione di Public House) di origine anglosassone, consiste in un locale dove sono servite bevande alcoliche ma soprattutto birra alla spina, da consumarsi sul posto e comodamente seduti. Gruppi musicali e cantanti sono spesso presenti per intrattenere i clienti e, sempre tradizionalmente, nei pub sono praticati giochi, come ad esempio, le freccette.
Il pub. Questo sconosciuto. In una città che pullula di ventenni, l’unica chance che si prospetta è quella di stare in piedi dinnanzi alle porte dei locali (o anche in mezzo alla strada).
Sorprendente la rivalutazione del centro storico, che negli ultimi anni viene affollato sia in estate che in inverno. L’inversione di tendenza, altro must della cittadina.
Anni fa il corso Vittorio Emanuele era frequentato perlopiù da persone adulte e i giovani gremivano il lungomare Federico II.
Oggi i gelesi hanno invertito le abitudini e il lungomare viene destinato alle passeggiate per le famiglie mentre il corso attrae sempre più ragazzi.
I pub del lungomare sono stati rimpiazzati da locande, fast food o pizzerie mentre la riscoperta degli angoli più suggestivi del centro storico si è rivelata notevole, con l’apertura di trattorie e di locali per la vita notturna, generando così un insolito affollamento del corso principale, delle piazze e viuzze limitrofi.
Piazza Roma è stata nuovamente ripopolata, mentre la via San Giovanni intrattiene un target di persone più adulte.
Da notare che sino a due anni fa anche piazza Sant’Agostino brulicava di gente. Anche li la nascita di qualche nuovo locale ha favorito lo spostamento delle masse.
Soffermandoci brevemente su quest’ultima espressione c’è da dire che in città avviene sempre questo strano e tutt’ora misterioso fenomeno degli spostamenti in blocco.
Il famoso American bar di via Francia, per esempio, dieci anni fa in pole position nella movida gelese, si è addormentato per un po’. Oggi è brillantemente risorto e attira a se la maggior parte degli under 30.
Diciamo che questa sorte è capitata un po’ a tutti i locali.
In attesa di una spiegazione scientifica sulle migrazioni gelesi, non lamentiamoci se siamo costretti a bere il nostro cocktail in mezzo alla strada. Forse le alternative ci sono, ma la verità è che a noi gelesi piace andare “unna c’è fuddra”(una citazione vale più di mille parole).
Per tradizione nessun gelese rinuncia alla pizza il sabato sera, da mangiare sul posto o da portare via, e nemmeno agli ottimi e fantasiosi prodotti da rosticceria, orgoglio della nostra tradizione culinaria. Le mode che hanno spopolato sino a qualche anno fa e che sostanziavano in gite verso Licata, Scoglitti, Piazza Armerina o Marina di Ragusa, sono in netto calo, ciò probabilmente legato alla rivalutazione del centro storico insieme all’apertura di trattorie specializzate in gastronomia a base di carne.
L’estate alle porte regala alternative in più grazie all’apertura dei lidi che la sera si trasformano in locali dove mangiare, bere e ascoltare musica dal vivo.
Che sia Caposoprano o lungomare, pizza oppure pesce, Gela è sempre viva e affollata, specie in estate, quando non abbiamo nulla da invidiare alle città più rinomate.
Mare, sole e discoteche sono uno svago per i più giovani e le serate di musica dal vivo uniscono tutte le età. Insomma, tra alti e bassi, godiamoci e viviamo quello che abbiamo, non lamentiamoci e cerchiamo insieme di migliorare la nostra terra.
Autore : Vanessa Ventura
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