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Corriere di Gela | Il ricordo del giudice Saetta assassinato dalla mafia dodici anni fa
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notizia del 02/05/2010 messa in rete alle 16:25:07
Il ricordo del giudice Saetta assassinato dalla mafia dodici anni fa

Una figura di alto livello. Un giudice paziente, umile, fedele, che amava lavorare nel silenzio e nel rispetto dei suoi doveri, in perenne lotta contro la criminalità organizzata. Uomo di cultura, capace di accettare il rischioso incarico di presidenza alla Corte di Assise e di Appello di Palermo. Il coraggio di una storia difficile che va oltre qualunque ricordo. Un’esistenza che è stata fonte di esempio civile e morale, interrotta bruscamente da una tragica fine. E oggi, a distanza di anni, un libro interessante e carico di profondità per ricordarlo, intitolato a lui stesso di un autore di grande spessore: Carmelo Sciascia Cannizzaro, presidente dell’Unitre di Canicattì. Una “settimana della cultura” all’insegna della legalità per Gela, allo scopo di non dimenticare chi ha dato la propria vita per il bene della società. La serata di venerdì 16 aprile si è arricchita di altre pregistiose presenze; Liborio Mingoia, docente di Storia e Filosofia, il magistrato Lirio Conti, la docente di Lettere dell’Unitre di Canicattì, Maria Teresa Accardo e il presidente della Commissione Regionale Antimafia, on. Lillo Speziale. L’evento, organizzato presso il Museo archeologico, con la collaborazione del direttore Salvatore Gueli e del presidente Unitre, Pina Arces Giordano, si è aperto con una serie di ringraziamenti ai relatori, disponibili ad illustrare con la dovuta accuratezza l’imponente personalità di questo magistrato, assassinato dalla mafia il 25 settembre 1988, assieme al figlio Stefano. Mingoia ha sottolineato il rovesciamento dei valori etici del nostro tempo, troppo centrati sull’apparenza, ponendo in risalto la parte più umana di questa incredibile figura e il suo spirito collaborativo. Il giudice Conti ha esposto situazioni e legami criminosi riconducibili all’eliminazione di Saetta, attraverso la citazione di sentenze penali dell’epoca e altri atti processuali,e fornendo anche una spiegazione delle varie ipotesi investigative. Cannizzaro ha parlato del contenuto del suo libro, teso a ricordare un giudice esemplare che sembrava sparito dall’immaginario collettivo ,per ravvivarne la memoria in tutti gli aspetti, sociali e cristiani. In conclusione, la lettura di alcuni brani del volume, curata dalla prof. Accardo.

Autore : Marco Di Dio

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