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notizia del 22/03/2009 messa in rete alle 12:49:29
Rocco Mammano e il suo Quintet infiammano il pubblico al museo
Domenica scorsa il noto musicista gelese Rocco Mammano col suo “Charme” Jazz Quintet è riuscito a rendere un semplice concerto un vero e proprio spettacolo musicale. Numerose le persone presenti nella sala del Museo che sono accorse per assistere all’esibizione di questo grande personaggio. Molti i giovani e non solo, anche gente che solitamente non gradisce questo genere ma che era consapevole di assistere a qualcosa di singolare e così è stato; questa è la prova di come il nostro musicista goda di un’ottima reputazione e di una grande stima da parte dei suoi concittadini. Tra i tanti presenti, anche Pino Mallo, ex componente assieme a Rocco Mammano della band gelese degli anni settanta i “Punto e virgola”. Rocco rappresenta – ci dice Pino Mallo – la vecchia generazione che ha fatto della musica la sua vita riuscendo a divenire un nome celebre nel panorama locale e non solo. Il “Charme” Jazz Quintet è composto da Rocco Mammano al pianoforte, Rares Morarescu (violino), Totò Giugno (batteria), Isaia Mammano (contrabbasso) e Arturo Di Simone (voce).
Noi del gruppo – ci racconta Rocco Mammano – suoniamo insieme da tempo, ma solo recentemente abbiamo deciso di dar vita ad un gruppo stabile. Grande professionalità, sintonia, voglia di divertirsi e soprattutto grande affiatamento sono caratteristiche che il pubblico presente ha apprezzato in un programma dedicato alla musica di Michel Petrucciani (pianista americano) e Stephane Grappelli (violinista francese), scomparsi rispettivamente nel 1999 e nel 1997. A questo binomio che il gruppo si è ispirato per questa serata avendo in repertorio alcuni brani (rivisitati) tratti da “Flamingo”, album composto dai due musicisti nel 1995; un sound in virtù della presenza del violino, basato sul dialogo tra due culture diverse, il jazz di tradizione europea e quella afro-americana che esalta il rapporto tra l’improvvisazione con gli aspetti ritmici, melodici e cromatici che tale musica propone; un repertorio carico, intenso, in cui primeggia il connubio tra violino e pianoforte.
Oltre ad alcuni pezzi tratti dall’album (tra cui Flamingo, Sweet Georgia Brown, I can’t get started), il programma è stato arricchito con alcuni tra i classici del repertorio jazz. Ciò che ha reso più piacevole e singolare il concerto è stata la presenza del violino (che diventa la voce principale del quintetto), che non rappresenta uno strumento jazz per antonomasia; un modo questo per superare uno stereotipo radicato, quello che identifica il violino come strumento ad utilizzo prettamente melodico. Una piccola parentesi va al violinista Rares Morarescu, originario di Bucarest ma che da anni si è trasferito in Sicilia. I suoi interessi musicali lo hanno portato a praticare generi più diversi spaziando dalla musica classica, a quella zigana e da qualche anno al jazz, genere che lo ha sempre affascinato. Tecnica prodigiosa e fraseggio scintillante, con la sua abilità riesce a ottenere nuove possibilità espressive che si sposano bene con i tratti armonici del jazz. Nel corso della serata pezzi strumentali si sono alternati a brani vocali in cui Arturo di Simone ha dato prova di come la voce maschile si adatti perfettamente e riesca ad ottenere apprezzamenti in un genere come il jazz in cui il ruolo è giocato solitamente da quella femminile. Calorosissimi applausi da parte del pubblico che per tutta la serata ha prestato molta attenzione all’esibizione. Grande soddisfazione anche per Rocco Mammano ed il suo gruppo che ha dato prova delle sue grandi doti musicali, della sua professionalità, del suo spirito giovanile.
E domenica, sempre al museo, alle 19,15, l’Agimus organizza il concerto del giovane pianista Giuseppe Rossi, palermitano.
Autore : Angela Quadroni
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