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notizia del 17/05/2009 messa in rete alle 12:13:48

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Punto e virgola musica e amicizia connubio vincente
La passione per la musica è un qualcosa che ti entra dentro e non ti abbandona mai, neanche quando la vita ti porta ad intraprendere strade che ti hanno allontanato da lei. Tenere in mano lo strumento che suonavi da giovane ti riporta indietro nel tempo a quando quella chitarra, quel sax, quel basso erano parte integrante della tua vita e ti faceva addentrare in un mondo fantastico dove attraverso la musica riuscivi a liberare il tuo spirito. Un amore così grande non ti può certo abbandonare; un amore che è pronto ad esplodere e a stravolgerti in qualsiasi momento. Queste sono le sensazioni che si riesce a cogliere da coloro che oggi svolgono i mestieri più diversi, ma che durante la loro giovinezza hanno messo la vita nella musica segnando la storia musicale del nostro paese e portandone in alto il suo nome. Durante gli anni d’oro varie sono state le band nate a Gela; quando poi giovani musicisti che hanno già maturato esperienze musicali diverse decidono di fondersi, allora è un discorso che continua, che si sviluppa, proprio come il punto e virgola nella grammatica dà continuità ad un discorso non concluso.
Siamo nel lontano ’74 quando Rocco Mammano, Pino Mallo, Toti Palmesi e Johnny Saladino (pilastri dei Prinetti e Stucchi) decidono di fondere e amalgamare le loro competenze musicali maturate precedentemente formando un tutt’uno appunto i Punto e virgola. Essi sono stati la band musicale formata da giovani gelesi ( il più piccolo, Pino Mallo, aveva diciannove anni) più richiesta, non solo a Gela, ma anche nei paesi e nelle città siciliane più distanti.
La nostra formazione – ci racconta Rocco Mammano – è rimasta stabile per tutta la durata del gruppo: io alla tastiera, Pino Mallo (sostituito per poco tempo da Ottavio Duchetta) era il re della chitarra, Filippo Solito alla batteria (sostituito per un breve periodo da Rocco Tandurella), Toti Palmesi alla tromba e al flauto, Gaetano Fasciana al basso, Johnny Saladino vocalist e successivamente a noi si aggiunse Enzo Rizzo al sax. A partire dal ‘76-‘77 ai vari veglioni e serate danzanti si aggiungono le feste di piazza divenendo il loro nome il più richiesto in ogni festività locale. Ecco che così la loro musica giunge a fare da spalla a grandi artisti della musica italiana: i Dik-Dik, Gianni Nazzaro, Le piccole ore, Peppino Di Capri, I teppisti dei sogni, Little Tony, Wess, Gepy and Gepy, Chocolat, Anna Rusticano, Melissa. Un repertorio variegato quello proposto durante le loro serate. Data la nostra conoscenza musicale molto ampia – ci racconta Rocco Mammano -, i nostri brani spaziavano dai Beatles a Frank Zappa, Crim Crimson, Chicago. Una nostra particolarità era quella di rendere i pezzi “nostri”, in particolare negli assoli in cui ci scatenavamo e divertivamo improvvisando: il risultato era decisamente spettacolare sia per noi che per chi era lì ad ascoltarci. Una delle esperienze sicuramente più singolari e belle è stata la realizzazione di un proprio disco nato in collaborazione con la Sea Musica di Catania.
Una sera – ci raccontano Pino Mallo e Rocco Mammano – in una delle tante feste di piazza, conoscemmo Tony Ranno, batterista dei Beans. Colpito dalla nostra preparazione musicale, dal nostro modo di suonare e dal nostro affiatamento, ci propose di fare questo disco che era una sintesi della nostra storia e della nostra musica sempre in evoluzione. Dopo aver fatto molte cover questa è stata l’occasione per misurarci mettendo in questo disco tutto ciò che sapevamo fare. Durante gli anni di vita del vostro gruppo, non mancavano certo a Gela altri giovani che si dilettavano ad allietare le serate gelesi. Che tipo di rapporto c’era tra voi?
Pino Mallo: Ogni band si contraddistingueva per un proprio genere e per un proprio modo di suonare creando un repertorio personale che lo distingueva dagli altri. Poi c’era a chi piaceva un gruppo o un altro, quindi se c’era un po’ di competitività era una competizione genuina. Un capitolo quello dei ragazzi dei Punto e Virgola sicuramente ricco di soddisfazioni e di grandi emozioni; serate indimenticabili in cui la stanchezza non affievoliva la soddisfazione e il piacere di un’altra serata passata a divertirsi suonando; ma sicuramente non mancavano i sacrifici e gli “intoppi”.
Ricordo che una volta – ci racconta Rocco Mammano –, dopo una delle nostre tante serate rimanemmo bloccati in una piccola isola a sud di Trapani, per sette giorni. I pochi abitanti dell’isola, centocinquanta in tutto, ci ospitarono a turno nelle loro case per farci mangiare. Un calore che contraddistingue noi meridionali.
Il gruppo si sciolse nell’’80 con una serata in cui si esibirono con Wess. Da allora, i componenti del gruppo hanno intrapreso strade diverse; sia Gaetano Fasciana che Pino Mallo hanno continuato a suonare aggregandosi a piccoli gruppi musicali per poi abbandonare completamente dedicandosi ad altre attività. Inutile dire qualcosa su Rocco Mammano che nel campo musicale è diventato l’orgoglio della città di Gela. L’amore per la musica è continuato a maturare in tutti loro oltre che una profonda amicizia che dura tuttora.
Autore : Angela Quadroni
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