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notizia del 16/03/2013 messa in rete alle 19:09:09
L’Adas chiama a raccolta i giovani sul “Progetto scuola”
Donare sangue, un gesto di straordinaria umanità che ruba mezz’ora del nostro prezioso tempo a favore di chi ha bisogno di vivere. È questo il messaggio che l’Adas vuole divulgare, non solo attraverso i media, ma anche vis-à-vis e senza intermediari. Così, martedì scorso, è stato dato il via al Progetto scuola, che ha come obiettivo quello di educare gli studenti degli istituti superiori.
A parlarcene, Simona Averna, responsabile del progetto.
«Il nostro scopo – ha detto Averna – è quello di sensibilizzare i giovani alla donazione, un impegno morale che li aiuta a crescere. Noi responsabili Adas ci rechiamo negli istituti e sottoponiamo all’attenzione degli studenti maggiorenni gli atti di donazione e prevenzione. Donare – ha continuato – significa anche prendersi cura di sè, dovendosi, una volta diventati donatori, sottoporsi a controlli di routine. Trovo i giovani più coraggiosi degli adulti – ha concluso – e vogliamo svecchiare il concetto di donazione, far capire che donare significa aiutare il prossimo».
Il Progetto scuola si articola in diverse fasi. Inizia con un momento di conoscenza e formazione, seguito da una visita di controllo e da una predonazione, che conducono al momento conclusivo, quello della donazione stessa.
«Non posso fare a meno di notare – ha detto Gaetano Cassarà, medico dell’associazione – la disponibilità dei giovani, che accettano con entusiasmo la proposta di donare. La cittadinanza non è abbastanza sensibilizzata – ha continuato – e progetti come questi servono ad invogliare i giovani che però, dopo il periodo scolastico, non si recano più a donare per motivi di lavoro o universitari. Proprio per questo ci aspettiamo più donazioni da parte degli adulti, alto indice di civiltà. Gela – ha concluso – è poco incline a quest’atto, mentre una risposta positiva la troviamo nei comuni di Mazzarino e Butera, dove abbiamo altri centri».
Nella mattina di martedì, gli studenti hanno avuto modo anche di confrontarsi con i responsabili e di conoscere più da vicino gli aspetti legati alla salute e prevenzione. Tra i presenti, il presidente dell’associazione, il dott. Felice Damaggio.
«Il progetto – ha detto Damaggio – serve per rilanciare i giovani nell’esperienza della donazione. E’ arrivato il loro turno, ovvero quello di ritirare il testimone dalle persone che hanno raggiunto i 65 anni di età e che non possono più donare. Gela – ha continuato – è un paese arido da questo punto di vista e il nostro è un contesto sanitario difficile per la presenza di un elevato numero di talassemici. Questo è il primo anno in cui le donazioni avvengono, da parte degli studenti, direttamente in sede. Effettuarle qui, e non a scuola – ha concluso – fa si che i ragazzi capiscano quanto importante sia il gesto. Donare negli istituti, per alcuni di loro, era solo un modo per perdere ore di lezione. Qui, invece, c’è la consapevolezza piena del gesto che compiono».
Entusiasmo tra gli studenti, come quello di Livio Cinardi, studente del liceo Eschilo, che proprio nel giorno della sua prima donazione ha compiuto 19 anni. E’ così ha voluto condivedere con i compagni questa nuova esperienzaesperienza.
Presenti anche studenti dell’Itis Morselli, tra cui Emanuele Emmanuello, che ci ha espresso la determinazione nel voler diventare donatore oltre quest’esperienza.
Abbiamo incontrato, infine, molte donatrici coraggiose, come Ginetta Sciascia ed Esmeralda Parlagreco, quest’ultima già volontaria al Cav (centro di aiuto alla vita), che afferma di voler continuare nell’ambito volontariato.
Autore : Vanessa Ventura
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