Corriere di Gela | Mostra di lavori in digitale, anche questo fa cultura

Mostra di lavori in digitale, anche questo fa cultura

“Tonica, terza, quinta, settima diminuita. Rimane così irrisolto l’accordo della mia vita?” Questi sono i versi di una poesia di Giorgio Caproni, Cadenze, la quale ha dato spunto al titolo di una mostra che si sta tenendo presso l’Associazione Sauari e che si concluderà il cinque marzo. Cadenze - Digital Frames è una raccolta di lavori digitali dell’artista palestinese Aharon Wadia. Le composizioni sono definite dallo stesso artista cornici digitali aperte che partono da un qualsiasi supporto a cui poi viene data un’impostazione di tipo digitale. Nei suoi lavori emerge un’espressività semplice, quasi infantile, mediata dal mezzo tecnico; l’artista usa i concetti come una forma espressiva, le sue composizioni stesse sono un continuo navigare tra le idee. Sabato scorso l’Associazione culturale ha organizzato un reading sulla mostra in cui nella prima parte sono state lette alcune delle poesie di Giorgio Caproni che si sposano bene non solo col titolo della mostra ma anche con la “poetica dell’artista”. Nella seconda parte sono stati letti due brevi racconti di Aharon Wadia: il tutto frammezzato da due versetti del Corano e da poesie di Aharon Shabtai. Un’esperienza sicuramente nuova per la città di Gela, un modo questo per diffondere e salvaguardare la cultura nel nostro paese, sopratutto tra i giovani che sarebbero quelli più propensi ad abbracciare l’arte in tutte le sue sfaccettature.
Per i prossimi appuntamenti, il responsabile dell’Associazione, Salvatore Zafarana, che porta avanti con grande passione e zelo il suo desiderio di diffondere la cultura nel nostro territorio, ha intenzione di istituire un gruppo di lettura e d’ascolto: un’occasione per riunirsi e discutere su argomenti letterari e musicali; un’occasione dedicata a tutti coloro che amano la cultura e che sono pronti a mettere in discussione i propri pensieri e le proprie idee.

Autore : Angela Quadroni

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