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notizia del 26/09/2010 messa in rete alle 16:07:33
Ragionamenti a senso... unico
Alcuni giorni addietro, durante una breve conversazione, un passante commentava lo stato di degrado e la profonda arretratezza culturale di Gela, lamentando il cattivo funzionamento strutturale e sociale. Non poche volte capita di imbattersi in simili discorsi e, curiosamente, ci si pone in un atteggiamento dispregiativo. Tuttavia, non c’è molto da meravigliarsi: disservizi, questioni idrico- sanitarie, ambientali e politiche risultano essere sempre in primo piano.
Probabilmente, dietro a tanta indignazione, è ravvisabile anche un comportamento spesso incauto e alimentato da ragionamenti “a senso unico”, cioè rigidi e privi di tolleranza. E non è una questione di cattiva educazione, ma piuttosto di insofferenza a tutto quello che ci circonda. Gela, prima di trasformarsi in provincia, deve diventare vivibile e concreta. Una città senza cinema, senza una biblioteca adeguata, con opere incompiute, priva di realtà lavorative e pochi quattrini in tasca non può andare molto lontano. E’ un suicidio eclatante, che si perde in foscoliane disillusioni e si nasconde in una depressione annunciata.
Qui serve il risveglio delle coscienze attive, impegnate a costruire qualcosa di autentico e credibile, in una dimensione che rispecchi fedelmente la realtà e non degeneri in banali personalismi. In fondo, possiamo senza dubbio affermare che “l’essere ignota non impedisce alla verità di essere vera”, quindi occorre sbracciare gli animi intorpiditi dal silenzio di comodo e progettare con entusiasmo per il rilancio di un paese che non vuole più accontentarsi di chiacchiere e promesse. I lustrini e le belle comparse per noi cittadini desiderosi di cambiamento, sono bolle di sapone e niente di più. La perdita della nostra identità gelese è un sacrificio troppo grande, perciò è auspicabile trovare soluzioni adeguate e precise in un panorama alquanto desolante. Inventiamoci il lavoro, alziamo muri di protesta, gridiamo con coraggio, ma non rimaniamo a guardare dietro l’angolo la nostra Gela che va in frantumi. Se nella nostra mente si apre la strada del dialogo e del confronto, non incapperemo in nessun “incidente” di percorso. Chi cammina con la testa alta e le idee chiare ha il futuro in mano, e se qualcuno ancora non lo sapesse, di quel futuro abbiamo bisogno proprio noi giovani, stanchi di correre su e giù per l’Italia alla ricerca di un posto da ricoprire e una casa da affittare. Quindi, far circolare gli ingranaggi del cervello a “doppio senso” non è poi così male, e non sarebbe un male nemmeno per questa nostra amata amministrazione che crede tanto nelle nostre potenzialità e si vanta di avere numerose intelligenze a servizio del popolo.
Autore : Marco Di Dio
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