1 2 3 4 5
Corriere di Gela | Un mostro chiamato depressione
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 10/10/2010 messa in rete alle 14:08:17
Un mostro chiamato depressione

Depressione. Parola dai mille significati, che incute smarrimento e angoscia, proprio come i suoi sintomi. Una malattia che pone più distinzioni di età ed è sempre in agguato. E poi, quella tremenda sensazione di sconforto, legata a problemi sociali e personali, e il vuoto di tristezza e di abbandono che, inaspettatamente, divorano l’anima. A Gela, purtroppo, di casi non ne sono mancati, dai più semplici ai più eclatanti, capaci pure di porre l’attenzione dei media. Storie tragiche, disperate, molto combattute ma tuttavia degne di comprensione e circondate da un velo di umanità sensibile quanto profonda. A parlaci di questo intricato e complesso dramma si è gentilmente resa disponibile una ragazza gelese di 21 anni, che fino a poco tempo fa, soffriva di tale patologia. Per motivi di ovvia riservatezza, ci accingeremo a chiamare questa giovane Sara.

– Sara, per quanto tempo hai sofferto di depressione?

«Per circa due anni. Un calvario dalla quale sono uscita soltanto un paio di mesi fa». – Assumevi dei farmaci?

«Sì. Ma non sempre la terapia farmacologica è la sola soluzione per uscire da questo incubo. Ci vogliono anche altri supporti: il sostegno e il calore di una famiglia, degli amici e di una grande motivazione interiore, che si può creare solo con l’ausilio di un percorso psicologico adeguato. In ogni caso, la mia è stata un’esperienza certamente duria e seria, ma posso affermare di essere stata seguita efficacemente».

– Come ti sentivi, dentro, in quel periodo?

«Malissimo. Orrenda, dentro e fuori. Non uscivo, non lavoravo e non volevo impegnarmi in nessuna attività. La televisione era la mia unica compagnia. Mi sentivo insignificante, ridicolizzata, incompresa, non aiutata. Avevo costruito una barriera di odio tra me e il mondo esterno. La casa era un rifugio, e non riuscivo a parlare. Il silenzio di quei giorni era la mia condanna».

– Capisco. Però, alla fine qualcosa è cambiato. Cosa ti ha spinto a reagire?

«Le sembrerà strano, ma è stata la forza della Fede. Avvicinandomi a poco a poco alla preghiera, ho riscoperto l’amore verso Dio e la Chiesa. E ciò ha costituito la mia salvezza. Avevo capito che non ero sola e che qualcuno di infinitamente grande, mi amava. Finalmente uno spiraglio di luce si apriva nella mia mente confusa. Da lì ho ricominciato a vivere e ad essere mia».

– Hai avuto qualche ricaduta?

«Sì, ma è naturale. Quando per due anni attorno a te hai visto solo buio e desolazione, è facile ridiscendere nel baratro. Tuttavia, grazie al sostegno dei miei genitori e di alcune persone meravigliose, oggi ho la certezza di aver vinto la mia battaglia».

– Cosa vuoi dire ai giovani gelesi che, a causa di un fallimento o un imprevisto, si sentono sfiduciati e abbandonati?

«Di non perdersi mai d’animo, perchè esiste una soluzione per qualunque tipo di problema. Solo con la gioia nel cuore si può comprendere il bello della nostra vita, che merita sempre di essere vissuta».


Autore : Marco Di Dio

» Altri articoli di Marco Di Dio
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2025 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120