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notizia del 01/03/2010 messa in rete alle 13:55:28

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All’Ipia Fermi una palestra fantasma
Una palestra terminata. Una struttura attesa da mesi, con tanto di impianto elettrico a norma di legge, mai però collaudata e quindi, senza corrente. Attese, promesse, visite delle autorità provinciali. Nulla di fatto. E ora, gli studenti dell’Istituto Professionale Industria e Artigianato “Fermi” di Gela, dopo tanto aspettare, nella mattinata di lunedì 22, hanno deciso di gridare il loro “basta”. Uno striscione per ricordare che sono stanchi di chiedere un edificio “fantasma”, dove non possono svolgere la normale lezione di educazione fisica. Fuori dall’edificio scolastico, un gruppo animato di giovani, con i mano cartelloni e spray, deciso a portare avanti una battaglia alquanto ardua
“E’un disagio senza fine”– ha dichiarato il rappresentante d’Istituto della V°Tien, Palumbo Giacomo, – una realtà da incubo. La palestra è terminata, ma non c’è il collegamento alla cabina centrale. Doveva essere consegnata e inaugurata a metà febbraio, ma ancora non vediamo nessuno. Siamo stufi di sentire scuse”. Ad alimentare ulteriormente il coro di dissensi sono arrivati anche gli altri due rappresentanti della scuola, Rocco Cannizzo della V° Odn (odontotecnico) e Croci Mazzaro della V° Tiel (elettrico).
“Non è possibile continuare in tale direzione – hanno affermato i due studenti – ci privano totalmente di un diritto che ci appartiene. Abbiamo disagi enormi. Quando piove poi, siamo spesso costretti a saltare l’attività motoria, e non possiamo esprimere al meglio le nostre capacità. Forse in provincia si sono dimenticati che l’Educazione Fisica è una materia, e come tutti, abbiamo il diritto di svolgerla”.
Insomma, fischi e grida per una situazione che preoccupa tutti. Richieste su richieste, prove su prove, per ottenere un risultato decisamente scarso e poco convincente.
“Non ci fermeremo – ha poi proseguito Palumbo – non piegheremo la testa. Faremo di tutto per riprenderci ciò che è nostro, anche a costo di protestare ancora fuori dai cancelli. Devono ascoltarci, perché il nostro dovere di studenti non può essere adempiuto al 50%. Chiedamo solo di avere al più presto una struttura agibile e funzionante, e ringraziamo fin d’adesso chi avrà la sensibilità di non rimanere sordo ai nostri appelli e ci aiuti a risolvere al più presto questo increscioso problema.
Autore : Marco Di Dio
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